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Parigi Gran Palais 24 febbraio – 24 maggio 2008

Turner ed i suoi pittori

Un artista in competizione con i Grandi suoi pari
lunedì 15 marzo 2010 di Elvira Brunetti

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Sulla scia della precedente mostra parigina: "Picasso ed i suoi maestri", che aveva già riscosso un successo di pubblico incredibile con file lunghissime al botteghino, sempre il Grand Palais ha organizzato una esposizione favolosa sul celebre pittore inglese Joseph Mallord William Turner (1775-1851), godibile fino al prossimo 24 maggio (Fig. 1).

L’attesa al freddo nel cortile del sontuoso palazzo corrobora lo spirito e accentua il desiderio degli appassionati d’arte altamente ricompensati, una volta entrati, dalla visione alle pareti di opere veramente prestigiose.

Il segreto della fortuna delle due mostre menzionate consiste nell’aver affiancato quadri di autori famosi, nel nostro caso, di Tiziano, Salvator Rosa, Rembrandt, Watteau, Canaletto a quadri di Turner in uno spettacolare confronto.

Molti di noi durante un viaggio a Londra non hanno potuto fare a meno di una visita alla ben nota "Tate". Ebbene a differenza dei numerosi paesaggi del Nostro che riempiono le diverse sale a lui dedicate, qui, in un procedere graduale dalle origini fino agli ultimi suoi lavori che annunciano il futuro Impressionismo (Fig. 2), si ha una giusta visione della sua evoluzione artistica attraverso l’ispirazione e in alcuni casi l’ambizione di reinterpretare i Grandi del passato.

Il primo quadro esposto è "Il lago d’Averno", pittoresche sono le figure di Enea e la Sibilla completamente immerse in un paesaggio che esprime il protagonismo della natura (Fig. 3).

La possente rappresentazione della "Vergine con il coniglio" di Tiziano, presente in mostra, affascina Turner, il quale ne tenta una raffigurazione soggettiva. Manifesti e chiari sono i caratteri della pittura ottocentesca, imbevuti del suo vissuto artistico (Fig. 4).

Seguono opere di nostalgica ispirazione francese. Accanto a capolavori di Nicolas Poussin come il mitico "Diluvio" o vicino ad una delle impareggiabili marine di Claude Lorrain, ci sono sorprendenti sue esecuzioni, che accennano a quel romantico sentimento del "Sublime", sul quale si gioca il futuro magico effetto della sua opera (Fig. 5).

Turner scrive pagine d’indimenticabile poesia sul tramonto del sole o sul chiaro di luna.

Salvator Rosa, pittore caro alla cultura artistica inglese, è presente con uno dei suoi caratteristici paesaggi cupi e tenebrosi, in cui Turner, forse tremando, ha visto la piccolezza dell’essere umano, sovrastato da una natura talvolta minacciosa (Fig. 6).

E intanto matura quella sua ricerca del tutto libera e personale sulla verità della luce.

Innegabile è l’influenza della pittura paesaggistica inglese del suo contemporaneo John Constable e prima ancora di Gainsborough, ma non anelava alla rappresentazione del vero, quanto ad una sorta di arte trascendente il visibile.

Il quadro più bello è certamente "Palestrina", immagine fosforescente del sobborgo romano dalle forme diluite, ammirato durante il suo viaggio in Italia.

Esamina inoltre con grande attenzione la pittura fiamminga del Seicento da Rubens a Rembrandt e meraviglia delle meraviglie si sofferma su di un pittore minore di nome ma non di valore, Van Ruysdael, a cui s’ispira per la resa di un vascello tra i flutti ancora ignari della procella annunciata da un inquietante grigio ammasso di nuvole.

Ma la perla della mostra è "La chiesa della Salute ", una delle tante vedute del Canal grande da lui eseguite nel clima dell’ossessione che quel luogo trasmette. La luce invade e pervade il minimo dettaglio per poi abbandonarlo in una visione generale, concentrandosi in una resa coloristica gioiosa di bianchi e rosa, di blu sfumati, di ori gialli e preziosi. Il quadro è posto accanto alla stessa veduta di Venezia dipinta dal Canaletto. Il paragone è facile tra la resa quasi fotografica di quest’ultimo e quella inimbrigliabile, quasi sfuggente, misteriosa e affascinante di Turner (Fig. 7).

Ecco perchè Monet e tanti altri si soffermarono sulle sue opere, che già evidenziavano le potenzialità della luce sul cambiamento del soggetto rappresentato.

Certamente di aiuto furono gli studi scientifici ed il progresso tecnologico di quegli anni, Goethe faceva degli esperimenti importanti sui colori.

Tuttavia la modernità e l’attualità delle opere di Turner fa riflettere e sarà di stimolo per molti giovani talenti.

In chiusura della mostra un quadro straordinario "Tempesta di neve" (Fig.8), in cui la forma è svanita completamente, persa tra i colori forti e prepotenti che annullano in definitiva la linea dell’orizzonte tra il mare ed il cielo.

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Grand Palais, Parigi

Un assaggio della mostra!