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100 anni di arte austriaca della collezione Würth in mostra nei pressi di Roma.

Ancora su artisti mitteleuropei, ma questa volta presso Roma
mercoledì 1 marzo 2017 di Luciano De Vita

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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L’11 febbraio 2017 è stata inaugurata all’Art Forum Würth Capena la mostra “A.E.I.O.U. Da Klimt a Hausner a Wurm – L’arte austriaca nella Collezione Würth” che sarà aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2019.

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Klimt - Nuda Veritas - 1899

L’Art Forum Würth Capena è noto ai nostri lettori dal 2012 quando abbiamo parlato della mostra delle opere grafiche e scultoree di Günter Grass a cui rimandiamo. Tutta la prima parte di quell’articolo infatti è dedicata alla storia incredibile di questa ditta tedesca Würth, una vera multinazionale delle ferramenta, e al suo rapporto con l’arte e alla sua attenzione ai propri dipendenti e ai territori in cui opera. Nell’appendice sono riportate anche le indicazioni per raggiungerla poco pima della stazione Roma Nord dell’autostrada A1.

Ciò nonostante vorrei qui ricordare il pensiero del prof. Reinhold Würth, nel 1954 diciannovenne, figlio del fondatore Adolf, che da allora ha gestito l’azienda portandola alle attuali dimensione, ed ora, lasciato il timone alla figlia, può dedicarsi pienamente alla sua passione per l’arte. Il Prof. Würth è “...fermamente convinto che un contatto vivace, critico e soprattutto attivo con l’arte contribuisca alla corretta interpretazione della cultura aziendale” e quindi occorre aprire le porte dell’azienda alla realtà in cui si trova immersa. Da qui sono nate molti Art Forum Würth in Europa oltre il Museo Würth presso la casa madre in Germania a Künzelsau-Gaisbach (Baden-Württemberg) nelle sedi di Olanda, Svizzera, Austria, Danimarca, Belgio, Norvegia, Spagna, Francia e Italia.

Questo pensiero guida, come ex-dirigente di una azienda, ritengo che dovrebbe essere molto meditato da tanti imprenditori per capire profondamente che la più importante ricchezza di una azienda è la cultura e l’affezione del suo personale!

Vediamo ora di concentrarci sulla mostra e sull’interessante intervento della storica dell’arte Eva di Stefano, che ha inquadrato il contesto storico artistico nel quale sono state prodotte gli artefatti in mostra.

La dr.ssa di Stefano ha chiarito molto efficacemente che tutti gli sviluppi dell’arte viennese degli ultimi 100 anni derivano da quanto iniziato e avvenuto nel periodo della Secessione (fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo oltre che a Vienna, a Monaco e Berlino), quando ” l’età d’oro della borghesia cominciava a declinare” (Stefan Zweig 1881-1842) e “l’insicurezza cominciava ad essere una malattia psichica” (Sigmund Freud 1856-1939).

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Hermann Nitsch - Secessione 1987

A Vienna nel 1886 “19 artisti, tra cui pittori e architetti, si staccarono dall’Accademia di Belle Arti per formare un’associazione autonoma, dotata di una propria indipendenza e anche di una propria sede: il Palazzo della Secessione Viennese. L’ideale di Gesamtkunstwerk: (l’opera d’arte totale), è esaltato da questi artisti che progettano, dipingono, decorano in vista di una fusione completa delle arti….. I principali fautori di questo movimento furono Gustav Klimt (pittore) (1862-1918) il fondatore, Egon Schiele (pittore) (1890-1918), Koloman Moser (arti applicate) (1968-1918), arch. Otto Wagner (1841-1918), arch. Joseph Maria Olbrich (1867-1908) e arch. Josef Hoffmann (1870-1956), morti quasi tutti nel 1918 a causa della pandemia di influenza spagnola” (da Wikipedia.it). (Alcuni di questi artisti sono citati in un mio vecchio articolo “Alla scoperta di alcuni aspetti di Vienna” del 2005.)

Alcune opere di Klimt come la Nuda Veritas e poi le famose tele per il soffitto dell’aula magna dell’università, purtroppo distrutte in un incendio nel 1945, sono delle pietre miliari nella storia degli sviluppi artistici successivi. L’oscuro simbolismo di queste ultime, il modo di rappresentazione anti accademico dei corpi furono al centro di un grandioso scandalo ai primi del secolo, sicché essendo state fortemente rifiutate Klimt dovette ricomprarsele.

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Klimt - Filosofia - 1900
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Klimt - Medicina - 1901
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Klimt - Giurisprudenza - 1903

Il titolo della mostra “A.E.I.O.U” è un po’ criptico. Doveva essere il motto dell’imperatore Federico III nel XV secolo, che lo fece inserire nel suo stemma, nelle iscrizioni, negli inventari ed edifici da lui commissionati.

Un’interpretazione recente lo traduce così: ”Austria Europae Imago, Onus, Unio” (L’Austria come immagine, onere e unione dell’Europa). Un motto misterioso e mai chiarito del tutto, che punta l’attenzione su un Paese, che ha avuto spesso un ruolo centrale nella storia europea, come confermato dall’attenzione dedicata alle recenti elezioni del presidente.

L’Austria come specchio dell’Europa riflette nell’arte il suo grande contributo nell’ambito delle arti visive, della letteratura, della musica e della psicoanalisi offerto alla modernità, dalle specificità di questa nazione mitteleuropea.

La mostra offre un’ampia scelta tra dipinti, opere grafiche e sculture di una trentina di artisti, iniziando da Gustav Klimt (1862-1918), Oskar Kokoschka (1886-1980), Rudolf Ribarz (1848-1904), Carl Fahringer (1874-1952), passando per la vasta produzione artistica austriaca del XX secolo, con figure quali Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), Rudolf Hausner (1914-1995), Hermann Nitsch (1938), Arnulf Rainer (1929), Alfred Haberpointner (1966), Alfred Hrdlicka (1928-2009) scultore, Peter Pongratz (1940) , fino ad arrivare agli esponenti più giovani come Erwin Wurm (1954), Markus Redl (1977) e Markus Hofer (1977).

Qui sopra una prima panoramica delle opere esposte è organizzata per data crescente di creazione dell’opera, per quanto ho potuto ricostruire. In questo modo paragonando anche con le date degli autori si è in grado di farsi una idea degli sviluppi nella dimensione temporale. (Le immagini di questa slideshow sono quelle rilasciate da Würth)

Altri artisti di cui ho ammirato le opere esposte: Alfons Walde (1891-1958), Günter & Silva Sedlak (1941), Günter Damisch (1958-2016), Hans Fronius (1903-1998), Herbert Boeckl (1894-1966), Joseph Flack (1874-1977), Rudolf Hausner (1914-1995), Rudolf Hradil (1925-2007), Siegfried Anzinger (1953), sono mostrate in questa seconda panoramica montata con foto riprese da me.

Segue qualche mio commento o osservazione su alcune opere che mi interessa segnalare.

Gustav Klimt

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Gustav Klimt - Giovane veneziano - 1881

L’olio su tela di Gustav Klimt del 1881/82 esposto in questa mostra “Venezianischer Knabe (Savoyardenknabe)” (Giovane veneziano o Ragazzo savoiardo) (25 x 39,5 cm) è un’opera giovanile di quando aveva 19 anni. Si tratta di un’opera di notevole fattura che mostra le capacità del giovane artista che era già un raffinato pittore, benché lo stile fosse ben lontano da quello del più conosciuto Klimt della Secessione, con colorazioni solari e calde e soggetti ricchi di significati e messaggi.

Io francamente non avevo mai visto questo quadro rappresentato nelle mostre o nei libri sull’artista, che ho avuto occasione di visitare o consultare. Unica traccia, senza immagine nel Catalogo delle opere di Klimt nei Classici dell’Arte Rizzoli del 1979, dove viene citato un olio su tela “Contadinello della campagna romana 1981ca” delle stesse dimensioni, del quale dal 1927 si è persa traccia. Su internet ho invece trovato una bella immagine nel sito Klimt Museum che presenta un ampio catalogo delle opere di Klimt. In un sito di aste ho trovato anche che questo dipinto era ad una grande asta a Monaco nel 2008. Attualmente fa parte del patrimonio artistico di Reinhold Würth dal 2012 (Coll. Würth, Inv. 15269 )

Rudolf Hausner

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Rudolf Hausner - Il piccolo cappello del folle - 1963

Ho trovato molto particolare il molto curato e raffinato dipinto “Der kleine Narrenhut (Il piccolo cappello del folle)” del 1963 di Rudolf Hausner (1914-1995), il cui particolare centrale è stato preso a logo della mostra. Pertanto ho cercato di saperne un po’ di più sull’autore.

Fin da giovanissimo affascinato dall’arte, dal 1931 al 1936 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Vienna, influenzato dall’ impressionismo e dall’espressionismo. Nel 1938 la sua arte è stata considerata “degenerata” dal Terzo Reich. Arruolato nel ’41 nella Wehrmacht ha avuto esperienze traumatiche in Russia che hanno influenzato il suo susseguente lavoro artistico con esperienze psicologiche di proiezioni inconsce. Nel 1946 assieme a E. Jene, E. Fuchs, W. Hutter e F. Janschka ha fondato un gruppo surrealista dell’Art Club austriaco, che in seguito si è allargato ad altri artisti; nel 1959 ha dato origine alla Scuola di Vienna del Realismo Fantastico. Come si può notare dal quadro esposto all’Art Forum Würth di Capena il soggetto è molto particolare, ad una cura quasi maniacale della composizione (realismo), eseguita con tecniche pittoriche particolari sviluppate dall’artista, come professore universitario ad Amburgo e Vienna, corrispondono soggetti decisamente espressione di visioni subconsce. Lo stesso personaggio, questo “Nar” (folle), (che sembra una sorta di Cristo un po’ alienato), è stato rappresentato più volte in atteggiamenti molto simili con cappelli di diverso colore. Altri soggetti ricorrenti sono Adamo, Ulisse.

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Rudolf Hausner - Trauriger Europäer
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Rudolf Hausner - 1980

Hausner si è sposato almeno 3 volte; dalla terza moglie Hermine Jedlicka ha avuto la figlia Xenia, un quadro della quale è esposto nella presente mostra (riprodotto nel primo slideshow).

Hundertwasser
Di Hundertwasser sono esposti due lavori. “La morte della Modella o I Fotografi” del 1966 della collezione Würth che avevo avuto modo di ammirare nella mostra “la Raccolta dei Sogni” nel 2014 presso l’Art Forum Würth di Arlesheim. In questa opera l’autore sostiene che: “La fotografia uccide. La macchina fotografica è un occhio spietato. Ero molto legato ad una modella e capivo bene come funzionava. Un’altra si è tolta la vita perché pensava che stesse ingrassando”.

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Friedensreich Hundertwasser - La morte della Modella - 1966
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Friedensreich Hundertwasser - Equilibrio oculare III - 1958

Anche il secondo lavoro “Equilibrio Oculare III” del 1958 lo avevo visto ad Arlesheim. Costituisce uno dei primi esperimenti di Hundertwasser di utilizzo di foglie d’oro, tecnica in cui si è vieppiù perfezionato. Il titolo sembra non entrarci niente con gli occhi, anche se è stato dato almeno altre due volte, ed è stato definito in seguito. L’artista commenta che nel farlo pensava a zone lucide e opache.

Kokoschka
Il quadro di Oskar Kokoschka “Le Agavi” del 1934/37 ha una fattura prettamente espressionista, e ricorda molto come stile le pitture del gruppo di Dresda e Berlino “Der Brücke” e poi a Monaco “Der blaue Reiter”, di cui in altri contesti è considerato un epigono. Debbo confessare che è una delle opere che ha attratto di più la mia attenzione, anche perché conosco un po’ di più della sua lunga vita (94).

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Oskar Kokoschka - le Agavi - 1934/37
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Merkel e Adenauer (1966) di O. Kokoschka

I suoi amori con Alma Mahler nel primo ventennio del ‘900, che avevano creato tanto scandalo, sono poeticamente descritti nel libricino di Andrea Camilleri “La creatura del Desiderio”, (Skira 2013).

Forse a qualcuno sarà capitato di vedere una foto della Cancelliera Angela Merkel al suo tavolo di lavoro con alle spalle il ritratto di Konrad Adenauer (1876-1967) dipinto da Kokoschka nel 1966, per la serie dei ritratti dei cancellieri della Repubblica Federale.

Rudolf Hradil

Può essere interessante raffrontare le Agavi di Kokoschka con i quadri dipinti nel dopoguerra “Le Agavi a Ponza” del 1962, e i “Barili e tronchi” del 1958, di Rudolf Hradil (1925-2007), un pittore sicuramente meno noto a noi mediterranei di Kokoschka. Appare evidente nell’osservare in particolare le agavi che l’espressionismo qui non c’è più.

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Rudolf Hradil - Agavi a Ponza - 1962
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Rudolf Hradil - Barili e tronchi - 1958
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Gunter Damisch - Stele a sacco con interni - 2010

Gunter Damisch
Tra le opere di scultura ho trovato “molto particolare” la “Stele a sacco con interni” in alluminio dipinto di Gunter Damisch, del 2010, di cui non saprei proprio cosa voglia rappresentare.

Alfred Hrdlicka

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Alfred Hrdlicka - Marsyas III - 2009
bronzo dall’originale in marmo di Untersberger del 1972

Invece mi ha in un certo senso impressionato la rappresentazione di Alfred Hrdlicka (1928-2009) della scultura in bronzo “Marsyas III” per la sua crudezza. Da quanto ho potuto apprendere questo artista si è misurato con molte rappresentazione di questo satiro o sileno il cui mito antico è abbastanza crudele ma ha avuto anche rappresentazioni molto più serene, come il bassorilievo in ceramica del Museo di Atene.

In poche parole Misia ritrova in Frigia il doppio flauto gettato da Atena in un fosso perché le guance gonfie per suonarlo la rendevano ridicola e brutta davanti ad Afrodite e Giunone. Naturalmente lo strumento suonava molto armoniosamente e gli abitanti sostenevano che superava la musica della lira di Apollo.

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La sfida tra Apollon e Marsyas
Bassorilievo in ceramica del Museo di Atene

La sfida ovviamente con le Muse come giudici non poteva avere altra soluzione, per cui Apollo sfogò la sua ira contro lo sfidante, scorticando il satiro e inchiodando la sua pelle ad un pino (Robert Graves, I Miti Greci, Milano 1983).

Link utili

Un sito ricco di informazioni e immagini delle opere di Klimt è il seguente www.artsy.net/artist/gustav-klimt

P.S.

Notizie pratiche

ORARIO: LUNEDÌ – SABATO 10.00 – 17.00, DOMENICA E FESTIVI CHIUSO
INGRESSO GRATUITO
VISITE GUIDATE: SABATO ORE 11.00, durata 1 ora, 5€ a persona
PER GRUPPI: SU PRENOTAZIONE

Raggiungere l’Art Forum della Würth non è difficile, ma neppure facilissimo.

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Würth a Capena

Sulla diramazione per l’autostrada del Sole, uscendo da Roma prima della stazione Roma Nord non si può non vedere il grosso ed evidentissimo stabilimento Würth, ma conviene uscire alla precedente nuova uscita e proseguire sulla via Tiberina. Dopo una rotonda a destra si passa sotto l’autostrada e in direzione opposta ci si trova in Viale della Buona Fortuna, dove alla fine non si può mancare il modernissimo complesso della Würth.

In un edificio a vetri architettonicamente molto curato è situata la mostra, dove si è accolti molto calorosamente.

Per ulteriori informazioni: TEL. +39 06 90103800
www.artforumwuerth.it art.forum@wuerth.it