La generosa e antica terra del Cilento è patria di filosofi e poeti fin dalla più profonda antichità.
Ben noti sono i resti del Municipio romano di Velia, la cui acropoli, oggi visitabile, domina il mare dall’alto della collina tra le foci del fiume Aliento e della Fiumarella ai suoi tempi porto ora interrato. Ci troviamo poco sopra Marina di Ascea, cioè a metà strada sulla litoranea che congiunge le due punte del Cilento, Punta Licosa più a nord presso Castellabate e Capo Palinuro a sud.
Ma forse non tutti ricordano che Velia era la città greca di Elea, dove Parmenide nel VI-V secolo a.C. ha fondato la filosofica scuola eleatica dove si speculava sull’essere e il non essere, distinguendo il mondo sensibile, regno del molteplice e del divenire e il mondo intelligibile della ragione che “solo è e non può non essere”, essendo privo di contraddizioni. Ma chi non ricorda i paradossi di Zenone di Elea dove Achille non riesce a raggiungere la tartaruga, a causa della contraddizione assurda nel comporre grandezze finite come somma di elementi infinitesimi?
Questa terra è piena di storia e opere d’arte di cui vogliamo qui dare solo qualche cenno, nel ricordo di un nostro recente viaggio di esplorazione fuori stagione turistica tra fantastici panorami, paesaggi urbani, tratti di natura “quasi” incontaminata (Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano), esplorazione di castelli e chiese medievali, incontri con le persone del posto. Una terra viva e vivace che ha riscoperto le sue tradizioni ed orgogliosa si apre ad offrire al turismo di elite non solo natura ma anche cultura, oltre che una antica tradizione culinaria ed enologica.
Abbiamo ad esempio trovato nella cittadina, semi deserta in gennaio, di Marina di Ascea una piccola libreria dove “il libraio” Giacomo Paolino, contribuisce a mantenere viva le tradizioni cilentani, sia pubblicando una rivista di attualità sul territorio “La Mandragola” (Cilento Magazine), che facendo l’editore di libri di scrittori e poeti locali. Abbiamo qui incontrato ed avuto una simpatica chiacchierata con Raffaele de Dominicis che assieme all’editore Paolini ci hanno omaggiato di un libricino con dedica di poesie “della memoria” in italiano: Trasparenze.
Ma con questa nota vogliamo condividere con i nostri lettori una recentissima scoperta (per noi) della poesia in “lingua cilentana”. Siamo stati travolti ed emozionati nell’incontro, in casa di comuni amici, con Maurizio Tortora, la cui simpatia credo traspaia anche dalla sua immagine.
Di antica famiglia del Cilento ha dedicato la sua vita professionale alla medicina: imbarcato sulle navi, quindi al Cardarelli di Napoli ed ora consulente per la radiologia a Vallo della Lucania, vive finalmente nel suo Cilento ai piedi di Velia. La sua vocazione è però stata sempre la poesia e la musica. Ha collezionato una quantità innumerevole di prestigiosi premi per la poesia dialettale ed ha composto anche uno spettacolo in versi e musica che non poteva che intitolarsi “Canzuncella cilentana”. La sua estroversa “joie de vivre”, sprizza simpatia da tutti i pori, e quindi non possiamo esimerci dal sentirlo recitare una sua poesia, nella sua lingua, che abbiamo avuto la possibilità di raccogliere dal vivo.
VILLANELLA CA’ LA MATTINA VENI
La intensità della sua passione ci viene trasmessa dal calore della sua dizione e ci fa capire che al suo amore per la poesia non è secondo quello per le belle donne, la buona cucina e il vino della sua terra.