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La mia Condor


mercoledì 31 gennaio 2007 di Arturo Capasso

Argomenti: Letteratura e filosofia


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Proprio ieri, scrivendo delle note per un libro di fotografie in bianco e nero, mi sono ricordato delle foto scattate nel lontano ’73 in Cina con la mia vecchia e cara Condor Ferrania.

E stranamente all’alba mi è apparsa la Condor ed ho rivisto in un simbolico abbraccio le mille immagini fissate in tanti anni.

Mia madre, mio padre, momenti di serenità in giardino, e poi mio fratello, le mie sorelle. Si chiudeva un primo ciclo e si apriva quello che andavo a costituire. Mia moglie, nostra figlia, i nostri nipoti, il verde che ci stava intorno, i piccoli amici, i cani, i pavoni e quella ruota multicolore che fremeva e si agitava al vento come un ventaglio di un gigante.

Eccola, è sul mio tavolo. L’ho preso dal fondo del cassetto, dove sta in compagnia di rotoli di negativi stretti in piccoli tubi di stagnola.

Mi accorgo che all’inizio ho sbagliato, perché il nome è scritto senza la prima maiuscola, condor, e poi c’è una I che avevo dimenticato. Quindi, si tratta della condor I. Un altro errore l’ho fatto citando il nome che appare in corsivo sul bel fodero di cuoio: ferrania. Non avrei dovuto adoperare la f maiuscola, come ho fatto.

Sembra strano, ma queste due lettere iniziali in minuscolo mi fanno pensare. Le avevo ingrandite nella mia memoria, e forse era giusto così, ma ora che le ho riviste e che sono tutte rigidamente in piccolo, questa mia Condor mi sembra ancora più grande. Si presenta in modo discreto, in punta di piedi. Solo all’interno intorno all’obiettivo è segnato in maiuscolo OFFICINE GALILEO.

La comprai quando frequentavo la terza media. Il mio compagno di banco aveva un negozio ben assortito all’interno di un palazzo di Via Roma.

Il suggerimento fu affettuoso e professionale. Tornai a casa, mi affacciai al balcone, ripresi i palazzi , il tram, la gente. Buon risultato.

Da allora. Sì, da allora non mi sono più staccato dalla mia Condor.

E’ invecchiata man mano che crescevo, l’ho portata in Europa quando facevo l’autostop, sulle navi carrette, nel primo lungo viaggio in treno verso Mosca, riprendendo dolci ragazze con mazzi di fiori di campo in attesa e sorridenti lungo i binari delle piccole stazioni.

Mi ha seguito in viaggi ancora più lunghi, in America, India, Cina. Sempre lei, instancabile, disponibile.

Com’è possibile? Sì, è possibile. Sempre e solo lei.

La larghezza del suo obiettivo è 1, 3.5. I tempi di posa arrivano a 500. Sono cifre irrisorie rispetto ai mostri apparsi di continuo. Vado sull’elefante quando gli altri si muovono in jet. Alle volte ho avuto quasi soggezione a farla vedere, in mezzo a grandissimi fotografi con borsoni zeppi di apparecchi, obiettivi, filtri.

Nella mia campagna ho raccolto anni fa circa tre quintali di ulive. Le ho messe nel vecchio glorioso maggiolino e con un amico sono andato al frantoio, verso Sorrento. Tutto intorno c’erano centinaia di sacchi con ulive, pronte a dare olio genuino. Chiesi al responsabile del frantoio quando sarebbe venuto il mio turno e lui cortesemente mi rispose che ormai era prossimo, stava completando l’altro cliente coi suoi trecento sacchi e che potevo iniziare a scaricare. Alzai il cofano e c’erano due piccoli sacchi, un terzo sacco era nel piccolo portabagagli. Quello era tutto. Un sorriso. Un bel sorriso che non volle essere di sfottò o commiserazione. Mi invito a recarmi presso un piccolo frantoio che stava a Vico Equense. Ci andai, divenni amico di don Ferdinando, che era il proprietario. Mi portai a casa sessanta litri d’olio. Ero fiero di quell’olio e poteva anche bastarmi.

Le foto. Mi bastava e mi basta la mia Condor, io non la voglio tradire. Devo confessarlo: ci ho provato qualche volta, comprando macchine tedesche, russe, giapponesi. Sarà stata la cattiva disposizione psicologica, ma non sono riuscito a fare delle foto che mi piacessero.

E così, quasi scusandomi, l’ho ripresa, ho ripulito il piccolo filtro arancione per le nuvole, ho scattato.

Cosa possiamo augurarci, cara, vecchia Condor?

Te lo dico subito: mille e mille scatti felici.

Sta tranquilla, resterai sempre con me.