Si è inaugurata a Roma, presso il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, una mostra antologica di Giacomo Balla, a cura di Elena Gigli, da anni impegnata in una catalogazione delle opere di Balla, con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma, la produzione del The Boga Foundation, i servizi museali di Zètema Progetto e la promozione di Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
L’esposizione nella cornice perfetta dell’Aranciera di Villa Borghese, ha incentrato il focus sulle opere dipinte dall’artista nella Villa tra il 1905 e il 1910, gli anni in cui si trasferisce con la moglie in un antico monastero in via Parioli 6, dal quale dipinge ciò che vede dal balcone del suo studio o subito fuori dalla sua abitazione.

- Le torri del Museo Borghese
Una prima produzione pittorica, non ancora futurista, piuttosto rivolta al tema della natura ai margini della città, a quella materia da provare e riprovare per poi scarnire fino all’astrazione.
Nelle opere in mostra c’è un desiderio di natura, di ritrarla dal vero con pennellate sottili o a strati scuri, con trasparenze di luce che sfocano i contorni e gli donano un incredibile aurea energetica. Balla percorre le istanze dell’impressionismo, del ritratto en plein air, nelle vedute di Villa Borghese, nelle Rondini, nelle figure o negli alberi immersi in un verde multiforme e multicolore.

- Giacomo Balla: Dal balcone
Altrettanto interessanti sono i ritratti incastonati in trittici come il Ritratto di donna e due paesaggi o il Maggio, in una divisione prospettica dove la pittura a strati di segni colorati intrecciati o a pennellate leggere avvolte in una luce diafana, riempiono i volumi, mostrano la prospettiva d’infinito, indagano la luce e il colore.
Oppure certe prove come l’Autoritratto notturno o gli Affetti dove sembra potersi toccare l’aurea energetica del suo volto ritratto o l’amore avvolgente della madre fuori campo che illumina di calore caldo il capo della bimba davanti a sé.
Tra le altre anche il grande e magnifico quadro de L’Ortolano del 1902 appartenente alla Collezione dell’Accademia di San Luca, avvolto in colori pesanti e oscuri come la fatica che sembra trascinarlo in un’andatura claudicante e incerta.

- Giacomo Balla: Alberi e siepe
La mostra prosegue anche nelle sale al primo piano del Museo, in un suggestivo ampliamento che attualizza lo “sguardo fotografico” di Balla con una serie di scatti di Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in Mostra.

- Giacomo Balla: Maggio
Durante il periodo dell’esposizione sarà proiettato il film di Jack Clemente “Balla e il Futurismo”, vincitore del premio Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 1972 nella sezione documentari d’arte. Protagoniste del racconto sono le figlie di Balla, Elica e Luce e le immagini del documentario mostrano l’appartamento di Via Oslavia, le sue stanze, il corridoio dove l’artista mise in atto la “Ricostruzione futurista dell’universo” teorizzata nel 1915 con Depero.
da martedì a venerdì ore 10.00/16.00
sabato e domenica 10.00/19.00
Ingresso gratuito.