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L’ADDIO AI MONDIALI

Un’altra ferita per gli Italiani
mercoledì 15 novembre 2017 di Manuela Angiolini



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Non bastavano la crisi economica, morale, culturale e via dicendo, anche nello sport più amato dagli Italiani, arriva una sconfitta davvero impensabile che contribuisce a rendere ancora più pessimista chi deve affrontare quotidianamente difficoltà e problemi di ogni genere.

Il calcio e le sue partite costituiscono, da sempre, un diversivo piacevole, se non una vera e propria passione per migliaia di Italiani che, magicamente, si ritrovano uniti più che mai Come tifosi appassionati, davanti ad un match della loro “nazionale”.

Mai come nella partita Italia-Svezia del 13 Novembre si è sperata fino all’ultimo minuto, una vittoria che avrebbe permesso alla nostra squadra di partecipare ai mondiali in Russia.

Dopo la seconda sconfitta, dopo l’amarissima delusione, è iniziato il rimbalzo delle accuse e delle responsabilità.

Tra i motivi più diffusi: le scelte di Tavecchio, l’allenatore Ventura, l’eccessivo numero di stranieri nella nostra squadra e così via…

In realtà, oltre alla fortuna, al puro caso, alla fatalità, esistono motivi più profondi che potrebbero (il condizionale è d’obbligo) aver contribuito al fallimento della nostra nazionale.

Come in molti campi della nostra vita sociale, politica, economica, esistono scelte affrettate, spesso non valutate con la giusta attenzione che non favoriscono i migliori e i più meritevoli e che finiscono per danneggiare e compromettere risultati ed obiettivi.

L’ esclusione dai mondiali, inoltre, potrebbe inoltre recare seri inconvenienti alla nostra economia, tagliando nettamente tutte le operazioni di marketing ad essa collegate come programmi televisivi e radiofonici, viaggi ad hoc, vendita di prodotti pubblicitari ed altro ancora.

Probabilmente, però, ciò che più influirà sul morale degli Italiani, sarà “l’ennesima delusione” in un momento in cui sta crollando precipitosamente la fiducia sulle istituzioni, sull’occupazione, sul futuro, insomma, motivi che possono danneggiare soprattutto le generazioni più giovani.