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Monte Verità, la montagna dell’utopia


lunedì 5 novembre 2007 di Luciano De Vita

Argomenti: Luoghi, viaggi


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Ballabiot “quelli che ballano nudi”, questo è l’epiteto dialettale affibbiato dai contadini asconesi a coloro che si erano insediati dal 1900 sul monte Monascia, che domina Ascona, e che risiedevano nella colonia da loro fondata e ribattezzata “ Sanatorium Monte Verità ”.

Ascona è oggi una ridente cittadina turistica alla estremità nord del Lago Maggiore, molto frequentata e direi “chic”.

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Monte Verità ingresso

Nel Canton Ticino è quasi un oasi dove la lingua tedesca è molto più usata dell’italiano. La sua fama è dovuta non solo alla sua posizione ed al suo clima, ma per aver ospitato ed essere stata un luogo d’incontro di molta parte dell’intellighenzia politica, artistica e culturale nella prima metà del novecento, soprattutto del mondo tedesco e nord europeo. La colonia è stata il suo motore.

Un piccolo gruppo di ricchi borghesi, filosofi e artisti che rifiutavano i condizionamenti della società (new wave ante-litteram ?), volevano realizzare la Lebensreform (riforma della vita) e trovarono nei pressi di Ascona, allora un piccolo borgo contadino, il posto adatto dove comprare i terreni ed insediarsi. Nel 1900 Ida Hofmann, Henri Oedenkoven, Karl e Arthur Gräser fondarono così questa sorta di cooperativa “vegetabiliana” sulla citata collina, che ben esposta al sole offre anche una meravigliosa vista sul lago.

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Panorama verso il Lago Maggiore

Questa colonia all’inizio ispirata ad un comunismo paleo-cristiano, poi di tendenza individualistica, divenne rapidamente casa di cura e sanatorio. Qui offrivano soggiorni a quanti volevano cambiare stile di vita con attenzione terapeutica rivolta al benessere del corpo e dello spirito.

Vestiti molto semplicemente con una sorta di camicioni o sai e i capelli sciolti e non curati dovevano apparire ben strani agli occhi degli abitanti del luogo. Ciò nonostante crearono questa colonia dove conducevano una vita semplice, ma tutt’altro che selvaggia, a contatto con la natura, con un regime alimentare strettamente vegetariano, finalmente al di fuori delle convenzioni sociali. Naturisti e frugali si costruirono semplici ed essenziali casette di legno “aria e luce” e coltivavano i loro orticelli spesso in costume adamitico.

Avevano un culto della vita rurale e primitiva che consideravano come una rivolta anti-industriale, libera dalle convenzioni; una forma di religiosità naturistica.

La dieta “vegetabiliana”, i bagni di aria e di sole costituivano ed era alla base della terapie e cure che attiravano molti ospiti afflitti da varie “malattie della civiltà” che era considerata castrante della creatività.

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Vista di Ascona dalla Colonia

È facile im maginare quale poteva essere l’impatto con il conservatore ambiente rurale del luogo e come gli abitanti del Monte Verità fossero considerati “toccati di mente”. Questo è il significato che la parola “ballabiot” ha assunto oggi nel dialetto. Però questi strambi stranieri alla fine portavano gente e soldi e davano lavoro a molti dei locali. Molti gli aneddoti sui rapporti che esprimono la diffidenza e curiosità dei locali. Gli operai che avevano costruito la palizzata della colonia per garantire la privacy degli ospiti avevano inserito dei tasselli mobili da dove si potevano ammirare i naturisti che venivano “affittati” ai curiosi. Perfino il parroco che tuonava dal pulpito ai suoi fedeli di boicottare gli stranieri fu scoperto da una contadina sdraiato a terra con l’occhio nella fessura: “l’era là sotto a lustrasi i őcc, brűti mostri!”

I motivi ispiratori dei fondatori e degli ospiti della colonia avevano le radici nel clima culturale di fine dell’ottocento, specialmente in Germania. Sono passati di lì teosofi, antroposofi, cultori di filosofie orientali, filosofi anarchici, occultistici e spiritistici vari, artisti, scrittori.

La libertà espressiva in tutti i campi e ovviamente nell’amore (FREIE LIBE secondo la loro ortografia) come nei rapporti con se stessi e gli altri. Musica, danza, pittura, poesia, teatro arricchivano la vita culturale dei coloni.
È lunghissima la lista dei personaggi che hanno partecipato a questa esperienza. Possiamo citarne alcuni: Rudolf von Laban con la sua rivoluzionaria scuola di danza, Isadora Duncan, Dimitri e il suo teatro, Theodor Reuss capo dell’Ordine dei Templari d’Oriente, la pittrice russa Marianne von Werefkin, e tanti altri artisti e uomini di cultura [1]
Non possiamo però dimenticare di citare Rudolf Steiner, il fondatore del movimento degli antroposofi che qui elaborò l’euritmia terapeutica, il sociologo ed economista Max Weber, lo psichiatra Carl Gustav Jung ed i famosi scrittori James Joyce, Erich Maria Remarque e Herman Hesse.
Quest’ultimo in particolare ebbe occasione di scrivere sugli abitanti del Monte Verità: “Essi sono il sole della terra, i riformatori, i precursori del futuro, segrete forze spirituali si erano fatte loro alleate”. Raphael Friedeburg, medico anarchico, creatore e divulgatore della fisioterapia, filantropo che finanziò la pubblicazione di Fontamara ad Ignazio Silone esule in Svizzera durante il fascismo.

Gli ospiti del Monte Verità ritenevano il luogo una zona dotata di un “magnetismo" speciale, zona elevata non solo spiritualmente, irradiante energia salvifica, sacra, un possesso degli dei,. Alcuni avevano immaginato un ritorno alla religione pagana e al culto della Madre Terra ed avevano progettato un tempio il cui modellino e la pianta sono esposti nell’attuale museo. Dal 1933 qui ebbero luogo gli incontri annuali di ERANOS che coinvolsero moltissimi intellettuali

Il Monte Verità fu abitato dai suoi fondatori fino ai primi anni ’20 e nel 1926 fu comprato dal barone Eduard von der Heydt che ne fece un punto di riferimento di molti intellettuali europei, con il suo spirito imprenditoriale intriso di cultura e artistica, politica e filosofica.

Oggi è un luogo pieno di fascino, proprietà cantonale dal 1964, che ospita convegni culturali e alternativi (secondo il mandato del lascito del barone) presso l’albergo costruito in forme bauhaus nel 1927 dall’architetto Emil Fahrenkamp.

Nel parco ricco di piante esotiche c’è un percorso museale pieno di ricordi e di magia che comprende varie case dei primi coloni tra le quali la Casa Selma, tipica “aria-luce”, nonché l’interessante Casa Anatta che ospita il piccolo museo. Essa era la sede e abitazione principale della prima cooperativa, Anatta significa anima, ed è una costruzione assai originale per l’epoca, progettata in legno con tetto piatto, pareti doppie, porte scorrevoli e volte a botte in tutte le camere.

Da non perdere l’Elisarion, una tipica casa in legno ricostruita nel 1986/7 che benché non direttamente collegato alla storia del Monte é stato qui associato, come di tradizione, per una serie di circostanze.
Esso accoglie un dipinto su una grande tela circolare raffigurante il Paradiso, intitolato "Il chiaro mondo dei beati", immaginato e realizzato dal pittore estone Elisar von Kupffer e ritrovato nella sua dimora di Minusio.
Originariamente il pittore e poeta Elisar von Kupffer (1872-1942) aveva fatta costruire tra 1927 e il 1939 il "Santuario Elisarion" dedicato all’ideologia del "clarismo" sviluppata da lui stesso insieme al suo amico e convivente Eduard von Mayer (1873-1960); alla sua morte venne creata una fondazione che, per motivi finanziari, dovette in seguito cedere i suoi beni al comune di Minusio.

ELISARION

(Cliccare sulla immagine, se piccola, per farla ingrandire. Esplorare il dipinto con il cursore in basso)

Questo dipinto è molto particolare perché in una atmosfera bucolica e paradisiaca si vedono muoversi, giocare, danzare una serie di nudi molto efebici e aggraziati che guardando meglio si scopre avere sempre lo stesso viso: l’autoritratto dell’autore.

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Percorso di vita con finale nel mandala

La fondazione che cura il Monte Verità è molto attiva e organizza mostre itineranti, convegni e manifestazioni. Sono tra l’altro ripresi gli incontri annuali di ERANOS. Tra le ultime attività interessanti il nostro paese segnaliamo che il 3 settembre 2007 ha avuto luogo un gemellaggio culturale con Venezia. La manifestazione “Monte Verità - Venezia: sulla cresta dell’utopia” una navigazione di due imbarcazioni "Utopia" e " Medoc II" di oltre 600 km dal Lago Maggiore, lungo il fiume Ticino e il Po, fino a Venezia per congiungere il Monte Verità, da oltre cent’anni collina delle utopie e centro culturale europeo, con Venezia, città simbolo di un’utopia realizzata e culla della filosofia, dell’arte, della letteratura e dell’architettura. Per saperne di più vedi il sito ufficiale-

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P.S.

Bibliografia

Antologia di cronaca del Monte Verità a cura di Giò Rezzonico

Articolo: Il Monte Verità di Silvano Toppi pubblicato su Alisei Anno 2 – N. 6 marzo 1993

Articolo: DIARIO DI VIAGGIO - Sul Monte dell’amore libero che stregò Lenin e Mann - di Marco Albino Ferrari su La Stampa di Torino 16/8/2006

Ascona Monte Verità – Auf der Suche nach dem Paradies - di Robert Landmann Huber Verlag 2000 vedi recensione

[1] Ecco l’elenco di alcuni nomi meno noti da noi che hanno partecipato a questa esperienza: gli artisti Alexej von Jawlensky, Arthur Segal, Ignaz e Mischa Epper, i dadaisti Hugo Ball, Hans Arp, Hans Richter, El Lissitzky. Gli artisti del Bauhaus che scoprirono Ascona come luogo di villeggiatura e "contromondo" (Albers, Bayer, Breuer, Schawinsky, Schlemmer, César Domala. Gli espressionisti svizzeri Ignaz Epper, Fritz Pauli. Inoltre Erich Mühsa, Emil Ludwig, Else Laser-Schüler, Franciska Rewetlow, Stephan Gorge, Hugo Ball, Emmy Ball-Hennings, Leonard Frank, Mary Wigman, Charlotte Bara.