Quarta replica dell’opera da camera “SHI” al Teatro Lauro Rossi di Macerata, spettacolo che ha aperto la famosa serie di opere liriche che, come ogni anno, si svolgono nella splendida cornice dello Sferisterio.
Dedicata alla memoria di Padre Matteo Ricci, gesuita maceratese che, verso la fine del 1500, dopo un lunghissimo viaggio per mare e per terra e dopo aver superato enormi difficoltà, riuscì a giungere a Pechino e farsi ricevere dall’allora imperatore Wanli, creando, così, un primo contatto culturale con quella immensa nazione, grazie ad una conquistata reciproca stima.
Matteo Ricci non era soltanto un convinto gesuita cristiano desideroso di portare la parola di Dio in Cina, ma era anche un grande studioso che compilò un vocabolario italiano - cinese, disegnò un mappamondo senocentrico, introdusse i principi della matematica di Euclide e quelli della filosofia occidentale in quella terra straniera.
Si guadagnò la fiducia dell’imperatore anche con gli orologi meccanici da lui costruiti e poté, per la prima volta, fondare una comunità, risiedere a Pechino ed essere sepolto in quella città fino ad allora proibita agli stranieri.
L’opera in un atto di Carlo Boccadoro per la regia di Cecilia Ligorio, autrice del testo, ripercorre le tappe di questo viaggio straordinario attraverso musica e parole con uno sfondo di immagini di grandissimo effetto visivo capaci di far partecipare al racconto, in prima persona, lo spettatore.
- I TRE PROTAGONISTI
Si condividono, così, con i protagonisti, il dramma del pericolo, le paure, la tristezza, la delusione, la sofferenza del gesuita e dei suoi compagni superstiti ed assieme il trionfo dell’amicizia, del sacrificio, dell’amore e della speranza: il tutto sotto la luce di Cristo e della sua parola.
Ottimi gli attori, da Roberto Abbondanza (Matteo), a Simone Tangolo (Il viaggiatore) e a Bruno Taddia (L’uomo che guarda) accompagnati dal pianoforti di Andrea Rebaudengo e di Paolo Gorini e dalle percussioni del TeatraKis Ensemble, diretti dal Maestro Boccadoro.
Uno spettacolo davvero suggestivo e ricco di emozioni, capace di coinvolgere lo spettatore con il racconto musicale di un personaggio mitico ed eroico, tuttora presente nella cultura cinese contemporanea.
Una menzione particolare ed un plauso meritatissimo all’Accademia di Belle Arti di Macerata che ha progettato le scene, i costumi e le luci.