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Partiti Italiani - il PD - Il partito va riorganizzato per risalire la china.


martedì 3 febbraio 2009 di Pietro Rasulo

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Politica


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Dopo gli ultimi sondaggi il PD è dato al 25% contro il 32% dell’autunno del 2008.

Questi numeri dovrebbero preoccupare l’attuale classe dirigente del partito e farla correre ai ripari; invece tutto è tranquillo e si procede alla vecchia maniera con gli antichi riti.

Siamo l’unico paese europeo dove un leader che prende una bella batosta elettorale continua a guidare il partito come se nulla fosse accaduto.

Eppure ormai anche i sassi hanno capito che la gente è stufa delle solite facce.

Una riprova si è avuta nelle ultime elezioni a Roma: al comune il PD ha presentato Rutelli ed è stato sconfitto, alla provincia invece ha scommesso su un volto nuovo: Zingaretti ed ha vinto.

Il mio consiglio che, sicuramente non sarà ascoltato, è questo:occorrerebbe rifare delle primarie per l’elezione del segretario del partito scegliendo tra una rosa di nomi completamente nuovi, le primarie americane avrebbero dovuto insegnare qualcosa.

Inoltre bisognerebbe riorganizzare il partito su base territoriale e cercare la massima interazione e collaborazione fra i cittadini e gli esponenti locali di partito; questo vuol dire presidiare il territorio.

Infine bisognerebbe stilare un programma in massimo 10 punti, concreto e chiaro per tutti.

Un esempio:

  1. Ridurre il numero dei parlamentari a 300 deputati e 100 senatori eliminando il bicameralismo.
  2. Ridurre della metà il numero di consiglieri regionali e comunali.
  3. Abolire le province.
  4. Ridurre le retribuzioni di deputati e senatori a 5000 euro massimo; di consiglieri comunali e regionali a 3000 euro massimo. Eliminare rimborsi e benefits vari. Eliminare le auto blu.

Gli altri sei punti potrebbero aggiungerli i nostri nuovi politici per guadagnarsi lo stipendio.

Un partito così riorganizzato, con un programma sobrio e concreto, vincerebbe le elezioni per un buon numero di anni.

I dirigenti del PD diranno che questa è demagogia e qualunquismo, io ribadisco che questo è solo buon senso unito ad un minimo di sobrietà. E se non ne sono convinti si vadano a riguardare le retribuzioni e i benefits dei primi parlamentari fino agli anni 70-80. Dopo è cominciato un delirio che ha portato ad un distacco enorme fra le retribuzioni dei lavoratori e quello delle classi dirigenti e dei politici. A fronte di questi stipendi da nababbi non si vedono neanche risultati accettabili anzi il ritardo dell’Italia rispetto a Germania, Francia e Spagna è del tutto evidente e basta andare in queste nazioni per rendersene conto.

E se poi i risultati non dovessero arrivare potremmo sempre dire: ok i risultati sono scarsi ma per fortuna non ci costano molto!!

Pietro Rasulo

 

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