Si vota oggi in Lombardia e Veneto per ottenere una maggiore autonomia dal Governo Centrale. Si tratta di un referendum cui sono chiamati circa dodici milioni di elettori: 7,9 lombardi e 4 milioni veneti.
Da moti anni è richiesta questa consultazione, promossa prima dalla Lega con Umberto Bossi e poi trascinatasi nel tempo fino alla “sfida” lanciata dai governatori Maroni e da Zaia.
Si tratta di un “regionalismo differenziato” che prevede alcune autonomie particolari, tre previste dall’articolo 116 della nostra Costituzione ed altre proposte dalle Regioni in questione.
Certamente, è un caso ben diverso da quello della Catalogna che vuole l’indipendenza dalla Spagna; comunque, si tratta di un ulteriore distacco dalla sede del Governo da parte di un Nord che detiene il primato economico del nostro Paese.
Lombardia e Veneto, da sempre, dimostrano di aver raggiunto un benessere economico maggiore rispetto alle altre regioni italiane, dovuto al successo dell’imprenditoria, del commercio in genere, delle iniziative private e non e, probabilmente, a ragioni demografiche, geografiche e storiche.
Purtroppo, il Centro e, soprattutto il Sud non hanno raggiunto il livello imprenditoriale della Lombardia e del Veneto e sono state spesso oggetto di critiche dovute, per alcuni, ad un eccessivo assistenzialismo che non avrebbe incentivato le iniziative personali, le idee ed una attività più costruttiva.
Staremo a vedere: se, vincerà il “si”, comunque, come in ogni situazione, ci saranno i pro e i contro che soltanto il futuro riuscirà a svelarci.