Che cosa è il genocidio? E’ la eliminazione razziale, politica e culturale di un gruppo, tesa ad eliminarne la lingua, la religione, le tradizioni.
Il Dizionario di Politica dell’Utet (1983) a pagina 465 offre una definizione più ampia e precisa, riportando l’articolo 2 della Convenzione delle Nazioni Unite, approvata il 9 dicembre 1948 dall’Assemblea generale.
I casi di genocidio sono:
a) uccisione di membri del gruppo;
b) attentato grave all’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo;
c) sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
d) misure tendenti a impedire le nascite nell’ambito del gruppo;
e) trasferimento forzato di fanciulli di un gruppo in un altro gruppo.
Alla luce di tali indicazioni, si possono riscontrare tantissimi genocidi nelle due variabili di spazio e tempo.
I più vicini a noi si sono verificati nella vecchia Jugoslavia con le pulizie etniche.
Con i lager tedeschi ci furono i gulag staliniani, dove milioni di deportati trovarono la morte. Spesso erano intere popolazioni non gradite ai capi di turno.
Si affollano tanti e tanti momenti della nostra storia e appaiono uomini e donne atterriti, ragazzi che piangono, implorano.
Culture calpestate senza alcun motivo o per ciechi interessi.
Sono interi popoli, continenti che dovrebbero alzare la loro voce e farsi ricordare.
Allora in questa ottica il giorno della memoria dovrebbe essere dedicato a TUTTI i genocidi di tutti i tempi.
Potrebbe essere, quel giorno, un momento di riflessione per tutto il nostro passato,troppo spesso macchiato di sangue innocente.