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LA SPINA DI BORGO in mostra ai Musei Capitolini

Una mostra che illustra i reperti e i cambiamenti topografici dell’area intorno alla basilica di San Pietro dall’età romana fino alla realizzazione di via della Conciliazione
giovedì 1 settembre 2016 di Nica Fiori

Argomenti: Mostre, musei, arch.
Argomenti: Architettura, Archeologia


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Borgo, il rione più giovane tra quelli tradizionali di Roma (escludendo quindi quelli “piemontesi” successivi all’unità d’Italia), per lungo tempo ha fatto parte di Trastevere, finché Sisto V (papa dal 1585 al 1590) non decise di elevarlo a XIV rione, dandogli un nome derivante dal tedesco Burg (cittadella fortificata), termine con cui i pellegrini germanici definivano l’agglomerato urbano intorno alla basilica di San Pietro. E in effetti si trattava di una vera e propria cittadella, delimitata dalla mura fatte costruire a partire dal IX secolo da Leone IV (civitas leonina). L’isolato stretto e allungato compreso tra lo spiazzo antistante Castel Sant’Angelo e quello di fronte alla Basilica Vaticana, noto col nome di “Spina” dei Borghi (o di Borgo) e demolito tra il 1936 e il 1937 per creare via della Conciliazione, è oggetto di un’interessante mostra archeologica, storica e topografica, che si tiene nei Musei Capitolini fino al 20 novembre 2016.

Come specifica il titolo “La Spina. Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione”, l’esposizione capitolina, a cura di Laura Petacco e Claudio Parisi Presicce, illustra l’evoluzione della zona gravitante intorno a San Pietro, a partire dall’antico ager vaticanus, riportando alla memoria luoghi che non esistono più, ma che sono stati a lungo testimoni degli avvenimenti storici che hanno portato all’assetto di Roma quale è oggi, capitale dello Stato italiano e allo stesso tempo centro della cristianità. Certo forte è il rimpianto per la perdita di edifici rinascimentali e soprattutto di quella straordinaria sensazione di sorpresa che provava il visitatore di un tempo quando arrivava alla gigantesca piazza, accolto come in un abbraccio dal colonnato berniniano, sensazione che è rievocata in mostra in una videointervista ad Alberto Sordi:

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04 Ara taurobolica
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03 Afrodite Charis

“Avevo quattro anni quando vidi per la prima volta San Pietro e fu proprio per il Giubileo del 1925. Ero in compagnia di mio padre, venivamo da Trastevere, dove ero nato in via San Cosimato e dove vivevo con la mia famiglia. Arrivammo percorrendo i vicoli, che poi furono distrutti, di Borgo Pio: un ammasso di casupole, piazzette, stradine. Poi, dietro l’ultimo muro di una casa che si aprì come un sipario, vidi questa immensa piazza. Il colonnato del Bernini, la cupola. Un colpo di scena da rimanere a bocca aperta”.

Pure significativa di un certo malcontento generale è la frase dell’architetto Antonio Munoz in una intervista a Marcello Piacentini (L’Urbe, maggio 1937): “Perché hai voluto levare la spina a San Pietro? Il Principe degli Apostoli era un pescatore, e di spine se ne intendeva. Se per tanti secoli non se l’era cavata, vuol dire che non gli dava fastidio”.

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10 Venere accovacciata

“Prima della Spina” è la prima sezione espositiva che presenta l’area vaticana a partire da quando il territorio, considerato malsano a causa degli straripamenti del Tevere, venne bonificato nella prima età imperiale accogliendo ricche ville suburbane, tra cui gli Horti di Agrippina e quelli di Domizia Longina (moglie di Domiziano). Dagli scavi per la realizzazione della rampa di accesso al parcheggio del Gianicolo provengono una statua in marmo docimio di Afrodite Charis (I secolo d.C.) e degli splendidi capitelli di semicolonne con delfini accoppiati ai lati di un tridente, che testimoniano la ricchezza di questi Horti. Tra le strade Triumphalis e Cornelia si addensarono nel tempo vari nuclei di necropoli, tra le cui tombe era nota, fino alla sua demolizione nel 1499, la meta Romuli, a forma di piramide, che veniva contrapposta alla meta Remi, oggi conosciuta come piramide Cestia. L’area ospitò inoltre un luogo di culto dedicato alla dea Cibele, chiamato Vaticanum, dal quale provengono alcune are in mostra. Una in particolare fa riferimento al taurobolium, l’uccisione del toro prevista in questa religione misterica di origine orientale. Il culto proseguì fino al IV secolo, quando con Costantino si affermò il cristianesimo e venne edificata la basilica sul luogo del martirio di San Pietro, avvenuto secondo la tradizione nel circo vaticano durante il principato di Nerone.

Fu il Giubileo del 1500 a creare la cosiddetta Spina con l’apertura della via Alessandrina (poi Borgo Nuovo, contrapposto a Borgo Vecchio), voluta da Alessandro VI, e fu un altro Giubileo, quello del 1950, a inaugurare la monumentale e fredda via della Conciliazione, realizzata in seguito alla demolizione della “Spina” dagli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli (un nome questo che sembra tutto un programma!). Il progetto, dettato dalla volontà politica di modificare la visuale del Vaticano, anche sotto il profilo simbolico, all’indomani dei Patti Lateranensi del 1929, ha tagliato in due un rione che prima appariva unitario e decisamente più armonioso. Dalle demolizioni qualcosa si salvò e venne ricomposto altrove, come la chiesa di Santa Maria in Traspontina (arretrata rispetto alla posizione primitiva) o la fontana del Maderno di piazza Scossacavalli, che venne collocata davanti a Sant’Andrea della Valle. Le sezioni espositive intitolate “La Spina “ e “Cavare la Spina a San Pietro” illustrano con vari reperti e documenti i cambiamenti topografici nell’arco di circa quattro secoli e mezzo.

Tra le opere in mostra troviamo affreschi staccati ed elementi architettonici provenienti da palazzi (in particolare le decorazioni del rinascimentale palazzo Alicorni) e dalle chiese di Borgo, come San Giacomo a Scossacavalli (dal nome della piazza che si trovava al centro del Rione), sculture della collezione del cardinale Federico Cesi (tra cui la Venere accovacciata), il cui giardino ricco di sculture è raffigurato in un olio di Hendrick III van Cleve, dipinti di Gaspar van Wittel, Ippolito Caffi, Ettore Roesler Franz, Tina Tommasini, stampe e disegni di Giuseppe Vasi e Giovan Battista Falda, fotografie d’epoca e un plastico in gesso della Spina dei Borghi, realizzato per Piacentini e Spaccarelli dalla ditta Bucci per lo studio dell’area, mai esposto prima.

P.S.

La Spina.

Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione

Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio, Roma
22 luglio – 20 novembre 2016
Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30. La biglietteria chiude un’ora prima
€ 15.00 biglietto integrato Mostra + Museo intero, comprensivo della tasse del turismo di € 1.00 per i non residenti a Roma; € 13.00 biglietto integrato Mostra + Museo ridotto, comprensivo della tasse del turismo di € 1.00 per i non residenti a Roma; gratis per gli aventi diritto
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00)
www.museicapitolini.org; www.museiincomune.it