Lui allora crea un falso profilo facebook dal nome minaccioso di “lapidiamo la rovina famiglie” dove posta foto, filmati, commenti riferibili all’ormai ex amante, che diviene bersaglio di un vero e proprio linciaggio mediatico da parte dell’uomo.
L’ansia è tale che la donna ricorre alla psicoterapia ed a seguito di diagnosi medica le vengono prescritti farmaci mentre il timore dell’uomo la porta a cambiare lavoro, non frequentare più i luoghi di sempre, non uscire più sola.
Così le risultanze di facebook e la documentazione medica unite alla parola credibile di lei e ai comportamenti di lui (solitamente consistenti in sms ingiuriosi e/o minacciosi, telefonate continue, appostamenti, pedinamenti, danneggiamenti) tipicamente idonei a determinare in una persona comune un effetto destabilizzante con conseguente mutamento delle abitudini di vita, portando alla condanna per il reato di atti persecutori.