Le recenti vicende Alitalia, così contrastate e difficili da risolvere, sembrano ormai superate.
Da entrambe le parti “contendenti” vi sono stati sforzi di conciliazione.
Resta, però, il grave problema degli esuberi e di chi si ritroverà, all’improvviso, senza lavoro.
L’intervento di un partner straniero è più che mai auspicabile e, dopo l’allontanamento dell’Air France, della cui responsabilità ognuno è pronto ad accusarsi a vicenda, si ritorna a parlare di alleanze con la stessa o con la Lufthansa o la British.
Con una grande differenza, a nostro modesto parere: che la Lufthansa tenderà a valorizzare ancora una volta come è avvenuto con i governi Berlusconi, l’aeroporto di Malpensa, mentre la Compagnia francese, preferirebbe rivalutare lo scalo di Fiumicino che, negli anni precedenti, si è visto togliere i voli intercontinenatali e il relativo traffico.
E’ semplicemente assurdo che in un Paese come l’Italia, la cui prima forma di guadagno o meglio, di sopravvivenza, è il turismo, si cerchi di declassare l’aeroporto della Capitale, aperto a raggiera verso il mondo, meta incontrastata di turismo intercontinentale e posizionata al centro di una nazione tutta da visitare e da ammirare.
Persino alcuni esponenti del Governo hanno ammesso che Milano, pur essendo uno scalo di grande importanza per le relazioni commerciali ed industriali, è difficilmente raggiungibile con auto o treno dalle altre città del Nord e non può realizzare il volume di traffico dell’aeroporto romano.
Sicuramente, data l’influenza determinante della Lega, si finirà per scegliere un partner favorevole a Malpensa e a nulla serviranno le proposte o le proteste vere o simulate del Sindaco Alemanno.
Ci si dimentica, infatti, troppo spesso, che la nostra città, oltre ad essere capitale d’Italia, è da secoli, di nome e di fatto, “caput mundi”.