Il codice stabilisce che la destinazione d’uso delle parti comuni possa essere modificata “con un numero di voti che rappresenta i quattro quinti dei partecipanti al condominio e i quattro quinti del valore dell’edificio”.
Pertanto è necessaria la maggioranza per i cambi di destinazione d’uso.
Anche la nuova norma, comunque, stabilisce che il cambio è permesso solo se non reca pregiudizio alla stabilità o sicurezza del fabbricato, al pari godimento di tutti i condomini e a patto che non ne alteri il decoro.
Il risultato è che oggi il riuso di spazi condominiali non più utilizzati è ostacolato, piuttosto che agevolato.