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STRUTTURE PORTANTI DEL BIOS


lunedì 15 luglio 2013 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Ovvero l’inaffidabilità sistemica in ogni cosa.

- Cerchiamo di avere una visione d’insieme del rapporto corpo/mente in modo che tale rapporto sia riconoscibile nel linguaggio antico, riconoscibile nella lingua moderna, in modo da capire cosa vogliano dire, per non restare dei filosofi antichi od essere affascinati dal moderno.

- Noi possiamo metterci nella condizione di ipotizzare l’atomo come un insieme, l’atomo come insieme di particelle, laddove esse possono essere considerate come corpuscolari e/o ondulatorie. La scienza ufficiale è arrivata a riconoscere che la struttura fondamentale dell’universo è formata da eventi che non sono né corpuscolari né ondulatori, ma sono gli strumenti usati che la fanno vedere ora in un modo ora in un altro. In realtà non esiste la materia, non esiste l’energia: se prendo una sigaretta, essa mi apparirà materica, ma se cambio le condizioni di osservazione, essa mi apparirà come energia (posso scomporre la sigaretta in una bomba atomica). In questo senso l’atomo si colloca a monte di qualunque cosa ci sia; è l’insieme di qualunque forma che ci sia, è un insieme che innesca, produce, genera, consente un successivo insieme.

- Se prendiamo tanti atomi, otteniamo una molecola; o noi partiamo dalla molecola e risaliamo all’atomo, oppure partiamo dall’atomo e andiamo alla molecola: prima c’è la plastica, il ferro, il rame, poi c’è l’automobile. Se ad esempio guardiamo la paternità/maternità, ci accorgiamo che è fatta di tante cose, difficili, sorprendenti, cioè un pacchetto di situazioni, meccanismi. Naturalmente, se parliamo di automobili è più facile, ma se parliamo di paternità/maternità, già entriamo in una situazione di allarme perché va a toccare situazioni più interiori.

- Tante maternità vanno a formare un insieme; l’insieme di maternità fa parte di un pacchetto che è la maternità sul pianeta Terra. A quel punto siamo costretti a vedere questi sovrainsiemi (maternità, lavoro, amore, successo), come facenti parte di un ulteriore gigantesco insieme, dove emerge che l’amore è semplicemente uno dei contenuti dell’insieme umano, oppure il lavoro o il successo. Abbiamo un gioco di scatole cinesi, laddove una scatola contiene l’altra che è contenuta da un’altra e così via.

- Potremmo dire: in principio era l’atomo, poi è venuto tutto il resto. Bisognerebbe comprendere meglio che questo principio forma insiemi diversi. Una volta che l’universo e la natura hanno scoperto il trucco che più atomi formano molecole, si ripetono prendendo più atomi e formando molecole diverse. In questa ottica si può avere successo ripetendo un numero notevole di volte lo stesso atto, ma ciò ha un costo. Si può inventare, esperire, ricorrendo a un trucco di natura: con circostanze diverse, merci diverse, faccio esperienze diverse.

- Alcune molecole formate con questo sistema sono gli amminoacidi, che sono catene di atomi che costituiscono degli insiemi, i quali, a seconda di come si rapportano con altri atomi, danno dei prodotti che formano il prodotto biologico: non abbiamo molecole senza atomi, non abbiamo amminoacidi senza molecole. Siamo tutti fratelli in amminoacidi, fratelli degli insetti, perché a monte di tutti noi c’è la catena degli amminoacidi. Questo potrebbe portare al recupero di una percezione per cui distruggere un filo d’erba, di per sé è una stupidaggine, ma in realtà distruggiamo amminoacidi viventi, facendo diminuire il bios a disposizione.

- A questo punto, più amminoacidi vanno a costituire proteine, cioè si ripete il gioco; certi tipi di amminoacidi producono alcune proteine, altri tipi di amminoacidi producono altre proteine. Naturalmente, se prendiamo in esame questa serialità, riconosciamo che si può fare sia dal punto di arrivo per ciò che la precede, sia dal punto di partenza per ciò che segue.

- Quello che è importante è rendersi conto del gioco di entrata/uscita, cioè che il punto terminale di una catena di eventi è il punto di partenza di un’altra catena. Il problema è il concetto per cui si fa una cosa e si ritiene che sia un punto di arrivo. In realtà questo punto di arrivo sarebbe la partenza di un altro inizio; casomai il problema sarà di quale inizio è la partenza. Se prendiamo un fulmine, a noi sembra un processo istantaneo, ma sono state costruite macchine che fanno vedere un fulmine in tre ore; l’erosione di una montagna, che è lenta, in realtà, se vista in un’ottica geofisica, è una sequenza di punti di arrivo e di punti di partenza. Ritroviamo il corpuscolare e l’ondulatorio.

- Da tutto ciò possiamo ricavare una considerazione di base: l’inaffidabilità di qualunque dato. La comodità di un dato è inversamente proporzionale alla sua utilità. Quando vedo una sedia, è un dato comodo, ma in realtà è inaffidabile perché una sedia non è una sedia, è un assemblaggio di materiali che contengono molecole, le quali contengono atomi. A livello di comodità io vedo una sedia, a livello di conoscenza devo andare ad analizzare le componenti di una sedia, le componenti energetiche e statiche. Un pacchetto di tensioni energetiche messe in quel modo lì danno una sedia, messe in un altro modo danno una poltrona o un tavolo. Ci troviamo di fronte un problema di dati, di approvvigionamento di dati, e del livello più approfondito dei dati.

 

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