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Il sogno dei diritti umani (Feltrineli, Milano, 2008)

ANTONIO CASSESE E LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI

Una serie di scritti che meritavano di essere riproposti perché rappresentano un completamento della conoscenza della sua opera
lunedì 23 febbraio 2009 di Carlo Vallauri

Argomenti: Sociologia
Argomenti: Antonio Cassese


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Il sogno dei diritti umani (Feltrineli, Milano, 2008) raccoglie una serie di scritti di Antonio Cassese, che meritavano di essere riproposti perché accanto ai maggiori libri del grande giurista rappresentano un completamento della conoscenza della sua opera, particolarmente legata alla realtà dell’applicazione dei diritti a suo tempo sanzionati dal riconoscimento delle Nazioni Unite ma purtroppo spesso violati nella pratica.

E questa coerente testimonianza di Cassese, riletta nel testo curato da Paola Gaeta e introdotta da perspicue osservazioni di uno scrittore quale Antonio Tabucchi, offre al lettore la possibilità di verificare appunto quanto poco quei principi trovino conferma nei comportamenti e nelle scelte di quanti dovrebbero ad essi conformarsi.

Innanzitutto vogliamo sottolineare il ruolo della Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, chiamata ad accertare il rispetto di quanto stabilito nel ’50 dall’appena nato Consiglio d’Europa, un organismo importante, allora quasi anticipatore rispetto a successive, diverse esperienze di ordinamenti a livello continentale. Quell’ormai antica convenzione contiene – ed aveva allora un carattere del tutto innovativo – diritti che spettano a tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro essere cittadini di un paese o di un altro. Un complesso di garanzie di libertà non valsero nei decenni trascorsi a far valere diritti violati. E Cassese mette in rilievo come l’Italia sia stata più volte chiamata in causa per procedure giudiziarie improprie o troppo lunghe.

Altro problema affrontato riguarda la schiavitù nel lavoro messa in atto da organizzazioni che reclutano personale povero in Africa ed Asia per poi cederlo, ad altri organi che lo sfruttano in forme ignobili. Cassese richiama l’attenzione anche sui comportamento della forza pubblica, a cominciare dalla polizia italiana nel caso di Bolzaneto. Parole amare sono poi dedicate al “consiglio dei diritti umani” che – secondo Kofi Annan – avrebbe dovuto rappresentare un pilastro ai fini della tutela dei diritti. Il Consiglio è stato creato dall’ONU in sostituzione della precedente Commissione, per cui si stabilì di potenziare il ruolo dell’Alto Commissario per i diritti umani e di dare al Consiglio la possibilità di concreti interventi. Secondo il giurista si è trattato di una “grande occasione perduta”. La “girandola” di dichiarazioni poco può di fronte alla realtà di tanti paesi africani.

La stessa Corte Internazionale di giustizia con sede all’Aja mostra “troppa cautela” nei suoi giudizi. Viene citato il caso del parere consultivo espresso nel luglio ’61 sulla minaccia delle armi nucleari mentre ha saputo spazzare via i tentativi di Israele, di giustificare l’erezione del muro ma poi l’autorevole dichiarazione della Corte non ha avuto effetto concreto. Non possiamo qui seguire i tanti casi prospettati con chiarezza da Cassese, ma basta pensare al diritto all’autodeterminazione dei popoli che trovò ostacoli insanabili quando fu prospettata nell’89 l’inammissibilità dell’annessione dei paesi baltici all’Urss.

Quanto al Kossovo, l’autore ricorda che fu impossibile trovare un compromesso per garantire i diritti della minoranza serba prima di procedere all’intervento armato. Ed egli scrive che “non stanno in piedi” le ragioni addotte dall’Urss per intervenire nell’Ossezia del Sud. Altra questione richiamata è il ricorso degli Stati Uniti a privati per sostenere la guerra nei paesi occupati militarmente dell’Afganistan e dell’Iraq. E il titolo del libro (sui “sogni”) appare riferito a quanto poco l’Onu sia riuscito a fare in materia di diritti umani (una voce “più forte” d’un pigolio ma meno forte di un ruggito). Viene citato il summit mondiale del 14-16 settembre 2005 quando si tentò in un documento di precisare meglio compiti e strumenti da usare per segnare una svolta radicale in materia di diritti umani. Ebbene: ne uscì un documento che contiene alcuni possibili correttivi ma senza una possibilità d’applicazione. Lo stesso concetto di “democrazia” non ha trovato un consenso comune. È vero che non esiste un singolo modello, ma allora come è possibile definire una sua sussistenza nei vari paesi al loro intento come “stato di diritto”? E come funzionerà la prevista commissione operativa per il peace-building? Proprio sui caschi blu appare evidente che le attuali regole costituiscano una legittimazione dell’impotenza. E Cassese cita vari casi nei quali i caschi blu hanno operato con le mani legate, per non parlare del massacro di Srebenica.

Pagine chiare sulla cosiddetta “legittimità della guerra” a proposito dell’Iraq. Le azioni violente degli Stati Uniti si riferiscono poi anche ad altri eventi, meno gravi dello scatenamento della guerra. Altre piaghe penose riguardano i crimini della seconda guerra mondiale o di periodi precedenti rimasti impuniti e riguardanti anche l’Italia, oppure i massacri compiuti da militari americani: così sono andati aumentando i crimini di guerra. L’istituzione di una Corte penale internazionale (alla cui nascita Cassese ha dato un contributo determinante) ha trovato l’opposizione degli Stati Uniti, per non parlare del caso di Pinochet, sottratto alla legislazione internazionale. Parole molto chiare Cassese esprime a proposito della prassi instaurata dagli americani per processare Saddam (queste pagine fanno riflettere sui dati reali contrapposti alle regole).

Infine sono affrontati altri argomenti come i processi per gli eccidi nel Darfur (gli stupri di bambini sono rimasti impuniti), come un capitolo è dedicato al terrorismo nell’ultimo quindicennio, ed in particolare l’autore si sofferma sulle conseguenze delle azioni antiterroristiche che vedono nella tortura e in trattamenti disumani uno strumento quasi indispensabile benché vietato dal diritto, oltre che profondamente inumano. Ancora una volta i chiarimenti e i moniti del prof. Cassese si ergono a testimonianza del rispetto della dignità umana contro violenze, governi e disapplicazione delle regole internazionali.

cvallauri@yahoo.it

 

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