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MISS MARX DI SUSANNA NICCHIARELLI

Un significativo biopic sulla condizione femminile
lunedì 25 gennaio 2021 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: CINEMA, Film


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Tante sono le autorevoli figure femminili dimenticate e trascurate in tutti i campi dalla storia dell’Umanità che ha sempre messo in rilievo prevalentemente i personaggi maschili.

Non sfugge a tale destino nemmeno Eleanor Marx, la figlia di Karl Marx, riportata alla luce dal film “Miss Marx”, presentato alla 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia, disponibile su Netflix, scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, regista, attrice e sceneggiatrice, autrice di molti corti e documentari e di opere come Il Cosmonauta, vincitore del Premio Controcampo al Festival di Venezia, di La Scoperta dell’Alba, Esca Viva, Nico.

“Miss Marx”, è centrato sula figlia minore di Karl Marx (Philip Gröning), Eleanor (Romola Garai), detta Tussy, la più combattiva delle tre figlie del filosofo tedesco, ne portò avanti le idee, lottando per diritti dei lavoratori, pari opportunità in istruzione e suffragio universale. Sua sorella, Jenny, in effetti, morì poco prima del padre, mentre Laura si trasferì in Francia.

Il film ,comunque, punta più sulla vita privata che sul suo impegno sociale, evidenziando come Eleanor, così lucida e volitiva nelle lotte politiche, appaia invece intrappolata in un rapporto amoroso con il suo compagno di vita, Edward Avelling (Patrick Kennedy), noto commediografo egoista, fumatore di oppio e donnaiolo che s’ indebitava continuamente, dilapidando l’eredità lasciata a Eleanor da Friedrich Engels

Significativa la scena in cui Eleanor e Edward recitano il famoso dialogo tra Nora e Helmer di Casa di bambola di Ibsen: Eleanor sembra impersonare in modo realistico la dura sorte di una donna condizionata per tutta la sua vita dalle figure maschili a lei più care: quella del padre e del compagno.

Oltre ai condizionamenti educativi, dalla figura paterna, da lei tanto amata e venerata, le arriverà una dolorosa delusione nello scoprire una relazione con una serva e un figlio illegittimo, riconosciuto dall’amico Engels (John Gordon Sinclair) come suo per salvare il matrimonio dei Marx, dal suo compagno Edward le giungerà “un’oppressione morale”, di cui non riuscirà mai a liberarsi: paragonerà infine l’umiliante condizione femminile, imposta dal patriarcato, a quella altrettanto umiliante ed iniqua dei lavoratori oppressi dalle classi ricche e potenti.

Purtroppo le cocenti delusioni subite, alla fine indebolirono il suo amore per la vita e nel 1898, ormai dipendente da oppio, Eleanor Marx morì suicida.

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Susanna Nicchiarelli

Senz’altro notevole l’interpretazione degli attori, esteticamente possenti le immagini delle scenografie di Alessandro Vannucci e Igor Gabriel e dei costumi di Massimo Cantini Parrini, valido l’inserimento di filmati d’archivio testimoni di una realtà storica. Colpisce l’originale scelta musicale con la rilettura punk rock di brani celebri, in particolare nella scena simbolica in cui Eleanor si scatena in una danza liberatoria prima del suicidio.

Giovanna D’arbitrio

 

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