INFORMAZIONE
CULTURALE
Marzo 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7647
Articoli visitati
5090543
Connessi 16

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
27 marzo 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

IN CORSA PER LA PACE

ULDERICO LAMBERTUCCI

Il maratoneta di Dio: da San Pietro a Pechino a piedi.
giovedì 11 dicembre 2008 di Silvana Carletti

Argomenti: Religione


Segnala l'articolo ad un amico

Ci sono eventi ed avvenimenti eccezionali, impensabili per la mentalità comune, ma che alcune persone riescono a realizzare, grazie ad una fede fortissima che permette loro di compiere azioni straordinarie.

E’ il caso di Ulderico Lambertucci, un imprenditore edile di circa 60 anni, maratoneta per passione, che riesce a compiere viaggi lontani e difficoltosi, a piedi, “in corsa verso la pace”.

Dopo le mete felicemente raggiunte di Lourdes, Fatima , Santiago de Compostela, Gerusalemme, Ulderico decide di recarsi addirittura in Cina, partendo dalla Basilica di San Pietro, per giungere alla tomba di Padre Matteo Ricci, un coraggioso missionario del 1600 che per primo auspicava una divulgazione della religione cattolica in terra straniera, mantenendo la lingua e la cultura autoctone.

JPEG - 26.7 Kb
Padre Matteo Ricci

Padre Matteo Ricci era di Macerata, come Lambertucci che vuole, in un certo modo, riprendere un discorso spirituale interrotto dopo la morte del “profeta”, recandosi in mistico pellegrinaggio dall’Italia alla Cina, perché questo immenso Paese "ritrovi la via che conduce al Signore".

In un primo momento, il progetto appare a tutti irrealizzabile; ma, conoscendo la fede, la tenacia, la forza di un uomo che aveva già compiuto imprese al limite delle normali possibilità, a poco a poco, ci si deve convincere che Ulderico non rinuncerà sicuramente al suo sogno e che ce la farà, anche questa volta!...

Come Madre Teresa di Calcutta che credeva intensamente nell’aiuto e nella Provvidenza divina, Lambertucci inizia, nella primavera dell’anno 2006, i preparativi per il suo lunghissimo viaggio.

Costituita nel 2005 l’Associazione “Il Maratoneta”, cui aderiscono molte persone, si cercano degli sponsor, si contattano Associazioni italo-cinesi, Agenzie turistiche e viene assicurata anche la copertura televisiva, grazie al giornalista Daniele Morini.

E’ fissata anche la data della partenza, in modo da arrivare a Pechino entro il mese di Ottobre, per poter eseguire, al ritorno nelle Marche, la raccolta delle olive nei campi di proprietà del “maratoneta”.

JPEG - 54.8 Kb
Il camper di appoggio
JPEG - 38 Kb
Lambertucci con i suoi inseparabili amici
Zamir Dekavelli e Ferdinando Stacchiotti

Si attrezza, come sempre, un camper in maniera altamente tecnica, capace di soddisfare esigenze di sopravvivenza e di riprese fotografiche e televisive. Compagni di avventura sono, come in altre occasioni: Zamir Dekavelli e Ferdinando Stacchiotti. Ulderico dovrà percorrere 12.000 Km a piedi e l’avventura può incominciare!...

Si inizia da Piazza San Pietro per proseguire verso l’Europa dell’Est, attraverso la Slovenia, la Croazia,l’ Ungheria, la Romania, la Moldavia, l’Ucraina, la Russia, il Kazakhstan ed infine la Cina. Ogni Paese che Lambertucci percorre riserva immagini naturali, storiche ed artistiche memorabili: dalle distese di neve, ai segni indelebili delle guerre più recenti, fino alla lotta contro le forze della natura: bufere, tempeste, freddo intenso ed ostacoli imprevisti lungo le strade.

In Moldavia e Ucraina il “maratoneta di Dio” può vedere da vicino la povertà dell’Italia rurale del secondo dopo-guerra; in molte città, come a Rostov, Lambertucci è accolto con grandi onori e festeggiamenti dalle autorità locali. In Russia, incontra l’amico Rocchetti, ex massaggiatore della nazionale italiana di atletica leggera arrivato ai piedi del Caucaso per convincere Ulderico a rallentare un po’ la sua corsa. In Kazakihstan attraversa le zone desertiche, si imbatte in molte realtà dominate dalla miseria, ma dove l’amore e la solidarietà umana sono immensi e a portata di mano.

Per tutto il viaggio, l’amicizia e l’affetto dei suoi compagni non lo abbandonano mai.

Assieme a loro consuma pasti frugali, dorme nel camper e festeggia i suoi 60 anni, sempre sereno, sorridente e fiducioso nel successo del pellegrinaggio.

Ed infine, l’arrivo commovente in Cina a Pechino, il 12 Agosto 2006 dove Ulderico può inginocchiarsi davanti alla tomba di Padre Matteo Ricci, tra gli applausi e i festeggiamenti di tantissime persone, compresa la troupe del cineoperatore Federico Borghesi che ha seguito l’impresa, per poter far conoscere a molti un avvenimento insolito e altamente significativo.

JPEG - 34.6 Kb
Finalmente alla meta
Cattedrale Sud di Pechino, edificata sulla casa di Padre Ricci

Nella Cattedrale Sud di Pechino, edificata sulla casa di Padre Ricci, Ulderico lascia una piccola statua della Madonna di Loreto, immagine che lo ha accompagnato durante il lunghissimo viaggio.

Il medico personale omeopata che lo segue da tempo dice che il suo paziente si serve di “talenti” naturali e che grazie soprattutto ad una ferrea tenacia e grandissima passione ed una fede illimitata, Ulderico riesce a “spostare le montagne”. Il suo fisioterapista afferma che il fisico asciutto ottenuto da anni di duro lavoro ed una grande passione fanno di lui, un atleta incredibile.

Ma, a parer nostro, un uomo capace di simili imprese, che lascia famiglia e lavoro per “correre” verso un ideale di pura spiritualità, rientra nella categoria di quegli eroi che dedicano la loro vita al pensiero di Dio e che riescono, come scrive un suo accompagnatore, a trasmettere agli altri la “voce del cuore, la sola che ha la virtù di abbattere qualsiasi confine”.