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PRIME CINEMA - TUTTA LA VITA DAVANTI


venerdì 28 marzo 2008 di Silvana Carletti

Argomenti: Prime Cinema


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Il tema della precarietà, attuale ed estremamente preoccupante per i nostri giovani, assume aspetti drammatici nel film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”. Le vicende si svolgono in un grande call center, ove lavorano tantissimi ragazzi, costretti ad una rigida disciplina, esasperata da un tecnicismo senza sosta e da un martellamento comportamentale che sfiora la nevrosi.

E’ difficile adeguarsi ad un tipo di lavoro così convulso e molti “impiegati” vengono eliminati se non raggiungono il quorum di appuntamenti previsti e di vendite di un apparecchio tanto costoso, quanto inutile. In questo mondo del lavoro assurdo, viene a trovarsi una laureata in filosofia con il massimo dei voti, Marta ( Isabella Ragonese), costretta dalla disoccupazione e dalla necessità di sopravvivere lontana da casa, ad adattarsi a tutto. Lì incontrerà Sonia ( Micaeala Ramazzotti) che l’accoglierà a casa sua come baby sitter della piccola Lara.

Le due ragazze sono diversissime: Marta razionale, matura e responsabile, Sonia, madre incosciente e piuttosto disponibile a compromessi.

Nella storia, concentrata sul call center e sui suoi dirigenti: Claudio (Massimo Ghini) e Daniela (Sabrina Ferilli) e sul personale che lavora nell’Azienda, tra cui Lucio 2 (Elio Germano) e Giorgio (Valerio Mastrandrea), si intrecciano vari episodi, con un finale imprevedibile e cruento.

Ciò che colpisce maggiormente di questo film è la realtà descritta con veridicità e a tinte forti, una realtà di cui fanno le spese tanti giovani di oggi, condannati al precariato a vita e ad un futuro senza speranze.

La ribellione finale, comunque, apre alla speranza di un possibile riscatto.

SILVANA CARLETTI