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Rubrica: EDITORIALI


EDITORIALE 08/2007


domenica 26 agosto 2007 di Silvana Carletti



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La vita moderna assume ogni giorno di più un ritmo inarrestabile. Si corre sempre più in fretta: per il lavoro, per fare acquisti, per viaggiare, persino per il tempo libero e le vacanze che sono diventate per moltissimi di noi “mordi e fuggi”. Le grandi città, in particolare, ci obbligano a seguire questo andamento frenetico e senza sosta che ci impedisce di godere attimi di vero relax e di assaporare il tanto atteso riposo necessario, dopo un lungo periodo di stressante lavoro.

Le abitudini degli Italiani, si sa, sono profondamente cambiate: Difficilmente si affitta una casa al mare o in montagna per un mese o una stagione; si preferisce scegliere una settimana da trascorrere in albergo all’estero o in Italia, lasciando poi, il resto delle ferie (sempre ridotto), ad altri periodi dell’anno.

La motivazione di tale preferenza è da ricercare spesso in motivi psicologici (un intervallo, ogni tanto, può giovare a riprendere con più lena il lavoro), o da motivi economici (si cerca di evitare una spesa concentrata eccessiva), o probabilmente, da una moda diffusa soprattutto tra i giovani. Ma quali effetti benefici per la nostra salute può avere un simile sistema di vacanza? Molto limitati, a nostro parere, perché i viaggi e gli spostamenti per raggiungere il luogo di villeggiatura, nonché l’adattamento a nuove condizioni di vita e di ambiente hanno bisogno di tempi fisiologici inevitabili.

Così, capita spesso di partire per la tanto desiderata meta vacanziera, dopo ore ed ore di attesa in aeroporto o lunghe file in autostrada, mentre il tempo, inesorabile, fugge via e, una volta arrivati a destinazione, si ha appena la possibilità di sistemarsi, di fare amicizie, di rilassarsi sulla spiaggia o sui monti e… arriva già il momento di ripartire…

Questi sono, ahimè, i vantaggi del progresso, dell’ansia di vivere, di bruciare tutto in fretta e subito che condiziona la nostra condizione di “uomini e donne moderni”.

 

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