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Rubrica: CULTURA


DIMENSIONE AFRICANA

I MELANOCCIDENTALI
mercoledì 24 ottobre 2007 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Scienza


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La razza melanoderma si articola in occidentale ed orientale. Per approssimazione, la melanoccidentale comprende i negroidi africani; essa pertanto costituisce la razza originaria di tutta la specie umana. Nello specifico detti negroidi si suddividono in un numero notevole di ceppi genetici: Sudaniti, Nilotici, Cafri, Silvestridi, Ba-twa, Andamanesi, Bambara, Bantu, Malgasci, Pigmidi, Boscimani, Ottentotti etc.

La melanorientale comprende gli australoidi: indigeni australiani, Tasmaniani, Neocaledoni, Papua, Veddaici o Vedda, Malidi etc.

Secondo la tradizionale terminologia, i Neri africani si dividono nei due grandi rami dei Sudanesi (coi Nilotici), e dei Bantu. Oltre che dal tipico colore epidermico, i negroidi sono caratterizzati da ridotta pelosità, forte attività delle ghiandole sudoripare (donde la loro resistenza al calore), capigliatura crespa, labbra tumide, narici tendenzialmente parallele alle labbra etc. Una delle classificazioni di tale gruppo etnico distingue 4 razze in base alle regioni nelle quali esse hanno approssimativamente residenza: sudanese, nilotica, congolese, sudafricana. Va precisato tuttavia che il termine “africano” non può essere usato come sinonimo di negroide, in quanto riferibile anche ad altre razze in Africa stanziatesi sin dalla preistoria (camite e mongoloidi).

La scarsa densità media delle genti africane non è certo determinata da un popolamento “recente” del continente, ma piuttosto da un suo moderno spopolamento (peraltro ancora in atto ai nostri giorni); spopolamento effettuato dai bianchi nei confronti dei neri, e dagli stessi neri fra loro. Di per sè la razza nera risulta più antica della bianca e della gialla: in Africa si sono svolti tutti gli stadi evolutivi che hanno generato l’homo sapiens, come attestato dai resti fossili dell’atlantropo in Algeria, del neandertaliano in Sudafrica e Zambia, etc. La scoperta dello zinjantropo (simile all’australopiteco) avvenuta in Tanzania, consentirebbe addirittura di antidatare ulteriormente la comparsa dell’uomo, dando così una priorità alla razza melanoderma. Resta il fatto che numerosi e pregevoli reperti risalenti al mesolitico e neolitico, rinvenuti soprattutto nel Sahara, testimoniano un livello di civiltà preistorica africana non inferiore ai livelli di altre civiltà successive.

Col termine di religione dei negroidi intenderemo quella specifica delle razze nere prima dell’irruzione nei loro territori da parte di altre religioni, cioè prima di qualsiasi conversione ad altra forma religiosa; intenderemo in senso ampio quella forma religiosa che sovente si produce subendo influssi da altre religioni, pur restando nella propria. Sono stati proposti vari termini per definire la loro religione: feticismo, vitalismo, totemismo, naturalismo, dinamismo, politeismo, manismo, animiamo, ed altri. Il termine animismo risulta uno dei più accettati. In senso molto generico, l’animismo si riferisce ad una forma di religiosità fondata sull’esistenza di anime ed altre entità “sottili” che permeano la natura. Ricordiamo che il termine animismo è vicino a quello di vitalismo; quest’ultimo, secondo gli autori che lo hanno proposto, indicherebbe il culto della forza vitale che anima l’universo, e che risulta qualitativamente superiore alle singole esistenze, più meno animate che siano.

Per il Money la magia è associata all’animismo e all’animatismo. L’animismo si occupa della credenza negli spiriti che dimorano nelle cose o persone, l’animatismo della fede nelle forze impersonali ma soprannaturali che emanano da esse. Io penso che nell’animismo e nell’animatismo ci sia la sorgente dell’irrazionalità umana. Infatti, come ha dimostrato il lavoro della Klein, non è solo il selvaggio a credere di essere aiutato o perseguitato da spiriti e forze soprannaturali. Ogni bambino attraversa uno stadio simile, e più avanti negli anni, anche le persone più sane mostrano tracce di disordini nevrotici e psicotici, eredità di questo stadio (vedi la superstizione). Quindi, se siamo in grado di tracciare le origini di questa fede, potremo gettare luce sull’origine della cultura. Ma il Money dice anche che non c’è una divisione chiara tra animismo e animalismo, tra il campo dei fluidi magici, e quello degli spiriti con personalità completamente sviluppate; l’uno si fonde impercettibilmente nell’altro. Per esempio, è difficile dire se una particolare anima sia una emanazione o un parassita interno, o se un determinato feticcio sia una sostanza magica o la dimora di un dio. In altre parole, l’animismo lo considererei un prodotto di una fase successiva dell’infanzia, e si trova raramente in forma pura. Tuttavia penso che gli spiriti soprannaturali dell’animismo siano i prodotti di quel periodo in cui il bambino inizia a concepire se stesso e i genitori come persone complete, un periodo che sembra essere associato all’inizio dello stadio fallico dello sviluppo edipico.

Il termine animismo viene inteso dal Money come competente il 2° livello coscienziale, quello onirico, con frequenti interferenze dello stato razionale. Il termine animatismo invece viene inteso come competente il livello istintuale, con frequenti interferenze dello stato leptico. Poiché l’animismo ingloba l’animatismo, e compete altresì problematiche più spirituali, riteniamo che esso più giustamente indichi la dimensione religiosa dei negroidi. Spesso l’animismo viene collegato, quando non addirittura identificato, con lo spiritismo, il demonismo, la magia, la superstizione etc. Non viene capito che in dette collocazioni si tratta di religione animistica, non più di animismo esotericamente inteso.

Riportiamo alcune “idee” degli umani su se stessi.

«Sono portato a credere che tutte le razze umane siano per loro natura inferiori a quella bianca. Solo i bianchi hanno saputo creare una civiltà. Le altre razze non possono vantare nessuna personalità eminentené nel campo dell’azione né in quello del pensiero» (David Hume, storico, economista e filosofo empirico scozzese, 1776).

«Ritengo che un nero non sarebbe in grado di studiare e capire il pensiero di Euclide». Thomas Jefferson, diplomatico americano in Francia (Virginia 1787).

«Solo i nordici sanno emettere suoni di una purezza cristallina. Negli altri gruppi etnici la pronuncia non è chiara, e la dizione è piuttosto confusa, tanto da ricordare a volte i versi degli animali…». Professor Hermann Gaugh, etnologo tedesco, new Foundation for research into Social Race Problems, 1933.

 

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