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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’


SIMBOLOGISMO di ANDREA FORTE e VIVI LOMBROSO

venerdì 2 dicembre 2016
Argomenti: Mitologia

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- Simbolo viene dal greco “simbolon”, “simballo”. Ballo è un verbo, sin una particella. Sinballein significa raccogliere, assemblare, sintetizzare, quindi simbolo significherà “ben assemblare” “raccogliere insieme”, “riunificare cose tra loro”. Che cosa accade ? che se prendiamo il sostantivo “balon” e il verbo “ballein”, abbiamo di-a-ballein, cioè diabolon. Ballein significa riunire, ma siccome di-a significa sperperare, allora la parola “diaballein” significherà “portare sparpagliamento”, “sperperare”. Quando prendiamo un mazzo di carte e lo mettiamo sul tavolo, questo gettare disordinatamente produce un’azione diabolica.

- Si può capire perché il diavolo tradizionalmente viene preso come un pazzo, un disordinato, un tenebroso, generatore di vizi, di malattie, menzogne etc. In questo senso si può capire meglio perché i simboli tendono ad essere momento di riflessione per porre ordine nella nostra interiorità. Se c’è un esercito nemico che ci minaccia, il disperderlo è operazione diabolica, d’altro canto, in questo caso, l’operazione è la ben venuta. Viceversa, il supporto di un simbolo può diventare una mania, una fissazione. Se adiamo a rileggere le nostre vite, ci accorgiamo che le difficoltà ci vengono dalla diabolicità dei nostri simboli. In questo senso dovremmo addestrarci a riconoscere quando un diavolo è simbolico e quando un simbolo è diabolico.

- Ma questi simboli/diavoli sono rari? sono nascosti, segreti, diffusi? Ci accorgiamo allora che sono diffusissimi, spesso regalati quanto non imposti. Ad esempio, il simbolo della croce: è un simbolo segreto ? No, perché te lo regalano. Se prendiamo un quotidiano, le interlinee della pagina producono croci, e così nell’edilizia e nell’arredamento. Se da bambini ci hanno fatto connettere la croce con il sacrificio, il martirio, noi oggi siamo bombardati da questi concetti che agiscono sottilmente in noi tutte le volte che vediamo una croce. Quindi ci accorgiamo che i simboli non sono misteriosi, ma tutto sommato sono cose quotidiane, oggetti correnti. Cosa c’è di più comune di un punto o di un cerchio. A questo punto, se prendiamo un cerchio e ci mettiamo un punto, ci sembra la unicità del Tutto.

- Ci sarebbe da fare comunque una distinzione fra simboli innati e simboli acquisiti. Facciamo un esempio: da quanto tempo si conosce la folgore ? da quando esiste. E la lanterna ? da quando è stata costruita. La soglia è innata o acquisita ? così l’isola, che è innata, la barca che è un’isola mobile, e così via.

- A questo punto usiamo due termini, uno che ci indichi i simboli acquisiti, simbolismo, e uno che ci indichi i simboli innati, simbologismo. In questo senso avremo che un significato simbolico sarà legato a qualche fattualità con l’essere umano di base. Che cosa umanamente, profondamente, strutturalmente vale di più, il matrimonio o l’accoppiamento ? Il matrimonio è contingente, l’accoppiamento è sacro. L’accoppiamento è sempre un fatto istintuale, il problema è a livello di coscienza. Un’altra cosa è il simbolo del denaro: è un simbolo acquisito, i soldi, ma il potere economico è innato. Economico non è strettamente legato al denaro. La natura tenta disperatamente di salvare l’esemplare in rapporto all’ecosistema in cui vive, e quindi fa un’operazione economica. Non parliamo poi a livello spirituale… Che differenza c’è fra credere in qualcosa e porsi oltre quel qualcosa ?

- Tutti i simboli sono duplici, nel senso che hanno una duplice valenza, due significatività complementari. Il simbolo ha un senso di credito e di debito. Molti umani pensano che il simbolo della croce è bello, santo, il simbolo delle corna cattivo, brutto. Per comprendere in profondità qualcosa un buon sistema potrebbe essere quello di cadere a pendolo, un po’ di positivo, un po’ di negativo, fino ad una integrazione di conoscenza.

- Il problema è che finché facciamo questo giochino coi simboletti, siamo d’accordo sulla duplicità e la complementarietà, però se andiamo avanti ci accorgiamo che i simboli sono delle cose, oggetti. Tuttavia, se prendiamo un triangolo, che è un concetto, è anche vero che è un concetto che esiste, un evento che esiste o un assemblaggio di simboli. La piramide è l’assemblaggio di 6 simboli, 4 triangoli, 1 quadrato, e un punto. D’altronde, come i simboli sono cose che ci sono, così le cose che ci sono sono simboli. In pratica, qualunque cosa che c’è, concreta o astratta, è simbolica.

- Se il simbolo tende a riunificare e il diabolo patogenico, che rapporto ci può essere rispetto un simbolo innato e un simbolo acquisito ? Cerchiamo di sospendere i giudizi moralistici e diciamo che la più reale struttura del simbolo si connetterebbe con le simbologie innate. Le simbologie acquisite sono più improprie, più lontane dal simbolo, più vicine al diabolo, mentre la simbologia innata potrebbe essere un attimo più nitida, più efficace. Se io faccio oggetto di riflessione una lampada, mi accorgo che molto è il borbottìo mentale sulla lanterna, e mi accorgo che posso andarla a collegare su un significato molto alto, tipo la lanterna tarotica dell’Eremita che simbolizza la ragione umana. Sì, ma che vuol dire la ragione umana o la luce divina ? Non mi soddisfa. Mentre invece noi notiamo che una meditazione su un simbolo innato, vedi la folgore, genera più facilmente una placatura, una forma di distacco, e porta alla percezione di qualcosa di altamente qualificato e connotato.

- A questo punto possiamo prendere una serie di oggetti e disatotemizzarli, e poi notare il curioso fenomeno del rapporto oggetto/simbolo. Il simbolo e il diabolo in fondo sono la continuità della giornata e della nottata.



 



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