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Regione Lazio: due donne sole al comando nella scalata!

L’inedita sfida tra due donne
martedì 9 febbraio 2010 di Rodolfo Carelli

Argomenti: Politica


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E’ la prima volta che alle elezioni regionali del Lazio sono in corsa per le maggiori coalizioni due donne: Bonino e Polverini. L’inedita sfida tra due donne che concorrono alla Presidenza della regione Lazio, è il segnale inequivocabile della crisi della classe dirigente di ambedue le coalizioni. Mi soffermerò su alcune valutazioni politiche perché le storie personali di ambedue le candidate sono quotidianamente illustrate in tutte le salse, a seconda dei punti di vista, nei loro pregi e difetti.

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Emma Bonino

Ambedue, per le coalizioni che le supportano, sono un segno di novità indiscusso: La Polverini, segretaria del sindacato, generalmente etichettato di destra, l’UGL, più volte è scesa in campo a tutela del mondo del lavoro, accanto alle più famose sigle sindacali, CGIL, CISL e UIL, col chiaro intento di scrollarsi di dosso l’accusa di collateralismo. Che la Polverini risulti sponsorizzata da Fini all’interno del PDL non sorprende, anzi rafforza l’esigenza del Presidente della Camera di caratterizzare, per un’accentuata sensibilità sociale, la presenza della componente AN nel PDL.

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Renata Polverini

E questo non solo per sottrarsi al tentativo di omologazione al PDL ed al suo Capo, quanto per rappresentare un contrappeso alla Lega, che nell’asse con Tremonti, rappresenta un temibile concorrente per succedere al Cavaliere.

Non è un caso che a sparare a zero sulla Polverini sia stato “Il Giornale” della famiglia Berlusconi per un duplice motivo: per la ritenuta eccessiva autonomia di Fini, nonché per la convergenza dell’UDC sulla Polverini, cioè per il timore dell’asse Fini-Casini che potrebbe mettersi di traverso alle mai sopite ambizioni quirinalizie del Cavaliere. Paradossalmente il pericolo maggiore per la Polverini potrebbe venire dal fuoco amico e da qualche fianco scoperto nella sua coalizione. Il sostegno accettato di Storace, anche se politicamente più affine per la stessa matrice di destra, provoca automaticamente il ricordo dello sforamento dei conti nella sanità e del cedimento ai privati senza adeguati controlli, con fenomeni di corruzione e di degrado, come quello di Lady ASL.

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Claudio Fazzone

A proposito di sanità pare inverosimile che possa aver messo un’ipoteca sulla sua gestione futura il senatore Fazzone, o almeno così si fa trapelare negli ambienti interessati ad un rilancio del leader del PDL pontino. Non giova certo il fatto che sia stato chiamato a rendere conto di un costume di raccomandazioni pressanti presso i responsabili della ASL, nonché della crisi e del commissariamento del comune di Fondi dai risvolti inquietanti per la permeabilità delle istituzioni pubbliche alle infiltrazioni della malavita organizzata.

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Piero Fassino

Personalmente sono propenso a credere che, una volta fatto il pieno dei voti del centrodestra, la Polverini si sottrarrà alle pressioni e darà il via a quella glasnost, a quella trasparenza che diventerà, prima o poi, un motivo discriminante per scegliere i quadri dirigenti del PDL.

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Francesco Rutellii

Bisogna dire che sull’altro fronte, quello del centrosinistra, la candidatura della Bonino si fa strada sulle macerie, in primo luogo quelle della perdita di Roma, un lutto non ancora elaborato per non aver voluto finora fare un approfondito esame di coscienza delle responsabilità personali e collegiali. Quando in una regione viene meno la disponibilità di due personalità di rilievo che sono state agli apici nazionali del partito, come Veltroni e Rutelli, non c’è da meravigliarsi se alle loro spalle lasciano il vuoto. Rutelli poi, uno dei cofondatori del PD insieme a Fassino, ora facendo il suo esordio con l’ennesimo partito personale, l’API, promette più fiele che miele. D’altra parte la vicenda Marrazzo ha messo in luce la forte personalizzazione della gestione politica e la fragilità degli organi politici schiacciati sui potenti di turno.

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Nicola Zingaretti

La Bonino, si sa, si era proposta per senso di responsabilità verso il partito e così anche nel Lazio, i radicali non hanno trovato opposizioni all’interno del PD, come è avvenuto in Lombardia dove la lista radicale autonoma non è stata ritenuta conflittuale dal candidato del PD, Penati, perché pescherebbe in un elettorato diverso. Tramontato l’accordo con l’UDC,

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Ferdinando Casini

condizione per la discesa in campo di Zingaretti, indisponibili a rischiare gli ex popolari, la Bonino è apparsa come l’ancora di salvezza pur nelle sue temute controindicazioni, specie sul versante cattolico. Di suo la Bonino porta in campo le doti di un’apprezzata esperienza europea ed internazionale, che potrebbe consentire al Lazio di fare un salto di qualità nel proporsi a livello europeo con progetti mirati, a partire dalla salvaguardia di un ambiente a grave rischio (come la fascia costiera abbandonata allo spontaneismo devastante), nonché per diventare punta di diamante dell’Europa verso il Mediterraneo dove si gioca la partita più importante di un futuro di pace.

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Walter Veltroni

Se qualcuno è recalcitrante per le sue ben note posizioni sui diritti civili e le battaglie per divorzio e aborto, bisognerebbe ricordare che quella radicale era ed è una minoranza e che nel segreto dell’urna numerosi cattolici sono stati determinanti per il mantenimento delle leggi approvate dal Parlamento. Piuttosto, da cattolico mi domando se in qualche altra espressione politica ci sia la stessa appassionata battaglia contro la pena di morte a livello mondiale o per mitigare lo strazio delle condizioni disumane delle nostre carceri con il loro crescente numero di suicidi. Sulla trasparenza la Bonino può aprire una stagione di rinnovamento del costume delle rappresentanze politiche e delle strutture amministrative, gravemente carenti e clientelari, purché l’obiettivo vada oltre il livello dell’istituto regione e coinvolga anche le strutture sub-regionali, a partire dai comuni, con incentivi alla trasparenza a cui sarebbe opportuno condizionare, in tutto o in parte, la concessione dei contributi della regione.

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Gianfranco Fini

Decisamente ambedue le concorrenti possono innovare rispetto alle coalizioni che le sostengono e sarebbe davvero una convergenza virtuosa quella di identificare alcuni temi comuni e soluzioni condivise, come il riequilibrio del Lazio, per battersi insieme ed insieme battere le prevedibili resistenze interne durante il loro eventuale mandato.