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INTERVISTA A MARTUFELLO

Dal Bagaglino al Manzoni con successo
domenica 8 giugno 2008 di Silvana Carletti

Argomenti: Interviste
Argomenti: Teatro


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Incontriamo Martufello al Teatro Manzoni, ove presenta la commedia di Armando Curcio “I casi sono due”che sta riscuotendo un grande consenso di pubblico e di critica.

Per la prima volta, dopo la pluriennale esperienza del cabaret, il celebre attore è protagonista di un lavoro teatrale e i risultati sono eccellenti. Martufello interpreta il cuoco Gaetano Esposito con innata verve e notevole bravura, suscitando una irresistibile comicità e un ininterrotto coinvolgimento da parte degli spettatori.

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Gli chiediamo:

- Come nasce il tuo nome d’arte?

- Sono nativo di Sezze (Latina) e nel mio paese, Martufello significa bambino molto vivace, biricchino, proprio come ero io…

- Da dove deriva il tuo dialetto?

- Naturalmente da Sezze. Ho solo accentuato alcuni suoni, come la “ui” al posto della v.

- Quali sono stati gli inizi della tua carriera?

- Ho cominciato per caso, quando, giovanissimo, una sera in un bar del mio paese, mi sono messo a raccontare delle barzellette. Da lì sono seguite delle serate, ove presentavo degli sketch e dei numeri comici, finchè sono approdato a Roma, al Bagaglino, dove mi sono fatto conoscere dal grande pubblico. Poi sono arrivati la radio e la televisione e il cinema.

- Come fai ad avere un numero sempre così fornito e sempre nuovo di barzellette, a dir poco, irresistibili?

- Cerco di coglierle da varie fonti; spesso le elaboro e le interpreto con un certo spirito. Le barzellette bisogna saperle raccontare.

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- Questa commedia è, in assoluto, la tua prima esperienza teatrale?

- In verità, anni or sono ho recitato nei “Menaechmi” di Plauto, riscritta da Pingitore e nell’Operetta “Il cavallino bianco” diretta da Gino Landi.

- Come sei approdato al Manzoni e al “Teatro” vero e proprio?

- Devo tutto al regista Silvio Giordani che già un anno fa, aveva acquistato i diritti della commedia, aspettando soltanto che io mi decidessi ad interpretarla; altrimenti, avrebbe rinunciato al progetto. Ho pensato e ripensato a questa allettante proposta, spesso non dormendo la notte, finchè ho preso la decisione di accettarla e ne sono molto soddisfatto.

- Come hai affrontato un impegno artistico a te nuovo?

- L’impegno più grande è stato quello di staccarmi dall’attore di cabaret, per assumere un ruolo “teatrale”. Ho lavorato sodo, anche con il regista e, se mi capitava di dire qualche battuta comica non prevista dal copione e che era ritenuta molto divertente dagli altri attori, mi affrettavo a sopprimerla, per mantenere rigorosamente il carattere richiesto dal personaggio e dal suo autore. Si è trattato, insomma, di una ricerca continua di “equilibrio” tra la mia esperienza abituale e la nuova che stavo affrontando.

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- Dove è avvenuto il debutto?

- La prima rappresentazione è avvenuta in provincia, a Brescia, quasi per un bisogno inconscio di “tastare il terreno” ed il successo è stato straordinario, davvero imprevedibile. Di seguito, abbiamo presentato il lavoro a Fiumicino, al Teatro Traiano e, anche qui, abbiamo riscosso applausi e consensi.

Dopo di che, mi sono sentito pronto per Roma e per“Manzoni” e devo dire che il successo che stiamo ottenendo è davvero entusiasmante.

- Pensi di continuare su questa linea ?

- Per ora, continuerò a lavorare con il Bagaglino, ma resto in attesa di una nuova proposta da parte del regista Giordani per ritornare al teatro , perché sento che questa esperienza mi piace e mi completa come attore.

Salutiamo Martufello complimentandoci con lui per la sua poliedrica attività artistica ed augurandoci di tornare presto ad applaudirlo sulle nostre scene.