Rubrica: TERZA PAGINA

MARILYN, TRA MITO E REALTà

La diva e l’ombra di Norma Jeane
sabato 23 giugno 2012

Argomenti: Ricordi
Argomenti: Personaggi famosi/storici

Era il 5 agosto 1962 quando mio padre arrivò con diversi quotidiani e ci mostrò in silenzio grossi titoli in prima pagina che annunciavano la tragica morte di Marilyn Monroe. Eravamo in vacanza a Monte Faito, vicino Napoli, in una piccolo hotel: grande fu la commozione delle persone intorno a noi. Nessuno riusciva ad accettare l’idea che una donna così bella e famosa si fosse suicidata a soli 36 anni.

10000000000000AA000000FA9E19A565E’ strano ma a quei tempi ci si affezionava anche agli attori e alle attrici che diventavano parte della nostra vita, quasi fossero persone di famiglia. Li sentivamo più vicini a noi forse per i personaggi che interpretavano, il loro fascino, l’indiscutibile bellezza, l’esotico allure di luoghi sconosciuti in cui grandi storie d’amore venivano ambientate, storie che ci facevano sognare ad occhi aperti. Anche i film più seri e drammatici, tuttavia, suscitavano il nostro interesse: erano bellissimi nel loro netto e deciso bianco e nero. Essi ci insegnarono a riflettere e a diventare più maturi.

Ricordo ancora gli album nei quali noi ragazzine delle scuole medie incollavamo le immagini più belle delle attrici e degli attori famosi negli anni ’50 e poi si barattavano a seconda delle preferenze, di nascosto, passandole sotto i banchi per evitare che gli insegnanti se ne accorgessero. Il successo dei cosiddetti “divi” allora era durevole, non così effimero e fugace come ora. Era l’epoca dei “miti” del cinema e Marilyn fu uno di essi, un mito che nel suo caso sembra davvero non voler svanire col passar del tempo.

Da appassionata cinefila, dunque, non potevo fare a meno di vedere il film di Simon Curtis, “MARILYN”, tratto dal libro “The Prince, the Showgirl and Me”, di Colin Clark, il giovane inglese che ebbe la fortuna di vivere un’intensa storia d’amore con la diva durante la lavorazione del film “Il Principe e la Ballerina” diretto e recitato dal grande L. Olivier.

10000000000000C6000000FEFFE78DB2Il film trova la sua espressione più sincera quando descrive il rapporto spontaneo, tenero, gentile tra Colin e la diva che lo volle sempre accanto a sé nei momenti di crisi, nel corso di una difficile settimana di lavoro. Esso ha inoltre il pregio di rivelare la donna dietro lo schermo: dolce ed instabile, fragile e desiderosa di essere amata, ma condizionata dalla sua stessa immagine e dal suo staff, in particolare dall’opprimente insegnante di recitazione, Paula Strasberg,

Per quanto riguarda l’interpretazione di Michelle Williams, bisogna premettere che misurarsi con un’icona come Marilyn è un’impresa quasi impossibile e finora nessuno era mai riuscito a far rivivere una personalità così complessa evitando i soliti cliché. Nessuna attrice potrà mai sostituire Marilyn nell’immaginario collettivo, soprattutto nei ricordi di coloro che vissero nella sua epoca: è bene chiarire ciò prima di giudicare la Williams, poiché la sua è per l’appunto una buona interpretazione che dà rilievo ai vari stati d’animo di Marilyn in quel particolare momento: il senso di inadeguatezza di fronte al compassato mondo inglese, la sua ben nota fragilità e l’istintiva sensibilità che le consentì di percepire l’ostilità iniziale di L. Olivier. Solo Colin riuscì a donarle pochi momenti sereni e soprattutto un po’ di fiducia in se stessa.

A questo punto mi sembra opportuno ricordare la vita di Marilyn, in una rapida sintesi, poiché probabilmente molti dei suoi problemi psichici erano profondamente radicati nelle difficili esperienze dell’ infanzia: forse l’ombra triste di Norma Jeane la seguì passo dopo passo per tutta la vita.

10000000000000C1000001052FEE7858Nata il 1° giugno 1926 a Los Angeles con il nome di Norma Jeane Baker, da una madre malata di mente spesso ricoverata in ospedali psichiatrici, trascorse un’infanzia molto travagliata tra continui affidamenti a famiglie e orfanotrofi subendo maltrattamenti e probabili abusi sessuali. Cercando affetto e guida, sposò a soli sedici anni il ventunenne James Dougherty, ma dopo due anni il matrimonio fallì: il primo di una dolorosa serie di divorzi e infelici rapporti amorosi.

Un giorno accadde che mentre lavorava in un’industria produttrice di paracaduti, fu notata dal fotografo David Conover che la convinse a intraprendere la carriera di modella. Da quel momento in poi, sotto la guida di un altro fotografo, André de Denes, conquistò le copertine delle riviste, finché la Fox le aprì le porte di Hollywood. A vent’anni, nel 1946, si schiarì i capelli e cambiò il suo nome in Marilyn Monroe: iniziava così la metamorfosi che l’aiutò a diventare la diva sex-symbol del secolo.

All’inizio si accontentò di essere una semplice comparsa e poi conquistò piccole parti in ’Giungla d’asfalto’ e in ’Eva contro Eva’(1950). Ottenne il suo primo ruolo da protagonista in ’La Tua Bocca Brucia’ e nel ’53 con ’Niagara’, al fianco di Joseph Cotten, raggiunse il successo mondiale. Girò ancora ’Come Sposare un Milionario’ e ’Gli Uomini Preferiscono le Bionde’, con i quali si confermò una delle star più amate dal pubblico. Seguirono grandi successi come ’La Magnifica Preda e ’Quando la Moglie è in Vacanza’ e tanti altri. Nel ‘54 Marilyn sposò Joe Di Maggio, il famoso giocatore di baseball, dal quale divorziò nel giro di un anno. Il fallimento di questa relazione incrementò il suo senso d’ insicurezza e di infinita solitudine. Dopo la separazione si trasferì a New York per studiare all’Actors Studio, un impegno che sembrò donarle un po’ di serenità.

10000000000000C000000107FD6DA6F4Conobbe Arthur Miller, noto commediografo e affascinante intellettuale e di nuovo s’illuse di aver trovato l’uomo della sua vita, così accettò di sposarlo nel ‘56. L’anno dopo eccola recitare accanto al grande L. Olivier nel film ’Il Principe e la Ballerina’ che non ebbe molto successo. Due anni dopo, tuttavia, con la divertente commedia ’A Qualcuno Piace Caldo’ ancora una volta seppe dar vita ad un indimenticabile personaggio.

Girando poi ’Facciamo l’Amore’ ebbe una breve storia d’amore con Yves Montand, alimentando gossip e pettegolezzi. Agli inizi degli anni ’60, o prima (i pareri sono discordi), forse ebbe inizio anche la relazione segreta con John F. Kennedy e poi con Robert, suo fratello. Purtroppo l’instabilità emotiva si aggravò, sia a causa delle numerose infelici storie d’amore, sia per la speranza delusa di avere un figlio: si rifugiò allora nell’alcool e nei barbiturici.

Nel 1961 apparve il suo ultimo film: ’Gli Spostati’ scritto per lei dal marito A. Miller dal quale divorziò subito dopo. A causa dei continui ritardi, delle crisi isteriche e delle sbornie venne allontanata dal set del film ’Something got to give’ . Un mese più tardi, nella notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, venne trovata morta per un’ overdose di barbiturici. Si parlò di suicidio, anche se molti hanno sempre sostenuto l’ipotesi dell’omicidio tra misteriosi intrighi e complotti

Marilyn scriveva poesie e pertanto ci sembra giusto ricordare i suoi versi sulla “Vita” in cui ella sembra paragonarsi ad una sottile ragnatela in balìa di forti venti che la spingono in direzioni opposte:

VITA
Seguo entrambe le tue direzioni
di più esistendo con il freddo gelo,
forte come una ragnatela nel vento
che ciondola pendendo
e in qualche modo sopravvive.
Quei raggi imperlati hanno i colori
che ho visto nei dipinti- ah Vita
hanno ingannato te,
più sottile di una tela di ragno
più impalpabile di ogni altra cosa-
ma essa è rimasta attaccata tuttavia
e si è tenuta salda nei forti venti strinata dai caldi danzanti fuochi.
Vita- in momenti speciali
seguo entrambe le tue direzioni-
in qualche modo resisto appesa in giù
nelle due direzioni in cui mi spingi.
LIFE
I am of both your directions
Existing more with the cold frost
Strong as a cobweb in the wind
Hanging downward the most
somehow remaining.
Those beaded rays have the colours
I’ve seen in paintings- ah Life
they have cheated you,
thinner than a cobweb’s thread
sheerer than any-
but it did attach itself
and held fast in strong winds
and singed by the leaping hot fires
Life-of which at singular times
I am both of your directions-
somehow I remain hanging downward the most
as both of your directions pull me



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