….Mo vene Natale, nun tengo denare; me leggo ‘o giurnale e me vado a cuccà… recitava un vecchio motivo di Carosone che, quest’anno, sembra decisamente ritornato attuale.
Non è soltanto una frase detta e ridetta, un motivo ricorrente: mai come ora, le famiglie in genere, si trovano a fare i conti con rate di mutui, bollette non pagate, spese impreviste e, soprattutto, aumenti spesso ingiustificati di merci anche di prima necessità…
Un esempio: per il cenone di Natale o Capodanno, costano molto di più il pesce, la pasta, i vini, la frutta, i dolci e persino il pane(!), primo alimento indispensabile alla nostra nutrizione. Per non parlare del latte, della carne, delle verdure e così via.
Necessariamente, quindi, ognuno di noi ha dato un taglio alle spese, non solo alimentari, ma anche voluttuarie. Regali soltanto indispensabili ed economici, all’insegna del motto: “Basta un pensiero, per fare un augurio!”.
E così, forse costretti dalle necessità, non si sono più versati fiumi di denaro per cose inutili, oggetti relegati dopo le feste nel dimenticatoio, per pranzi e banchetti luculliani che quasi sempre nuocevano alla salute e per corse sfrenate al consumismo più incontrollato.
Ma c’è anche chi si è ritrovato nella miseria più devastante, senza poter acquistare anche un minimo necessario per trascorrere “normalmente” la Festa più attesa dell’anno.
Parlo degli emarginati, dei poveri che sopravvivono grazie all’opera incessante di organi di beneficenza, di chi non ha una casa, un letto in cui dormire e di chi deve affrontare il freddo e il buio delle notti, senza alcuna speranza per il futuro.
Ed è stato Natale anche per chi l’ha trascorso in Ospedale, o in missione di pace come i nostri soldati nel mondo dilaniato ancora dalle guerre o per chi ha perso un familiare, una persona cara, spesso in modo drammatico.
Il Natale, per antonomasia, dovrebbe essere la ricorrenza della pace, dell’amore tra gli uomini, della generosità, del perdono, ma molto spesso, purtroppo, ce ne dimentichiamo.
Non è mai troppo tardi, comunque, per “correre ai ripari” e restituire a questa eccezionale Ricorrenza, il valore spirituale, morale ed umanitario che dovrebbe rappresentare per ognuno di noi.