Nella estiva cornice del Parco di Tor di Quinto, in occasione della rassegna ieri e oggi, i Fluido Rosa, cover band per eccellenza del famigerato gruppo inglese dei Pink Floyd, si sono esibiti davanti ad un pubblico senza età. Uno spettacolo discreto e sopra le righe, molto “ascoltato” da appassionati accorsi da Roma e dintorni.
Un repertorio molto ricercato. Dalle origini con “The Piper at the gates of down” fino al gran finale con “Confortably numb”, inneggiata dalla folla che richiama la generosa band sul palco. Suggestiva l’esecuzione di “The great Gig in the sky” da parte delle due voci femminili Cristiana Polegri e Roberta Bombardini.
- Adriano
Li ho incontrati nel loro camerino col desiderio di una “chiacchierata” sul vasto e seducente pianeta Pink Floyd. Ne è uscita un’intervista particolare che ha toccato diversi temi di attualità artistica, storia e cultura contemporanea, prospettive musicali e non.
La prima domanda non può che riferirsi all’attualità.
Cosa avete provato nel rivedere i Pink Floyd riuniti dopo tanti anni in occasione del Live 8?
“Una grande emozione! Temevamo molto che ne uscisse fuori una riunione di circostanza...vedere la gente molto provata...invece devo dire che c’è stato il giusto entusiasmo. Lo stesso Waters è decisamente preso dall’idea e non ti nascondo che abbiamo sperato ci fosse un seguito, cosa che in realtà, stando alle parole di Mason il quale ha spinto più volte la ricongiunzione, non ci sarà”.
- Mau
Mi aggancio alla vostra risposta, per chiedervi quanto di vero c’è nella voce che girava circa un nuovo lavoro di proporzioni bibliche di Roger Waters, ispirato alla Rivoluzione Francese
“Non sappiamo in particolare di cosa si tratti; abbiamo sentito che sta lavorando ad una opera lirica ed al musical di The Wall in versione teatrale. Tuttavia, superato il cinismo, rimaniamo convinti che quella di Londra è stata meramente una operazione commerciale ma senza un effettivo seguito”.
Che cosa vi sentite di dire ad un adolescente di questi anni che si tuffa per la prima volta alla scoperta della musica...chi sono i Pink Floyd? Che proposta musicale offrono rispetto a tutto il resto? Perché proprio loro e non altri, considerando i miti intramontabili del rock di quell’epoca: Beatles, Rolling Stones, Bowie etc?
“C’è una dimensione diversa..in più! Waters, Mason, Wright, erano studenti di architettura. Lo stesso Barret, era uno studente d’arte e hanno avuto subito la percezione, di non voler creare solo un gruppo musicale ma un progetto artistico di ampio raggio. Si sente proprio una dimensione dello spazio più ricercata, con un grosso spessore artistico”.
Il pezzo dei Pink Floyd che vi ha fatto innamorare...
Gabriele Marciano: “Us and Them”
Adriano Lo Giudice: “tutto The Wall...sono un Watersiano”
Danilo Cherni: “A Pillow of Winds...credo sia un pezzo da brivido che probabilmente ho ascoltato in un momento particolare della mia vita ed è per questo che mi ha conquistato”.
- Danilo
Che ne pensate dei primi Pink Floyd? Dal ’68 con The Piper in poi...
“Crediamo che il periodo Barrettiano sia fondamentale per il proseguo. Syd Barret è stato il pioniere della sperimentazione. Dopo la sua scomparsa, la loro fortuna è stata trovare in Waters un leader che ha continuato la fase di sperimentazione. Gilmour è un grande chitarrista ma non un artista del calibro di Barret e Waters”.
L’età d’oro del rock dagli anni ’60 in poi, è stata senza dubbio aiutata nella sua evoluzione da avvenimenti storico culturali indelebili...mi riferisco ai Beatles, Rolling Stones e la guerra del Vietnam, oppure il ’68 in europa. Secondo voi c’è un contesto storico culturale attuale che può ispirare e far nascere nuovi miti del calibro dei Pink Floyd?
“Ce lo auguriamo ma è più difficile...c’è una coscienza artistica totalmente diversa. Una volta si era attenti all’arte più di oggi, c’era gente che leggeva Marx, la coscienza di classe, la letteratura. Oggi, gli stessi produttori privilegiano una musica approssimativa e commerciale, a volte troppo ripetitiva”.
E’ opinione di molti amanti della musica, che una volta ascoltati i Pink Floyd, e se ne resta infatuati, non si torna più indietro e scatta una presunzione che è quella di ritenerli i migliori in assoluto. Quindi, si è restii ad ascoltare il resto. Come la vedete? Siete disposti a fare la cover di altri gruppi?
“Perché no! Forse con minore soddisfazione ma esistono gruppi, anche emergenti, che sperimentano gustose musicalità”.
L’album più alternativo dei Pink Floyd?
“Ummagumma! nel quale si sente una sperimentazione ragionata”
Adriano Lo Giudice tu che hai suonato insieme a Graziani, Venditti, Zarrillo, Trovato...Quanto è lontana la musica italiana da quella inglese?
“Anni luce!”
Complimenti sinceri per concludere e mille grazie!
Uscirà a breve un disco live dei Fluido Rosa intitolato “Fluido Rosa Live” che sarà in vendita durante i loro concerti ed in alcune librerie.