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Rubrica: CULTURA


I lapidari nella storia


venerdì 21 dicembre 2007 di Odino Grubessi

Argomenti: Scienza


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1 - I Lapidari

L’uomo e’ sempre stato, per sua natura, attratto da ciò che era bello, prezioso, misterioso. non e’ strano quindi il suo interessamento per le gemme, che molto spesso hanno queste tre caratteristiche in comune. Nel corso dei secoli il valore intrinseco di queste pietre si é modificato anche ad opera di fattori esterni. Alla rarità ed alla bellezza, si sono sommate infatti altre caratteristiche che hanno le loro radici in altre scienze che non siano la mineralogia, come ad esempio l’astrologia e la medicina. Molta era nel passato l’ignoranza dell’Uomo, ma egli per sua natura e seguendo l’istinto, ha sempre cercato una risposta alle domande che via, via gli si ponevano. Domande che trovavano però una risposta sempre nell’ambito del mondo con cui era in contatto: nella natura prima di tutto, e quando questa non bastava, nelle forze soprannaturali.

Non si può dire con esattezza dove, come, e perché nascono e si sviluppano le credenze umane, ma noi possiamo cercare almeno di spiegare in che modo esse siano riconducibili ad oggetti terreni in tutti i sensi: le pietre appunto. I popoli orientali furono i primi a conoscere le pietre preziose e ad attribuire ad esse magiche virtù; virtù che si potevano molto più facilmente riscontrare nella fantasia dei dotti dell’epoca che non nelle gemme vere e proprie. In ogni caso, dette proprietà rimasero impresse nella mente di questi popoli e le nozioni misteriose si tramandarono nel tempo in maggior parte nella tradizione orale, ma spesso anche per iscritto. Rappresentante per eccellenza di questi scritti può essere considerato il lapidario.

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Teifascite

I lapidari sono opere che si occupano delle pietre e delle loro molteplici qualità. A seconda dell’epoca in cui sono stati redatti e dalla nazionalità del loro autore essi hanno estensione, scopo e criteri strutturali assai diversi. Basti pensare che a volte sono costituiti solo da poche pagine, mentre a volte sono dei veri e propri libri il cui contenuto si può ricondurre alla magia, alla scienza occulta, alla medicina. Ciò che però si e’ portati a credere è che i lapidari fossero simili o comunque strutturalmente riconducibili, a manuali, testi di consultazione per gioiellieri, amatori o addirittura re e principi, perché per essi dalle gemme che avevano nelle loro insegne, dipendeva la salute, la durata del regno e la felicità del popolo. Questi testi non nacquero subito come opere organiche ben definite, ma come ammassi di nozioni vaghe riscontrati specialmente nei poemi dell’India e della Grecia. I primi scritti non possono essere infatti considerati come lapidari dato che per lo più si tratta di libri con argomentazioni molto limitate. Con il passare del tempo però, e con l’evolversi delle civiltà questi testi assunsero forme ben definite, tanto che oggi si può parlare di vari tipi di lapidari.

Lapidari orientali lapidari indiani
lapidari cinesi
Lapidari classici lapidari greci
lapidari romani
Lapidari alessandrini lapidari di tipo classico pagani
lapidari di tipo cristiano
lapidari glittici
Lapidari arabi lapidari classici arabizzati
Lapidari medievali lapidari di tipo classico cristiani
lapidari mistici

- 2 - Lapidari orientali

I lapidari orientali, siano essi indiani o dell’estremo oriente, sono fondamentalmente magici, anche se unitamente alle altre virtù intrinseche della pietra, considerano il suo valore commerciale, i pregi ed i difetti.

- 3 - Lapidari cinesi

In Cina le virtù magiche delle gemme misero profonde radici e, malgrado i divieti religiosi, tutto ciò che parlava di poteri arcani attecchì meglio che altrove. Queste nozioni misteriose si tramandarono per lo più nella tradizione orale, dato che la religione di Confucio ha sempre cercato di allontanare, almeno ufficialmente, ogni opera di questo genere. Il materiale su cui abbiamo più notizie è la giada.

    • 3.1- Le Giade in oriente

Le giade in Estremo oriente ed in Cina in particolare furono sempre i minerali più apprezzati perché carichi di significati simbolici e di autentica energia cosmica.

La sacralità delle «giade» fu tale da conferire loro sovranità e potenza magica, poteri medicamentosi e taumaturgici; nutrimento dello spirito e capacità di assicurare l’immortalità. Il materiale usato dai cinesi era la «giada nefrite» nelle varie gamme cromatiche che si estendono dal bianco candido al giallognolo, al grigio scuro, all’avana, fino al giallo verdastro ed al verde intenso scuro.

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Teifascite
    • 3.2 - I giacimenti antichi

I maggiori e più importanti giacimenti di nefrite del mondo antico erano situati nel Turkestan orientale cinese (Sinkiang), tra le valli di Yarkand e Khotan, lungo i contrafforti settentrionali della catena del Kuen-Lun. Sin dal Neolitico, i giacimenti alluvionali del Sinkiang fornivano ciottoli lavorabili per la produzione artistica cinese. Alla ricerca circondata da una particolare atmosfera di sacralità erano adibite soltanto le donne. Ornamenti di giada della cultura Songze (4000-3000 a.C.) sono conservati a Pechino nel museo della storia cinese.

-* 4 - Lapidari indiani

In India, al contrario della Cina, i lapidari si tramandarono per iscritto. A quando risalga la ideazione dei lapidari indiani non è possibile stabilirlo, anche se la compilazione è abbastanza recente. I più antichi scritti dell’India classica e specialmente il Kama Sutra, hanno numerosi richiami alla magia delle gemme ed alla loro influenze sulla sorte del possessore.

Col mescolarsi poi delle usanze e con i viaggi di Marco Polo le varie colture si sommarono dando luogo ad una cultura più o meno unificata nella quale è difficile ricercare l’origine di ogni notizia.

    • 4.1 - Il Ratnapariska Tra tutti i lapidari indiani conosciuti il Ratnapariska o Conoscenza delle gemme può senza dubbio essere considerato il padre di tutti i lapidari. L’India infatti è considerata come la culla delle pietre preziose e di tutta la scienza a loro inerente. Presso gli antichi indiani tre categorie di persone dovevano possedere la Ratnapariska: i commercianti che ne erano i diretti interessati; i principi, perchè un signore doveva essere sempre in grado di giudicare una pietra; i poeti che nelle descrizioni dei palazzi e delle corti esibivano tutte le gioie di cui l’ India era ricca. Il lapidario indiano e’ di un tipo molto particolare non certo per ciò che riguarda la struttura, in quanto esso segue canoni ben precisi nella descrizione (origini, qualità, difetti, virtù, prezzo), ma piuttosto per la convinzione che tutte le opere sono molto spesso dono o castigo di una divinità e perciò, a seconda dei casi, apportatrici di fortuna o sfortuna. Un popolo dalle credenze profonde e’ quello degli Indiani; un popolo che molto spesso alla cultura abbina la leggenda: nella Ratnapariska a proposito dello zaffiro si legge: “ ..là dove le singalesi agitano dolcemente con la punta delle loro dita gli steli dei giovani fiori di iris, caddero i due occhi di Daitja di un profondo color azzurro, di uno splendore che era simile a quello di un loto fiorito. Per questa ragione la terra che si stende ai bordi dei ruscelli, con una interrotta linea di foreste di plumerie in fiore, abbonda di sontuosi zaffiri che sono la sua gloria.”

-* 5 - Lapidari classici

Nei lapidari classici occidentali accade invece un fenomeno differente; mentre i più antichi conservano una linea di studio obiettiva, naturalistica, basata sulle caratteristiche naturali di ciascuna pietra, sui luoghi di origine, sulle qualità organolettiche, che si spingono fino alle virtù terapeutiche, man mano che ci si avvicina alle epoche più recenti questo carattere scientifico muta per dar luogo al magismo, il cui massimo viene raggiunto nei lapidari bizantini.

Il primo trattato di Mineralogia e Gemmologia che ci sia pervenuto è il lapidario attribuito a Teofrasto - Intorno alle pietre - scritto intorno al 315 a.C. in cui l’autore si sofferma in particolare sulle gemme adoperate nella glittica del periodo classico. Teofrasto codifica le teorie di Ippocrate e di Platone per il mondo minerale formando i primi raggruppamenti. Divide le pietre in maschi e femmine, dando origine alla teoria della loro riproduzione e attribuisce loro alcune proprietà magiche. Affiorano quindi le caratteristiche più tipiche attribuite alle pietre che sono essenzialmente magiche, medicinali e terapeutiche.

Passaggio tra la mentalità classica occidentale e quella alessandrina e’ il lapidario “Materia medica” di Dioscoride Pedanio (40-90 d.C) che elenca 200 pietre e gemme e ponte quello di Plinio il Vecchio (23 79 d.C.) che racchiude credenze orientali ed occidentali.

-* 6 - Lapidari alessandrini

I lapidari di tipo classico pagani subiscono una notevole trasformazione passando per il filtro cristiano. Manipolati dai monaci, furono mondati da ogni frase di magia e fu riferito solo a Dio qualsiasi potere miracoloso che poteva avere una pietra. Trasformati così in veste cristiana i lapidari classici rimasero in vita ed aumentarono anzi il gradimento popolare e dello studioso.

Un terzo tipo di lapidario si veniva però delineando nell’epoca alessandrina: il lapidario glittico. Esso è di origine egiziana e molto raro nella letteratura occidentale. Le opere di questo tipo non si preoccupano della materia che costituisce la gemma, ma semplicemente dell’immagine che in essa e’ incisa ed alla quale si attribuisce tutto il valore magico e mistico. Bisogna ricordare che gli egiziani furono maestri nell’incisione delle pietre a cui assegnarono poteri misteriosi.

Tale tradizione si conservò ad Alessandria dove ebbero particolare fortuna le pietre gnostiche, cioè pietre su cui erano incise misteriose figure che la magia dotava di arcani poteri. Le figure, incavate come sigilli, potevano essere segni astrologici, cabalistici, cristiani. Tutto era valido per far assumere ad una pietra una qualità talismanica e per confortare un credente.

-* 7 - Lapidari arabi

La serie dei lapidari arabi comincia nell’VlII secolo con Il libro delle pietre di Jabir Ben Hayyan. Dal punto di vista scientifico, invece, verosimilmente i più importanti sono quelli di Muhammad ibn Mansur scritto nel XII secolo che classifica le pietre per peso specifico e durezza e descrive varietà e luogo di provenienza e Fior di pensieri sulle pietre preziose del mercante arabo Ahmed Ben Jussuf Al Teifash che nel 1242 scrisse un trattato molto interessante sulle pietre preziose, nel quale per la prima volta in occidente vengono citati i loro prezzi sui mercati del Medio Oriente. Le pietre proposte su quei mercati e classificate secondo la scala dei prezzi dell’epoca erano: il rubino, lo smeraldo, il diamante, lo spinello, l’occhio di gatto, lo zaffiro, lo zircone, il corindone giallo, il berillo, la turchese, il granato almandino.

-* 8 - Lapidari Medievali

Il cosiddetto Medio Evo fu un fedele continuatore dell’evo antico e nei lapidari di questo periodo si ritrova tutta la magia e tutto il filosofeggiare scientifico dell’antichità. Tra i molti lapidari medievali il lapidario per eccellenza, e’ quello scritto in esametri latini da Marbodo vescovo di Rennes tra il 1067 ed il 1081 e tradotto in provenzale, francese, italiano, spagnolo, irlandese, danese ed ebreo.

Nel Rinascimento l’interpretazione magica non ancora sopita cede via via il passo a quella scientifica e tale si mantiene sino alla scoperta dei diamanti in Sud Africa nel 1867, anno in cui si può dire che cominci la moderna gemmologia.

 

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