Sta diventando un tormentone. Ogni mattina ci sono proclami, comunicati, attacchi. Le parole più ripetute : commissariamento, cordata, sindacati.
Si dimentica di ascoltare il parere di chi per decenni è stato un indiretto collaboratore, contribuendo con l’acquisto del biglietto.
Si dimentica di ascoltare l’anonimo umile passeggero e i suoi pensieri.
Per tutti i cieli del mondo ogni giorno ci sono pezzi dell’Italia che volano.
Infatti, secondo il Diritto Internazionale, l’aeromobile è territorio del Paese di bandiera, anche se sta in un altro continente.
Vado a New York, a Mosca, a Pechino, ma rimango fino all’ultimo momento sul suolo italiano e fino a quel momento nessuno mi può toccare.
Salgo sull’aereo della cara Alitalia e trovo lo stesso calore di casa mia, il saluto cordiale, il pacco di giornali, la colazione o il pranzo secondo la tradizione di sapori e colori.
Cento, mille piccole Italie in volo. Si parla italiano, anche se le hostess parlano benissimo altre lingue. Sali su un vettore straniero e trovi pacchi di giornali tedeschi, anglo americani, francesi. Se non conosci un paio di lingue, sei subito in difficoltà. E le cose vanno sempre peggiorando, con equipaggi che sono fiondati da tutta Europa.
- Alitalia
- Aeroporto Leonardo da Vinci
Fiumicino (Roma)
Negli anni sessanta andavo spesso nei Paesi dell’Est. La “mazzata” in fronte, l’incubo che si ripeteva sempre, era il cambio di vettore. I Paesi del Patto di Varsavia, membri del Comecon, avevano aerei piccoli, traballanti, pieni di guardie attente, silenziose, fredde.
Avevi subito sentore di essere già oltre la cortina di ferro e dovevi stare attento a parlare, leggere, pensare.
Ho fatto lunghi, lunghissimi viaggi, con Alitalia. Ricordo un viaggio negli Stati Uniti, con la nostra figliola di quattro anni. Le hostess facevano a gara a farla distrarre e ad aiutarla nei numerosi disegni e nella lettura di giornaletti.
Sempre, in Alitalia, trovavi uno stile tutto italiano, un modo di muoversi, colloquiare , di piccole grandi attenzioni.
Un patrimonio che si vuole buttare dall’oblò di uno dei mille cieli solcati dalla nostra gloriosa compagnia.
La cosa penosa è che continueranno a bisticciarsi e a fare sceneggiate, dimenticando – forse – la figura più importante di tutta la vicenda: l’anonimo umile passeggero, il vero costruttore –coi suoi soldi – della giusta grande posizione mondiale Alitalia.
Arturo Capasso