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Rubrica: EDITORIALI


EDITORIALE 06/2007


domenica 10 giugno 2007 di Silvana Carletti



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La cronaca di ogni giorno è ricca purtroppo, di fatti di sangue, di delitti e soprusi consumati molto spesso in famiglia. Negli ultimi tempi, si è registrato un forte aumento di questi crimini terribili e quando essi avvengono, il primo pensiero dell’opinione pubblica, è quello di addebitarli a stranieri che arrivano nel nostro Paese, spesso in condizioni di estrema necessità e quindi portati alla rapina e al procurarsi il denaro ad ogni costo.

A volte, accade così... Ma, molto spesso, tale genere di accuse diventa un comodo alibi per chi, senza alcuna morale o ritegno, uccide famigliari e parenti, inscenando furti e quant’altro, per procurarsi una possibile copertura.

Certamente vi è stato, con un’immigrazione disordinata ed incontrollata, un aumento della delinquenza; basti pensare al delitto della giovane Vanessa in metropolitana o alla recente uccisione di Piera Calanna a Caserta, ma altri crimini, come quello di Brescia dei coniugi Donegani o quello recente di Marsciano, erano stati architettati ad hoc per deviare accuse e sospetti.

Purtroppo, in famiglia si nascondono troppo spesso violenze, tensioni e contrasti che possono sfociare in delitti. Non sempre si riesce ad avvertire il pericolo o si ha il coraggio di denunciare situazioni al limite della sopportabilità. Vittime, in genere, le donne, madri che preferiscono nascondere quanto avviene dentro le mura di casa, per un errato concetto dell’ amore verso i figli e con la mera speranza di ricomporre un’impossibile armonia.

Certe situazioni aberranti vanno denunciate al primo apparire, prima che sia troppo tardi. E non è vero che i figli soffrano di più con una separazione dei genitori: è più doloroso assistere a continue liti e aggressioni, vivendo in un’atmosfera di continua tensione e pericolo, quando invece, si avrebbe diritto ad una vita serena, basata sull’affetto e sulla comprensione.