a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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LDVRoma
Speriamo proprio di no!
Come tutte le notizie di cronaca, dopo un enorme clamore mediatico, le stesse perdono la carica iniziale e vengono trascurate o, se non altro, messe in secondo piano dalle amministrazioni pubbliche e private che, al momento dell’evento, avevano promesso di tutto e di più da realizzarsi in tempi rapidissimi.
Invece, ci giungono notizie allarmanti su come ritardino aiuti e provvedimenti per le popolazioni che hanno perso tutto e si trovano in gravissime condizioni di disagio economico, psicologico e fisico.
Ci risulta che solo pochissimi moduli abitativi siano stati consegnati a famiglie fortunate, che alcuni alberghi ospitanti i terremotati nelle località marine, non vogliano rinnovare i contratti con il Governo, che la rimozione delle macerie sia molto ostacolata da problemi logistici e che ancora molte abitazioni siano in attesa di verifiche…
Certamente i problemi sono immani e di gravità estrema, ma, pensando a quanto spreco sia stato commesso e si commetta ancora da politiche errate, sembra impossibile non poter destinare immediati soldi pubblici al risanamento di un cataclisma ambientale che ha sconvolto l’opinione pubblica di tutto il mondo.
Ma non si diceva che in Italia, specie nel Nord, vi sono industrie che in due, ripeto, in due mesi, riescono a costruire e consegnare in loco prefabbricati di ottima rifinitura?
Come mai, dopo sei mesi, le tanto sospirate “casette” antisismiche sono ancora un sogno irraggiungibile per la maggior parte delle persone?
Spesso la burocrazia funziona da freno incontrollabile nella realizzazione di opere pubbliche, ma non è possibile semplificare e ridurre al massimo i tempi di attesa?
E’ quanto, ci risulta, chiedono da mesi i Sindaci dei paesi distrutti che devono affrontare ogni giorno, se non ogni ora, emergenze e disagi dei propri concittadini e sono spesso lasciati soli.
Se si trova il tempo e il denaro (secondo noi eccessivo) per il Festival di Sanremo o per la costruzione di uno stadio, se non, addirittura, per i contestati vitalizi, sarebbe preferibile ed auspicabile provvedere con maggior sollecitazione alle emergenze che attendono da molto tempo risposte esaustive.
Persino l’Europa si è mossa, con imprevista sollecitudine, ad elargire aiuti e sostegno ai terremotati del nostro Paese, ma la vera e propria ricostruzione deve ancora iniziare.
Ci auguriamo che si possa quanto prima provvedere ad una sistemazione confortevole per chi è sopravvissuto ad uno dei più terribili disastri del nostro secolo e che tale provvedimento abbia la priorità assoluta su altre esigenze certamente non così drammaticamente urgenti.