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Logica del caos


venerdì 5 dicembre 2008 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Scienza


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In passato l’aleatorietà di taluni fenomeni veniva giustificata con una carenza di dati disponibili. Recentemente ci si è accorti che esistono fenomeni anche semplici che restano imprevedibili anche se si aumenta l’informazione. Ad esempio, quando si facevano le previsioni del tempo nell’’800, si disponeva di pochissimi dati al riguardo perché non c’erano archivi di lunga data su che tempo aveva fatto su una data regione nel tempo passato. Quando si è passati al ‘900, e in questi secoli, poiché sono stati formati gli archivi, si è cominciato a sapere di più che tempo aveva fatto negli ultimi 50 anni quel giorno, e con l’invelocirsi delle comunicazioni, le stazioni meteorologiche sono state in grado di sapere che tempo fa al Polo Nord. Però ci si è accorti che, all’aumento di dati disponibili, non corrispondeva un aumento delle probabilità di avere un dato certo. In pratica, si prevedeva di disporre della certezza, ma ci si è accorti invece che vi sono fenomeni che restano aleatori anche con l’aumento o la totalizzatone di dati disponibili. A questo genere di aleatorietà si è dato il nome di caos.

Un paradosso apparente è che il caos è deterministico. Cioè, a breve scadenza, il comportamento e il risultato è prevedibile, è contenuto nel passato, per cui, se prendiamo 2+2, è prevedibile che dia 4, breve scadenza. Però se 2+2 lo mettiamo in una espressione aritmetica piena di intersezioni, allora 2+2 elevato al quadrato x meno 5 può dare 18.

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Uno degli antichi assiomi della tradizione esoterica di oriente e occidente era “l’ordine dal caos e caos dall’ordine”. Il motto dei Rosacroce è “ordo a chao, chao ab ordine”. Esotericamente, che il caos provenisse dall’ordine e viceversa, era un’acquisizione antica.

Il fatto è che secondo la tradizione antica l’ordine proviene dal caos e viceversa, tanto è vero che davano alcune cosmogonie provenienti dal caos generatore, un universo ordinato che finisce nel caos, e quindi in questo senso, ordine e caos si alternerebbero. La mia ipotesi sarebbe che ordine e caos non si alternano ma sono operativamente continuativi, non si generano, ma risultano imprescindibili.

La scienza dice che c’è ordine nel caos, ed intende dire che c’è ordine nel principio caotico, mentre invece c’è ordine solo nei suoi effetti. La mia ipotesi è invece che il caos ha una propria coerenza e una propria logica non nel senso che in esso vi sia dell’ordine, perché allora sarebbe ordine, e diventerebbe uno sterile gioco di parole. Quello che intendo dire è che il caos, essendo reciprocamente imprescindibile con l’ordine, non può caotizzare tutto, ma caotizza tanto quanto viene ordinato, quindi la logica del caos è la inevitabile corresponsione propria con l’ordine.

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In pratica, tra caos e ordine si verifica lo stesso rapporto che intercorre fra tutto e nulla, tra consapevolezza di sé e dell’alterità, tra pro e contro, etc. La persona comune pensa di vivere una vita controllata, fortunata e sfortunata; l’individuo saggio, avendo un’ottica più ampia, trova normale tutto ciò che accade mentre accade. Una delle conseguenze è che nel caso dell’esoterismo tradizionale ordine e caos venivano ad operare col tempo e nel tempo, con lo spazio e nello spazio; nella mia ipotesi direi che operano prima che ci sia spazio e tempo.

La scienza si è chiesta che origine ha il comportamento caotico, e una delle risposte è stata il moto browniano. Il moto browniano è quel moto esibito da un elemento in sospensione in un ambito di movimento tale che non risulta prevedibile. Ad esempio, se prendiamo un contenitore colmo di liquido, e mettiamo una particella in sospensione, ci accorgiamo che la particella si muove, balla dentro. Dopo le prime mosse non si capisce più niente, diventa imprevedibile quali mosse farà la particella. Un altro esempio si può fare con il barilotto contenente i numeri del Lotto; giriamo il barilotto e genera un groviglio. Un altro esempio può essere quando abbiamo un pensierino, un flash, e ci accorgiamo che il pensierino balla, fa la cavalletta, dando un groviglio, per cui la situazione può essere tale che non si sa da quale particella si è partiti.

Proviamo a ribaltare il concetto: quante volte notiamo una situazione aleatoria, imprevedibile, indecifrabile, che definiamo caotica, ma che invece ha ben nitide le sue cause, salvo che sono trasparenti come le molecole dell’acqua ? Ma c’è un’altra cosa che appare evidente. Gli scienziati definiscono caotico qualcosa che caotico non è; è non controllabile, ma caotico è il risultato appariscente. In realtà tutte le singole azioni delle molecole sono tutte fisiche, precise e misurabili. È il loro eccesso di presenze che sembra dare un risultato caotico. Allora ci troviamo di fronte due situazioni, una che presumibilmente è caotica in senso reale, e una che è caotica in senso apparente.

Quando nella vita vissuta una situazione risulta caotica, di che tipo sarà ? Prendiamo un esempio classico, il rapporto di coppia. Quante volte un partner dice urlando “sei matto, scontrollato, non ti capisco più, non sei la persona che ho conosciuto” ? Il partner sta denunciando tutti e due i tipi di caos, il caos pazzia, l’imprevedibilità, e il caos apparente (non ti riconosco più).

Quando abbiamo un evento in uno stato di ordine, cosa abbiamo in realtà ? Un evento che può generare una rosa infinita di eventi, un evento che è tutto attuale rispetto il precedente, e tutto potenziale rispetto il futuro. Immaginiamo che l’evento abbia un infinito di possibilità. Contrariamente a quello che sostiene la scienza ufficiale con il principio di causalità, non è che l’evento a genera l’evento b, il quale genera l’evento c, il quale genera l’evento enne, principio di causalità. È vero ma ingenuo. In realtà l’evento a genera una rosa di eventi possibili; l’evento b genera una rosa di eventi possibili etc. L’evento incontra un vuoto costituito da una rosa di eventualità. C’è da cogliere che l’infinita possibilità di accadimenti è nessun accadimento; deve subentrare un fattore che fa sterzare su un evento, uno solo, quell’evento lì, che chiameremo evento b. B sarà la conseguenza di a, ma si troverà nella stessa situazione, produrrà una rosa di eventi possibili etc.

Per concludere, il caos non è quando si aggroviglia il disegno, non è quando sembra succedere l’imprevisto, il caso, ma è quel fattore che genera un evento in una rosa continua, intervenendo continuativamente.

 

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