a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
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27 marzo 2024
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Sappiamo tutti che la pubblicità è l’anima del commercio, specie quella effettuata tramite i media. Si stima che, dopo un minimo spot pubblicitario di un prodotto fino ad allora sconosciuto, il giorno seguente, gli acquisti aumentino in maniera esorbitante.
Purtroppo, però, molto spesso, il ripetersi continuato e metodico di una pubblicità rivolta sempre allo stesso prodotto, finisce per disturbare, oltre i limiti, la visione di un film, di un telegiornale, di un talk show e così via.
Come esempio, posso indicare una nota ditta di divani che, da artigianale, ha assunto dimensioni industriali in breve tempo e che, ossessivamente, ripete slogan su slogan, disturbando anche il Padre Eterno pur di lanciare sul mercato i propri prodotti che, a volte, recandosi poi nei loro negozi, risultano molto più costosi di quanto declamato in TV.
Probabilmente, non c’è rimedio all’invasione della pubblicità nei comuni programmi televisivi, ma penso, basterebbe un po’ di buon senso nel regolarizzarli, perché può esserci il rischio di allontanare i possibili clienti da un eventuale acquisto, ottenendo l’effetto contrario a quanto si propone e che viene pagato enormemente.
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