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Picasso

PICASSO TRA CUBISMO E CLASSICISMO

Alle Scuderie del Quirinale e a Palazzo Barberini sono in mostra le opere di Picasso legate al suo soggiorno in Italia del 1917 e alla sua collaborazione con i Balletti Russi.
domenica 1 ottobre 2017 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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La mostra “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925”, ospitata nelle Scuderie del Quirinale fino al 21 gennaio 2018, celebra il centenario del soggiorno in Italia di Pablo Picasso nel 1917. Fu nel febbraio di quell’anno che il pittore spagnolo arrivò a Roma, coinvolto dal giovane Jean Cocteau nella produzione di Parade, un balletto ispirato a un suo poema e musicato da Erik Satie, che doveva essere messo in scena dai Ballets Russes di Sergej Djagilev. Furono proprio i Balletti russi nei primi decenni del Novecento a dare inizio a una grande tradizione di ampliamento dei linguaggi artistici tradizionali grazie all’unione del linguaggio espressivo della danza con le arti figurative, in una sorta di laboratorio pluridisciplinare cui aderirono i più importanti artisti del momento.

A Roma, lontano dai campi di battaglia della prima guerra mondiale, Picasso disegnò le scene e i costumi di Parade affiancato da altri scenografi della compagnia, tra cui il futurista Fortunato Depero e Carlo Socrate. Durante questo soggiorno italiano di due mesi conobbe la ballerina russa Ol’ga Chochlova, che divenne sua moglie l’anno successivo, e tra Roma e Napoli ebbe modo di immergersi nell’atmosfera delle strade di queste città scoprendo gli spettacoli popolari, ma anche la scultura monumentale classica e gli affreschi pompeiani. Tutto questo determinò in lui un nuovo punto di partenza per la realizzazione di opere figurative ben diverse da quelle del precedente periodo cubista.

La mostra, curata da Olivier Berggruen e Anunciata von Liechtenstein, si colloca all’interno del progetto internazionale “Picasso – Méditerranée”, promosso dal Musée National Picasso-Paris, e ha la peculiarità di concludere il suo percorso a Palazzo Barberini (Gallerie Nazionali di Arte Antica) nel Salone affrescato da Pietro da Cortona, con il sipario di Parade, una gigantesca opera di quasi 17 metri di lunghezza per 11 di altezza. Se Parade rievoca l’atmosfera di un teatro di fiera, con un linguaggio estremamente moderno, molto stilizzato, il suo sipario (tempera su tela), al contrario, ha uno stile naturalistico, con una cavalla alata su cui volteggia una ballerina (la sua amata Olga) sulla sinistra e sulla destra i personaggi della Commedia dell’arte che fanno uno spuntino.

La mostra raccoglie più di 100 opere tra tele, gouaches e disegni, oltre a fotografie, lettere e documenti. La prima sala è dedicata al tardo cubismo, le cui opere sono realizzate assemblando pittura e scultura con diverse tecniche artistiche, come per esempio in Uomo con la pipa (1914, olio e fibra tessile stampata su tela), mentre Il ritorno dal battesimo, da Le Nain , del 1917, adotta uno stile mutuato dal puntinismo di Georges Seurat.

Le sale successive ci mostrano i cambiamenti stilistici legati al viaggio in Italia. Alcuni acquerelli e disegni sono ispirati alle modelle, soprattutto ciociare (sono in mostra anche alcune cartoline che le raffigurano), che gravitavano tra piazza di Spagna e via Margutta, dove aveva preso in affitto uno studio. Tra i disegni di architetture romane, non poteva mancare Villa Medici, che era sicuramente un punto di ritrovo per gli artisti stranieri a Roma.

Ma ciò che ammiriamo particolarmente sono i dipinti relativi ai personaggi della Commedia dell’arte, come Pulcinella, Arlecchino, Pierrot, che già aveva prediletto nel precedente periodo “rosa”. È proprio nelle vesti di queste maschere che egli ritrae personaggi a lui vicini, come per esempio il coreografo Léonide Massine (come Arlecchino, 1917) o il figlio Paul (Paul vestito da Arlecchino, 1924 , e Paul vestito da Pierrot, 1925). La moglie Olga (Ritratto di Olga in poltrona, 1918) è raffigurata alla maniera di Ingres, ma con una lieve scomposizione delle superfici che rende il dipinto più moderno.

Altre opere, poi, sono ispirate al classicismo monumentale della statuaria classica, una reinvenzione più che una maniera, come nelle opere di Fontainebleau, tra cui Tre donne alla fontana (1921). A un soggiorno estivo ad Antibes appartengono alcune figure di bagnanti, dee e personaggi mitologici. Donna nuda seduta che si asciuga il piede (pastello su carta, 1921) ci colpisce perché sembra riecheggiare la posa del celebre Spinario dei Musei Capitolini. Due donne che corrono sulla spiaggia (La corsa)(gouache su tavola, 1922), pur di piccole dimensioni, dà l’idea di una grande energia e plasticità. Monumentale e vagamente enigmatica appare la grande opera Il flauto di Pan del 1924, che mostra due giovani seminudi, uno dei quali suona la siringa di Pan (il flauto a 7 canne): sono figure che ricordano i rilievi tardoromani e i motivi etruschi che ebbe modo di ammirare durante il suo viaggio in Italia.

Al piano superiore la mostra prevede una full immersion nei Balletti Russi, con costumi, fotografie, disegni e filmati di forte impatto emotivo sull’osservatore. La collaborazione con i Balletti non si limitò a Parade, ma proseguì con Pulcinella (1919), musicato da Igor Stravinskij, la cui idea si sviluppò a Napoli, quando Picasso e Stravinskij assistettero a uno spettacolo di burattini, che li colpì per la comicità volgare che caratterizza la maschera partenopea. Come per Parade, Djagilev affidò la coreografia al ballerino Massine e le scene e i costumi a Picasso.

Ancora nel 1924 Picasso torna a collaborare con Satie e Massine creando tableaux vivants per il Mercure, le cui pose dei ballerini sono artificialmente rigide, mentre in molti disegni dello stesso periodo (alcuni dei quali raffigurano Olga) le linee sono fluide e danno l’idea del movimento legato alla danza. Dopo il 1925 Picasso si allontanò dal mondo della danza (e dalla moglie) e si avvicinò al surrealismo. Del 1920 è il quadro Études, che può essere considerato la summa degli esperimenti di Picasso con diversi stili artistici, sperimentazione ben evidenziata tra l’altro nelle nature morte eseguite a Saint Raphael nel 1919 (tra cui Natura morta davanti a una finestra), nelle quali opera una sintesi tra i principi cubisti e quelli classici. In effetti questa mostra sembra proprio evidenziare come il soggiorno in Italia segnò in Picasso l’emancipazione dai confini di qualunque stile o movimento artistico per consolidare un linguaggio del tutto personale.

P.S.

PICASSO. Tra cubismo e classicismo 1915-1925

Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio, 16, Roma
22 settembre 2017- 21 gennaio 2018
Orari: da dom. a ven. dalle 10 alle 20; ven e sab. dalle 10 alle 22
Info@scuderiequirinale.it

Il Sipario PARADE a Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13
Orario 9-19, lunedì chiuso


 

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