https://www.traditionrolex.com/30 GIRL IN THE MACHINE AL TEATRO BELLI-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Aprile 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7709
Articoli visitati
5286371
Connessi 20

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
25 aprile 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

GIRL IN THE MACHINE AL TEATRO BELLI

22 ottobre-20 Dicembre 2021
domenica 7 novembre 2021 di Comunicato Stampa

Argomenti: Teatro


Segnala l'articolo ad un amico

TREND nuove frontiere della scena britannica – XX edizione festival a cura di Rodolfo di Giammarco 22 ottobre – 20 dicembre 2021 Teatro Belli – piazza Sant’Apollonia 11/a- 06 5894875 spettacoli ore 21,00 - ingresso posto unico € 13

dal 9 al 14 novembre ore 21

GIRL IN THE MACHINE di Stef Smith regia Maurizio Mario Pepe con Liliana Fiorelli e Edoardo Purgatori voce Black Box Patrizia Salmoiraghi supervisione movimento Jacqueline Bulnes scenografo Nicola Civinini sound design Lorenzo Benassi foto di scena Manuela Giusto traduzione Maurizio Mario Pepe produzione: Khora Teatro / La Forma dell’Acqua

SINOSSI Ambientato in una realtà tecnologica, poco più evoluta della nostra, “Girl in the Machine” è un viaggio all’interno della vita di una giovane coppia sposata, i cui nomi sono Polly e Owen, due esseri umani che vivono insieme la loro esistenza totalmente immersa nella virtualità. Owen fa l’infermiere mentre Polly è avvocato. Una donna in carriera, sempre impegnata nel suo lavoro, costantemente richiamata all’ordine dal suo cellulare che non smette mai di squillare. Per questo suo marito si sente trascurato ed è preoccupato per la donna che ama; decide quindi di portarle un nuovo gioco per il wellness, un dispositivo dal look moderno e accattivante, adatto a monitorare i livelli di stress ed il cui nome è Black Box. Polly dimostra da subito un po’ di scetticismo nei confronti del nuovo tecnologico arrivo ma, tuttavia, inizia ad usarlo scoprendo che Black Box funziona. Il gioco la fa effettivamente rilassare e ben presto, scoprirà che è in grado di fare ben altro. La donna ne viene rapidamente sedotta, al punto da sviluppare una vera e propria dipendenza con un conseguente distacco dal mondo reale, a cui si aggiunge anche l’allontanamento del marito. Black Box non esegue solo ordini, ma chiede con voce suadente ai propri utenti, una sola e singola domanda, esistenziale se non addirittura escatologica; influenzando così la percezione umana, assottigliando, fino a dissolvere, la linea che separa il mondo fisico da quello digitale. Polly e Owen sono costretti a chiedersi se le loro definizioni di realtà e libertà siano le stesse. E mentre all’interno della coppia sorgono uno dopo l’altro molti dissidi, veniamo a conoscenza del successo che Black Box ottiene nel mondo e delle conseguenze che ha sulla società. Sembra che i proprietari di Black Box sfruttino la tecnologia per scopi sinistri. Owen proverà in più modi a far disintossicare Polly. Fuori, il mondo è in tumulto contro lo strapotere della virtualità; nel loro appartamento, i due discendono tra le pieghe del loro rapporto; Black Box, ferma nel cuore di casa, lampeggia connessa. Riuscirà Owen a salvare Polly dal dolce oblio tecnologico, proprio quando la realtà sembra più difficile che mai?

JPEG - 32.7 Kb
Edoardo Purgatori e Liliana Fiorelli Foto M.Giusto

NOTE DI REGIA La trama è una sorta di giallo, incentrato sulla dipendenza tecnologica; sembra che alla base di ogni forma di dipendenza vi sia la necessità di evasione dalla realtà. Il testo punta il dito proprio su questo aspetto. La protagonista ha tutto ciò che le occorre per essere felice e procedere nella propria vita, tuttavia accade qualcosa che rompe il suo equilibrio e la farà precipitare; ma Polly non sarà la sola. In “Girl in the Machine” Stef Smith scrive della dipendenza tecnologica, con conseguenze simili a quelle che associamo a forme più consolidate di dipendenza, per poi allargare la riflessione includendo tematiche legate al concetto di controllo mentale e ai modi in cui le nostre interazioni digitali possono essere monitorate e manipolate. Il percorso di Polly è inserito in un’emergenza di massa, che metterà a rischio l’intera società umana. Questa circostanza porta il pubblico a riflettere sull’oggi, un mondo in cui alcuni individui hanno già i chip impiantati sotto la pelle, un mondo che già ospita il primo cyborg, Neil Harisbond, riconosciuto tale, per legge, dal Governo Britannico. Ma anche senza spingerci così in là, potremmo semplicemente considerare la devozione servile che molti hanno verso il proprio smartphone. Maurizio Mario Pepe

Stef Smith Originaria di un piccolo villaggio vicino Stirling in Scozia, ha studiato Drama and Theatre Arts (con una specializzazione in regia) alla Queen Margaret University a Edimburgo. Il suo lavoro si indirizza in maniera predominante alla politica, portando alla luce storie inedite e proponendosi di esaminare sia la leggerezza che l’oscurità della vita. Stef ama viaggiare, e tiene gruppi di scrittura creativa per ragazzi. Nel 2012 ha vinto un Olivier Awards per lo spettacolo RoadKill, ed è stata nominata Associate Artist del Traverse Theatre di Edimburgo. Si divide tra Glasgow, Leeds e Londra.

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30