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A PROPOSITO DI ENDORFINE ED ESORFINE

di Andrea Forte & Vivi Lombroso
lunedì 23 novembre 2020

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Sul problema delle esorfine la scienza ufficiale ritiene che se ne sappia molto. A nostro avviso, non sa di sapere poco e non sa perché se ne sa poco. Al contrario, sulle endorfine ritiene che se ne sappia poco. A nostro avviso, non sa di sapere molto e non sa perché ne sa molto.

Per quanto riguarda le esorfine, la scienza ufficiale ritiene di sapere molto sulle droghe, l’informazione è così vasta, proliferata, organizzata, che è sfuggita al controllo. Questo gioco di ribaltare sistematicamente ogni concetto può essere fatto con tutto. Forse è questo che intendevano i Maestri quando dicevano “recuperare di ogni cosa tutti gli aspetti”.

Con questo sistema, ci si accorge che si può spiazzare tutto e tutti. Il fenomeno della tolleranza è stranoto e si verifica non solo nei confronti di sostanze o di cibi, ma anche nei confronti dell’informazione (la necessità di saperne di più, sempre più miniaturizzata e specializzata); del collezionismo, dei rapporti affettivi e di lavoro. Questo fenomeno di aumentare progressivamente la dose (droghe, oggetti, amori) lo riscontriamo nel tossicodipendente, nel mistico, e nel meditante.

Se osserviamo il comportamento del mistico, ci accorgiamo che prega, e più prega e più pregherebbe, più si autopunisce e più avverte la necessità di aumentare la dose di punizioni. E così nel meditante dove agli inizi c’è il desiderio di meditare di “più”, “meglio”, fino a che si starebbe sempre a meditare per migliorare.

Per sostanze psicotrope si intendono quelle che alterano il comportamento psicofisico di chi le assume, che va dal caffè alla droga. La Scienza Sacra sostiene che qualunque sostanza eccita la situazione psichica e di conseguenza il comportamento. Il numero delle sostanze e dei preparati, gli interessi in gioco sono una materia enorme. Questo criterio lo ritroviamo in quegli alimentaristi che sostengono “siamo quello che mangiamo”.

Focalizzando l’attenzione sugli psicofarmaci, constatiamo che la classificazione di queste sostanze proposta dalla scienza ufficiale è arbitraria, perché si notano costantemente variazioni tra individui da cui è risorta la cronofarmacologia che tiene conto della bioritmia del paziente. Quindi ogni assunzione di sostanza è comunque un salto nel buio per gli effetti collaterali e il gioco delle interazioni organiche.

Per quanto riguarda le endorfine, sono sostanze prodotte dal sistema nervoso centrale che danno fenomeni di tipo oppiaceo. Facendo analisi su uno sportivo sotto stress, e un meditante sotto stress psichico, si riscontrano gli stessi aumenti di produzione endorfinica. È la meditazione che produce endorfine, o le endorfine che producono la meditazione ? Fino a che punto le nostre percezioni, acquisizioni non sono il prodotto di tempeste biochimiche ?

C’è un altro vettore che parte dal discorso sulle endorfine. Esiste una massa di individui che non si pone un certo tipo di problematiche, sociali, culturali, filosofiche etc. Poi c’è una parte che si occupa di problemi sociali, culturali etc, e poi c’è una parte che si occupa di esoterismo. Focalizzando su questo gruppo, vediamo che chi si fa una cultura esoterica diventa sempre più riservato nella misura in cui si rende conto che una problematica che sembra risolta in una chiave, non lo è in un’altra. Ci si rende conto che si sa poco dei problemi e delle loro soluzioni, ci si rende conto che è tutto precario e che per dare il problema per noto o risolto, possiamo solo alludere o fare atti di fede.

Invece di cercare spiegazioni, certezze, verità, per vederle subito dopo infrangere, visto che non ci si può aggrappare a una cosa che te la tolgono da sotto i piedi, sarebbe forse il caso di iniziare a raccogliere delle situazioni fortemente attendibili con le quali arrivare ad una mappa più realistica.

 

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