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Gli spettacoli al Teatro Lauro Rossi - Sferisterio Opera Festival 2006


giovedì 31 agosto 2006

Argomenti: Teatro


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Sferisterio Opera Festival, con la nuova direzione artistica di Gian Luigi Pizzi, ha iniziato alla grande la 42^ edizione della stagione lirica maceratese con un nuove idee ed un look innovativi rispetto al passato. Validissima ed assai apprezzata l’idea di utilizzare il Teatro Lauro Rossi, splendida “bomboniera” dovuta all’arte di Antonio Bibbiena e di Cosimo Morelli (1765 – 1774), riportato all’originale splendore da un’accorta e riuscita ristrutturazione, quale “salotto” per la rappresentazione pomeridiana di opere scelte con accuratezza e buon gusto, anche se poco popolari ma piene di fascino e musicalmente molto valide, e di interessanti recital.

La prima opera in programma è stata Thamos, König in Ägypten, in forma concertante, la cui versione definitiva è considerata una della ultime opere di Mozart che precede, di pochi anni, il Flauto Magico, al quale è intimamente legata, anticipandone anche alcuni temi. La trama. Il faraone Menes, detronizzato da Ramesses, vive nascosto a Heliopolis sotto il falso nome di Sethos. Alla morte di Ramesses rinuncia a rivendicarne il trono in favore di Thamos, figlio dell’usurpatore, il quale è innamorato di sua figlia Tharsis la quale è affidata, con il falso nome di Sais all’ignara sacerdotessa Mirza, la quale complotta con Pheron per detronizzare Thamos. Menes riesce a sventare il complotto, consentendo a Thamos e a Tharsis di amarsi liberamente.

La bella, incisiva ed espressiva voce recitante di Alberto Terrani, unitamente alla sua arte scenica, ha guidato il pubblico durante le intricate vicende del dramma, mentre il maestro Guillaume Tourniaire ha diretto da par suo la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche ed il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, preparato dal maestro Matteo Salvemini.

Il pubblico, preso ed affascinato dalla bellezza dello spettacolo, ha seguito con estremo interesse l’intera vicenda manifestando il proprio apprezzamento con un lungo e fragoroso applauso finale, indirizzato a tutti i protagonisti del lavoro.

Un’altra piacevolissima sorpresa, che il direttore artistico Gian Luigi Pizzi ha riservato agli spettatori del Festival, è stata il Magnificat della poetessa Alda Merini, che così illustra il suo lavoro: “Magnificat è il mio grazie al Signore. E’ la poesia di tutte le madri. Sono convinta che ogni bambino viene mandato da Dio ed ogni madre dovrebbe viverlo come un miracolo”. E’ l’ispirazione che ha guidato la Merini nella pittura della vita di Maria, madre di Gesù, che nel Magnificat è rappresentata, dalla sua stupita giovinezza alla tragica immagine del dolore, con parole ora dolci ora soavi, piene di slancio e smarrimento per la morte del Figlio.

Valentina Cortese, la grandissima e bravissima attrice teatrale che non finisce mai di incantare e di sbalordire il pubblico, anche il più esigente, è stata l’impareggiabile interprete della pièce. Seduta ad un tavolino, davanti al sipario chiuso, avvolta da un meraviglioso abito bianco, ancor più splendente ed impreziosito dalle sue movenze e dalla sua voce, accompagnata dalle bellissime e soavi note che Roberto Gini con la viola da gamba ed Elena Spotti con l’arpa barocca hanno soffuso con sapiente maestria, ha esaltato e reso bellissimo, commovente e pieno d’umanità, il lavoro della Merini, fornendo una straordinaria ed indimenticabile performance che ha catturato ed emozionato profondamente il pubblico, valorizzando la poesia della Merini, rendendola ancor più umana e viva. Al termine il pubblico, commosso ed entusiasta, ha applaudito a lungo Valentina Cortese salutandola affettuosamente con una standing ovation.

Turandot di Ferruccio Busoni, eseguita per la prima volta allo Stadtheater di Zurigo, 11 maggio 1917, è stata la terza perla presentata al Lauro Rossi, in forma concertante ed in lingua tedesca. L’autore, suo anche il libretto, cerca di ritrovare l’eleganza settecentesca, che aveva ispirato il testo di Carlo Gozzi, con riferimenti all’opera magica e quindi al “Flauto” di Mozart con l’intento di creare un esempio di commedia dell’arte all’italiana in chiave moderna, giocando con piacevole bravura sulle maschere Truffaldino, Pantalone e Tartaglia.

Daniele Callegari ha diretto in modo ineccepibile la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” e la compagnia di canto, assai ben equilibrata e costituita da ottimi e giovani interpreti, nei ruoli: Pavel Kudinov (Altoum), Nicola Beller Carbone (Turandot), Victoria Massey (Adelma), Kostyantyn Andreyev (Calaf), Michele Bianchini (Barach), Sara Allegretta (la Regina Madre di Samarcanda), Thomas Morris (Truffaldino), Balint Szabo (Pantalone), Dejan Vatchkov (Tartaglia). Alla fine il pubblico ha tributato calorosi e ripetuti applausi all’intero complesso.

Il Festival è in prosecuzione allo Sferisterio, fino al 13 agosto, con le opere: Die Zauberflöte di Mozart, Aida di Verdi e Turandot di Puccini.

Per informazioni e prenotazioni: Biglietteria dei Teatri - Tel 0733.230735 – Fax 0733.261570 – e-mail

RENZO CALDARELLI

 

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