Il film-documentario di Marco Amenta presentato al Mediterraneo Film Festival, ci propone il mistero della scomparsa di Bernardo Provenzano, l’ultimo dei “padrini”, che da ben 43anni, vive nascosto in Sicilia. L’uomo è vivo, ma è come se fosse un fantasma, in quanto nessuno conosce il suo volto, né la voce.. Il regista Amenta che interpreta Marco, un giovane reporter che da Parigi, ritorna a Palermo per cercare di risolvere l’impenetrabile mistero, è riuscito a realizzare un documentario coraggioso coinvolgendo personaggi reali, come il capo della Squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares e il Colonnello dei Ros Michele Riccio che, con le loro testimonianze, ci fanno ripercorrere tutte le tappe delle vicende che portarono alla cattura di Totò Riina e Leoluca Bagarella, fino al sicuro arresto di Provenzano, sospeso stranamente all’ultimo minuto, per ordini superiori, proprio quando sarebbe stato facilissimo prendere uno dei più sanguinosi autori di stragi di questi ultimi anni.
L’interrogativo che emerge spontaneo è quello di chiedersi se ci furono collusioni politiche e amministrative, complicità fisiologiche o tacite che non permisero e non permettono tuttora di consegnare alla giustizia uno dei boss più pericolosi della mafia. Il film è condotto molto bene, con precisione documentaria, immagini e foto autentiche e grande spirito di obiettività. Le vicende sanguinose che macchiarono le strade palermitane tra gli anni ’50 e ’60 vengono raffigurate con estrema veridicità e suscitano sgomento e desiderio di giustizia, mentre, dall’altro lato, le operazioni di polizia, il sacrificio degli “eroi” che immolarono la loro vita per una giusta causa suscitano ammirazione e speranza. Il documentario termina con un atto d’accusa verso una non solida collaborazione tra Stato e Squadra, verso chi cerca di indebolire la magistratura, verso componenti deviate che favoriscono la latitanza di Provenzano.
Presentato in anteprima a Roma, il film, che ha già riscosso un grande successo all’estero, farà il giro delle principali città italiane, coinvolgendo anche le giovani generazioni per diffondere la cultura della giustizia e la condanna di ogni forma di violenza e sopraffazione.
SILVANA CARLETTI
USCITA:31 MARZO