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ALTERNE VICENDE STORICHE IN BOSNIA

Orrori delle guerre in due libri interessanti
sabato 2 gennaio 2010 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Mondo
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Dio dei cieli che regni su di noi e che tutto conosci, per carità, volgi il tuo sguardo su questa montagnosa terra di Bosnia e su di noi che ha partorito e che mangiamo il suo pane. Dacci ciò che giorno e notte, ognuno a suo modo, ti chiediamo: dona la pace ai nostri cuori e l’armonia alle nostre città. Basta con il sangue e con i fuochi di guerra. Del pane della pace abbiamo bisogno!

IVO ANDRIĆ, Nella via di Danilo Ilić, Sarajevo, 1926

Talvolta nella nostra vita si verificano strane “coincidenze” che ci portano ad interessarci a luoghi lontani, inspiegabilmente attirati forse dalle nostre domande imperiose le quali chiedono risposte su tanti eventi della vita, o della storia in genere, che non riusciamo a comprendere.

Pensando al terribile conflitto in Kosovo, spesso mi son chiesta come mai tanto odio si sia scatenato nella moderna, civile Europa, come mai tante atrocità si siano potute verificare ancora, anche se l’orrendo Olocausto degli Ebrei sia sempre tristemente commemorato ogni anno come monito alle generazioni future. E così, come se le mie tormentate domande volessero urgenti, improrogabili risposte, ecco arrivare a me due libri in regalo, puntuali come ospiti attesi con ansia, giunti l’uno dopo l’altro, come calamite che si attirano, seguendo un iter che li accomunava per temi ed analisi di problemi.

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Il Ponte sulla Drina
di Ivo Andric’

Il primo ad arrivare è stato “Il Ponte sulla Drina”, regalo di un nostro amico che aveva notato il mio interesse per le pericolose tensioni che di tanto in tanto riesplodono nella ex Jugoslavia. In esso Ivo Andric’ (Premio Nobel per la letteratura nel 1961) narra la storia del ponte di Visegrad, in Bosnia, che unisce i due mondi opposti dei Cristiani e Musulmani, donando un grande affresco che va dal Cinquecento alla prima guerra mondiale, con la descrizione dei drammi di questa terra tormentata. Mentre inorridivo per bambini strappati alle madri ed allevati dai Turchi nell’odio per la propria terra, di orribili torture e pene di morte, come l’impalamento, e mi chiedevo come possano nascere negli esseri umani odi così nefasti, crudeli e distruttivi, mi hanno regalato “Venuto al Mondo” di Margaret Mazzantini, che sembrava quasi fornirmi delle risposte, riprendendo e continuando il discorso iniziato da Andrich’ (più volte citato anche dall’autrice), come un filo spezzato, tra passato e presente, che si ricompone e si riannoda. Sullo sfondo della recente terribile guerra in Kosovo, ecco le antiche vittime diventare carnefici e viceversa, in uno scambio di ruoli che spesso ritroviamo nelle alterne vicende storiche.

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Visegrad
Il ponte ottomano sulla Drina

Gli indimenticabili personaggi, due Italiani, Gemma e Diego, due Bosniaci, Gojko e Aska, vengono travolti dalla guerra che piomba su di loro all’improvviso, inattesa e brutale, con i suoi riti feroci e disumani che stupiscono ancor più quando si ripresentano in paesi cosiddetti”civili”. Gojko, poeta bosniaco, Diego, “fotografo di pozzanghere”, e Gemma si erano incontrati in tempo di pace, nel 1984, durante le Olimpiadi invernali. Diego e Gemma si erano poi sposati e invano avevano cercato disperatamente di avere un figlio, per cui alla fine Gemma aveva deciso di cercare un utero “in affitto” e Aska, un’amica di Gojco, aveva accettato di aiutarla in cambio di una cospicua somma di danaro. La tragedia, tuttavia, è in agguato e la guerra con le sue atrocità, violenze e stupri inghiotte le loro vite “normali”, infliggendo crudeli esperienze. I viaggi frequenti dei due giovani italiani tra la zona dilaniata dal conflitto e l’Occidente pacifico e indifferente che osserva la guerra in TV, sconvolgono non solo i protagonisti, ma anche il lettore che si sente profondamente coinvolto dalle loro vicende. La spirale della violenza è descritta da Gojko, il poeta,con parole semplici e crude, quando rivela come la morte della madre e della sorella “in una sola notte” gli insegnarono odio e desiderio di vendetta che lo indussero poi a giocare “a pallone” con la testa mozzata ad un Serbo .

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Venuto al Mondo
di Margaret Mazzantini

Pensai così che le risposte in qualche modo mi erano giunte, poiché purtroppo è possibile che in civili paesi europei si possa ripiombare nelle barbarie, quando venti separatisti, alimentati da interessi interni o esterni ad una nazione, soffiando qua e là, seminano discordia tra popoli di etnie e religioni diverse, risvegliando sopiti rancori. Quanti pericoli forse stiamo correndo anche noi in Italia e in tanti paesi europei oggi!

Il libro si conclude con un finale “a sorpresa” che potremmo definire “catartico”, poiché punta su valori positivi, sulla volontà di ritrovare pace, amicizia, amore attraverso una maternità accettata, sofferta e resa più consapevole e matura dagli eventi. Pietro, il figlio “venuto al mondo” durante la guerra, diventa il simbolo di tutto ciò.

Personalmente, forse perché sono donna, mi sono commossa in particolare alla narrazione delle sofferenze inflitte ai bambini, alle loro madri e in genere alle donne (descritte sia da Andric che dalla Mazzantini) che in guerra (e non solo!) “devono” subire torture ed inaudite violenze, quasi un obbligo da parte di carnefici e aguzzini, che in gruppo sfogano i loro bassi istinti come belve, senza pietà e senza più nulla di umano.

“Venuto al mondo” col suo stile particolare, ricco di analogie e similitudini che sgorgano in modo spontaneo e ininterrotto, tiene il lettore con il fiato sospeso come un thriller e in certi momenti ti “spacca il cuore”.

Concludo quindi citando direttamente dal libro: - Non siamo altro che pesci…branchie che si gonfiano o si chiudono…poi viene un gabbiano che dall’alto ci prende e mentre ci smembra ci fa volare: forse questo è l’amore -. Si, forse questo è l’AMORE, ma gli orrori delle guerre non potrò mai comprenderli e pertanto spero sempre che “educare alla pace” gli esseri umani fin dai primi anni di vita possa essere la via più costruttiva verso un futuro migliore.