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Usura e usurai (Novimedia, 2007)

L’USURA ATTRAVERSO RELIGIONI E REGIMI

Una sintetica ricognizione della storia di soldi dati a prestito
venerdì 25 aprile 2008 di Carlo Vallauri

Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Vittorio Mario Petrelli


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Vittorio Mario Petrelli fornisce in Usura e usurai (Novimedia, 2007) una sintetica ricognizione della storia di soldi dati a prestito per ricavarne un interesse.

Nel succinto libro si risale addirittura alla civiltà egiziana per poi vedere, attraverso il Deuteronomio di stampo mosaico, e quindi greci e romani, le esperienze che segnarono nell’antichità una condizione di scambio nel quale si congiungevano necessità di persone, divise da contrapposte posizioni ma spinte ad incontrarsi nell’uso del denaro per trarne differenti vantaggi.

L’autore si sofferma sul riformismo di Calvino e Lutero mentre “pecunia non olet” permane come una realtà costante. La Chiesa cattolica dal canto suo non poteva ignorare gli intermediati di attività finanziarie (più o meno grandi): interi strati di popoli alle corde sono costretti a sottoporsi agli strozzini. E lo Stato? Preferisce non decidere, un “lasciar fare” favorito dalla diffusione del protestantesimo. Le vittime dell’usura preferivano non uscire allo scoperto.

Se in un lontano passato i debitori insolventi soggiacevano a pene strazianti, che finivano persino nella schiavitù, in seguito saranno emanate diverse tipologie di norme.

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Ricordiamo come Shakespeare abbia offerto una godibile descrizione della mentalità degli strozzini nel Mercante di Venezia, un testo che è servito tra l’altro a Braudel per dedurre i “prezzi” correnti nel tardo Seicento nel Mediterraneo. E come mai gli ebrei si sono distinti in queste lucrose attività? Una domanda che già da ragazzi molti si pongono: l’esperienza dei paesi cristiani ne ha creato le condizioni.

Al riguardo va separata la tradizione dell’antico popolo di Israele dal successivo sviluppo nel capitalismo moderno: contro l’usura si pronunciano i grandi scolastici, in particolare Tommaso d’Aquino (“praticare l’usura è delitto verso il prossimo e verso il fratello”). Sarà il papa Alessandro III a concedere la possibilità di praticare l’usura ai nemici della Chiesa. Ma nello Stato pontificio troviamo i banchi degli ebrei prestare soldi ad interessi concorrenziali a quelli dei cristiani. I Monti di pietà nascono per supplire a deficienze del sistema.

Brevi annotazioni, diligente composizione, pensieri personali, qualche esagerazione e un finale richiamo alla “pazzia”, dopo l’inevitabile citazione di Ezra Pound. Troppo poco per chi vorrebbe saperne di più. Alle foto troppo scure fa da contrasto una colorita e vivace copertina per attrarre i lettori.

 

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