Rubrica: EDITORIALI |
IMMIGRATI: PROBLEMA IRRISOLVIBILE? di
venerdì 1 aprile 2011
Argomenti: Attualità Mai come in questi giorni il problema dell’immigrazione si fa pressante e difficile da risolvere. Le recenti vicende politiche che hanno portato alla guerra i Paesi del Mediterraneo, con conseguente fuga di profughi, producono un inevitabile riversamento di migliaia di immigrati nell’isola più vicina e più facilmente raggiungibile: Lampedusa. La popolazione è giunta allo stremo e, in vista della nuova stagione turistica, vede infrangersi ogni possibilità di lavoro e di guadagno. Nel contempo, arrivano di giorno e di notte centinaia di immigrati, spesso in condizioni di salute gravissime, con donne e bambini. Inoltre, ai rifugiati politici si mescolano clandestini e, anche se si procede (piuttosto lentamente) all’identificazione in loco degli sbarcati, chi dovrebbe essere rispedito fugge o viene comunque trattenuto. La situazione è al limite della sopravvivenza: mancano acqua, viveri, servizi igienici e posti letto. Si attende il “miracolo” promesso da Berlusconi che, come avvenne in Abruzzo,ha assicurato che in poche ore tutto sarà risolto….
Ma come? Probabilmente, la cosa più giusta sarebbe quella già prospettata dal Governo: dividere per regioni gli emigranti, individuando zone dismesse, come caserme vuote, edifici pubblici disabitati, istituti religiosi e quant’altro e nel frattempo, rimpatriare immediatamente i clandestini von voli ad hoc, in attesa che la situazione internazionale si chiarisca e si stabilizzi. Dopo di che, trattandosi di Paesi “nuovi” per governo e amministrazione, sarebbe auspicabile trasferire in quelle zone industrie, fabbriche e lavoro oltre ad organismi che diano lezione di economia e di gestione del commercio.
Per il nostro Paese potrebbe rivelarsi una risorsa, sull’esempio della Cina ove trasferiamo continuamente la fabbricazione e la lavorazione dei nostri prodotti che vengono poi venduti in Italia e nel mondo. Sono tutte ipotesi al vaglio degli esperti; nel frattempo, migliaia di esseri umani si trovano in difficoltà inimmaginabili ed urge un provvedimento, sia pure provvisorio e perfezionabile nel tempo che sistemi quanto prima un flusso inarrestabile di persone che fuggono dalla fame, dalla povertà assoluta e dalle persecuzioni.
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