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CHAGALL. Love and Life

In mostra al Chiostro del Bramante 140 opere che illustrano la vita di Chagall
mercoledì 1 aprile 2015 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Amore per la vita. Potrebbe essere questo, in sintesi, il messaggio che traspare dalle opere di un artista come Marc Chagall (1887-1985), che è insieme poeta e sognatore, protagonista della mostra “Chagall. Love and Life”, ospitata a Roma nel Chiostro del Bramante dal 16 marzo al 26 luglio 2015.

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Marc Chagall

L’esposizione, a cura di Ronit Sorek, presenta i lavori provenienti dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme, soprattutto opere grafiche di Chagall, tra cui le illustrazioni della Bibbia, delle Anime morte di Gogol e delle Favole di La Fontaine, ma anche la produzione più autobiografica, che ci appare particolarmente interessante perché ci parla della sua vita e del suo grande amore per la moglie Bella Rosenfeld (1895-1944), della quale illustrò i libri “Burning Lights” e “First Encounter”, pubblicati dopo la morte prematura dell’amata.

Il percorso espositivo inizia con un video che introduce il visitatore alla conoscenza dell’artista che, giunto a Parigi nel 1910 dalla natia Russia, vi trovò il clima adatto per esprimere più liberamente le proprie idee, portando con sé un bagaglio di tradizioni del suo paese e il desiderio di affermare la sua identità ebraica (rafforzata dalla mitica condizione dell’essere “errante”), tanto sentita da scrivere le sue memorie in yiddish, anche se sono note con il titolo francese “Ma vie”.

La sua figura occupa nella storia dell’arte del XX secolo un posto particolare e non confondibile con quello di altri pittori. La sua opera, in effetti, non si riconosce in nessuno tra i più importanti movimenti dell’avanguardia storica, anche se André Breton lo ha proclamato un predecessore del surrealismo ed Herwarth Walden ha scoperto nella sua pittura analogie e stimoli fondamentali per l’Espressionismo tedesco. Egli ha sempre preso le distanze da tutti e non si è mai identificato con nessun gruppo per la natura del suo talento, che era profondamente personale.

La sua poetica è sempre stata condizionata dalla nostalgia della sua terra d’origine. “Partecipando a quell’irripetibile rivoluzione tecnica dell’arte in Francia - racconterà l’artista - ritornavo con il pensiero, per così dire, all’anima del mio paese. Ho vissuto voltando le spalle a ciò che avevo davanti. Ho portato i miei soggetti dalla Russia: la materia e Parigi hanno dato loro luce e forma”.

Per capire la sua arte è necessario, in effetti, partire dal luogo dove iniziò la sua vita, e cioè da Vitebsk, un centro della Bielorussia occidentale, punto d’incontro di diverse culture nazionali, dove però la maggioranza della popolazione era ebrea. Gran parte dell’immaginario di Chagall proviene proprio dal fascino caratteristico della sua città di origine, raffigurata in mostra nella gouache Sopra Vitebsk, del 1914, con le sue case coperte di neve e una figura umana bizzarra e romanticamente tenebrosa (forse quella dell’ebreo errante), che cammina obliquamente nel cielo.

Non furono però soltanto ricordi romantici e nostalgici le cose che Chagall ereditò dalla sua patria, ma anche qualcosa di più fondamentale: la sua visione del mondo. Il pittore proveniva da una famiglia ebraica, povera e tradizionalista, con un nonno rabbino. Chagall non fu mai un ebreo dogmatico; in tale caso si sarebbe dovuto sentire un grande peccatore per aver dedicato tutta la sua vita alla creazione di immagini, soprattutto umane, che la rigida legge del Talmud vieta severamente. Non si identifica però neppure nell’intellettuale ebreo laico e spregiudicato (un tipo molto diffuso nella sua generazione). Il mondo spirituale di Chagall viene collegato soprattutto all’hassidismo, un movimento religioso ebraico alla cui base c’è una spiritualità che valorizza tutti gli aspetti della vita quotidiana, considerati come una manifestazione di amore divino.

L’amore di coppia, in particolare, è celebrato in un dipinto a olio, Gli Amanti, in una gouache e in alcune litografie a colori, Coppia di amanti e fiori e Coppia di amanti con gallo. Ma anche la famiglia e gli amici sono ritratti, come pure se stesso in Autoritratto con sorriso e Autoritratto con smorfia, entrambi acqueforti del 1924-25, dove dimostra di essere un maestro della linea oltre che un fine colorista.

Le numerose incisioni e i disegni esposti dimostrano la sua capacità di esprimersi sia su temi del folclore giudaico (soprattutto le feste religiose), sia su quelli letterari, con uno stile spontaneo che ricorda quello dei pittori popolari. Le figure a volte sono rovesciate, in una prospettiva decisamente arbitraria. In alcune opere sembra che tutto sia subordinato alla creazione di un effetto misterioso, ma anche concretizzato nel mondo sensibile per mezzo della tinta, di ciò che l’artista stesso definisce la “chimica” del colore.

Per questo nella sala centrale del Chiostro è stata sistemata un’installazione che anima alcune illustrazioni in bianco e nero di Chagall con i colori tipici del pittore, evidenziando così le varie fasi della creazione di un’opera d’arte. Nella sezione dedicata all’amore, invece, il visitatore può letteralmente specchiarsi, e fotografarsi, in uno dei dipinti più famosi e poetici dell’artista russo, La passeggiata, del quale è in mostra la gouache del 1919. Si tratta di una passeggiata davvero speciale, perché la donna, tenuta per mano dal suo uomo, è sospesa in aria e trasmette con la sua mancanza di gravità il senso dell’irrealtà poetica del sogno. Lo sfondo è giallo e fa pensare alla luce del sole.

Altre volte lo sfondo è un cielo notturno in cui avvengono strani fenomeni. Plumbeo e in qualche modo angosciante è il cielo della Crocifissione, del 1944, che sembra alludere all’olocausto degli Ebrei (in fondo Cristo era ebreo). Frequenti nelle sue composizioni sono gli animali tipici del suo mondo, come l’asino, il gallo, la capra. Nello studio per Il mercante di bestiame la capra trasportata nel carretto è azzurra e il suo colore irreale concorre a creare l’atmosfera delle fiabe. Probabilmente ogni colore è simbolo di qualcosa, ma non è necessario sapere di cosa, che anzi si romperebbe l’incanto.

Il simbolismo di Chagall, sia pure mascherato dal linguaggio fantastico delle sue immagini oniriche, potrebbe essere collegato alla Cabala, la dottrina esoterica ebraica, formatasi in Palestina nel I secolo d.C. e diffusasi poi ampiamente in Occidente con la Diaspora. Oggetto della Cabala è la contemplazione mistica di Dio, che apre la strada alla comprensione della natura, della vita e dell’amore. Si fonda sullo studio della Bibbia, ma anche sullo studio di visioni, su ricerche sul significato nascosto delle cose, e quindi sulle corrispondenze tra aspetti delle realtà terrestri e celesti.

P.S.

Le immagini sono tutte © Chagall ® by SIAE 2015

“Chagall. Love and Life”, Chiostro del Bramante, via della Pace, Roma
Orario: dalle 10 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 21.
Biglietto: € 13 (audioguida inclusa), ridotto € 11
info@chiostrodelbramante.it


 

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