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Lorenzo e Michela

Schegge di Vita 2 - Lorenzo

Altri frammenti della sua infanzia, raccontati con garbo e incisività.
giovedì 1 febbraio 2018 di Michela Orefice

Argomenti: Ricordi
Argomenti: Racconti, Romanzi


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Questo articolo è in un certo senso il secondo capitolo di quello pubblicato dall’autrice nel giugno 2008 “Non solo Gomorra, schegge di vita”, dove ci racconta frammenti della sua vita infantile (circa anno 1985) e in particolare in questo i rapporti con suo fratello Lorenzo. (La redazione)

Il cortile è molto ampio e non pavimentato. Rappresenta il “parco giochi” di tutti i bambini del vicinato che vi si riuniscono per giocare a nascondino, mosca cieca o color color. L’asperità dello sterrato ci procura dolorose sbucciature di ginocchia e tuttavia non costituisce un deterrente efficace per la nostra voglia di giocare. Spesso Lorenzo, mio fratello, improvvisa due porte nel cortile per disputare una partita di calcetto. I componenti della squadra sono figli di vicine-clienti e puntualmente nessuno di loro vuole andare in porta. Allora Lorenzo faticosamente ne convince uno e poi propone a me di fare l’altro portiere ed io, benché non ami particolarmente il gioco del calcio, accetto l’incarico al solo scopo di compiacerlo. Quando l’avversario mi si para davanti intenzionato a segnare, sento i miei compagni di squadra incitarmi calorosamente a parare e allora faccio del mio meglio per non deluderli. Spesso, nel lanciarmi, ricordo dolorosamente lo sterrato del cortile, ma l’ammirazione di mio fratello per la grande parata lenisce ogni sofferenza.

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Cortile con Lorenzo e Michelai

Lorenzo ha appena terminato le scuole medie ed a settembre frequenterà il I anno dell’I.T.I.S. “Enrico Fermi” di Napoli. Lettura, PC e musica pop sono le sue grandi passioni, passioni che lo fanno rimanere per lunghe giornate chiuso nella propria camera.

Di tanto in tanto vado a fargli visita nel suo “bunker” per godere un po’della sua compagnia, sapere cosa legge e come funziona il PC. Non ho mai letto un libro che non fosse scolastico, né mi sono avvicinata ai calcolatori, ma Lorenzo è per me un forte stimolo in tal senso. La sua stanza è una sorta di zona franca dove posso esprimere liberamente il mio pensiero, senza le censure della grettezza provinciale, né le condanne di una giuria popolare ottusa e presuntuosa che disapprova tutto ciò che è diverso. Lorenzo non ha grilli per la testa, né si avventura in battaglie contro i mulini a vento, come faccio io. Infatti, evita gli attriti familiari isolandosi e covando il suo sogno di vivere altrove.

Sentimenti di ammirazione ed affetto si mescolano ad antagonismo e senso d’inferiorità, alimentati dal maschilismo imperante della mia famiglia. Al mattino devo riordinare la mia stanza e quella di Lorenzo perché sono “femmina”; devo apparecchiare e sparecchiare la tavola per lo stesso motivo e via dicendo. Quello di Lorenzo è un vantaggio alla nascita: è maschio.

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Michela vorrebbe aiutare nonna Luciana

L’estate passa molto in fretta e ben presto mi ritrovo sui banchi della Scuola Media Statale “G. Aspreno Rocco”, classe I A. Buona parte dei miei compagni viene a scuola malvolentieri e lo scarso rendimento ne è la prova. In breve tempo e con poco impegno divento la migliore della classe, pupilla di tutti i professori eccetto quello di educazione artistica, il simpatico professor Ferruccio, a causa delle mie disastrose doti artistiche. Una volta terminato un disegno, mi avvicino alla cattedra per mostrarglielo ed avere un suo parere con la consapevolezza di avere realizzato uno sgorbio, malgrado i miei sforzi creativi. Il professore lo guarda appena, lo strappa col sorriso sulle labbra e mi invita, se possibile, a fare di meglio.

Lorenzo torna più tardi da scuola. A Napoli gli autobus sono quasi sempre in ritardo, quando passano... Dopo aver pranzato, come al solito, si chiude nella sua stanza per studiare e dedicarsi ai suoi hobbies. Talvolta invita qualche compagno a casa per studiare, ma non sono sicura che effettivamente studino.

Mio padre passa tutto il giorno fuori per lavoro, fa il conducente presso un’azienda di trasporti pubblica, come attività ufficiale. Mentre, come secondo impiego, ristruttura appartamenti con la sua squadra di aiutanti qualificati. Al lavoro sacrifica se stesso ed il tempo da dedicare a noi.

Mia madre è una cristiana cattolica praticante e volontaria instancabile per i bisognosi. Responsabile Caritas nella parrocchia della chiesa di S. Antonio Abate, è spesso impegnata in consegne di pacchi, visite ad ammalati, corsi di operatori pastorali, ecc.

L’assenza dei miei genitori rafforza il legame tra me e Lorenzo.

 

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