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LETTERA APERTA AD UNA BIONDA


mercoledì 30 dicembre 2020 di Sandro Meardi

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Come ogni inizio d’anno, siamo un po’ tutti presi da qualche buon proponimento che talvolta abbiamo però disatteso rimandandolo all’anno successivo.

C’è chi si ripropone di dedicare un po’ di tempo alla ginnastica, chi di mangiare un po’ meno per dimagrire e chi, più in generale, di cambiare stile di vita, rendendolo più salutare e in linea con i consigli del proprio medico personale. Tra le varie promesse a se stessi, non manca (quasi) mai, almeno tra i fumatori tra i quali mi annovero anch’io, quella di smettere di fumare: forse la promessa più difficile da mantenere. Una promessa che però dà modo di riflettere e magari, vergandola nero su bianco, chissà che questa volta sia la volta buona.

“Mia amatissima bionda, ti starai chiedendo il perché di questa mia riflessione al tuo indirizzo. Una curiosità, la tua, più che legittima; ben al di là del genere femminile che rechi con te. Quest’ultimo, dicono, curioso per natura, di conoscere quanto intorno ad esso accade e per quale motivo possa riguardarlo.

Mi pregio di esaudire ogni tua curiosità, ad iniziare da quella mia colpevole indifferenza che per decenni non ti ha mai rivolto parola. Eppure è una vita intera che Ti tengo tra le mani anche se, meglio sarebbe, dire tra le dita. Quando ancora adolescente, grazie a te, mi facevi sentire adulto, sebbene fossi costretto a nasconderti agli occhi dei più o, sempre di nascosto e frettolosamente gettarti via, prima ancora di averti assaporato sino all’ultimo respiro che non mi hai mai negato.

Da allora, quanti ricordi, belli o brutti che fossero, ho trascorso in tua silenziosa compagnia. Ti accendevi in un attimo e il fiore incandescente che emettevi alla tua estremità, nello stringerti e aspirarti tra le labbra dall’altra, simboleggiava una magia che soltanto chi ti ha provato può capire.

Avvolto nel tuo fumo, che a tratti pareva disegnare nell’aria le allegorie dello stato d’animo di un momento, sapevi rilassarmi ovvero regalarmi la concentrazione necessaria per essere all’altezza.

In quei pochi centimetri della tua effimera vita, bruciata con lo stesso impeto di una passione passeggera, sembrava albergare in te una vita parallela che tutto dà senza nulla chiedere in cambio. Si, questa cosa qua, il tuo altruismo, mi piace proprio tanto riconoscertela.

Come dici? Mi chiedi se avrò nostalgia della tua compagnia? Credo proprio che avrò sempre nostalgia di te; nonostante quel tuo “profumo” inconfondibile, divenuto ormai quasi per tutti insopportabile. Per non parlare poi dei gufi, dei quali credimi, sono stanco di subire le loro nefaste profezie sulla mia salute a causa tua.

Però sai, mia amatissima bionda, una cosa te la devo proprio confessare. Quella partita a calcetto o una rampa di troppo nel salire le scale, mi ha come aperto gli occhi, in controtendenza alla chiusura dei miei polmoni che non sono più quelli di una volta. I soliti gufi, ai quali non ho mai dato ascolto, dicono sia colpa tua che di danni ne faresti sin troppi, oltre a quel leggero affanno. Forse è tutto vero! Ma che importa ormai? Quando si ama, come ti ho amato io, si è disposti ad accettare pregi e difetti e anche fossi l’ultima, per me rimarrai nel ricordo sempre la prima. Addio amata bionda.

* Bionda, per chi non lo sapesse, è il nomignolo che in gergo tra i fumatori è attribuito alla sigaretta.

 

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