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CUORE DI ZINGARA (EDESSE 2014)

Cuore di zingara un’altra recensione

Una lettura importante ed istruttiva che consigliamo di comprendere e renderla un moto interno della nostra stessa coscienza.
lunedì 2 marzo 2015 di Carlo Vallauri

Argomenti: Mondo
Argomenti: Sociologia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Marcella Delle Donne


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Sociologa attenta al dispiegarsi delle molteplici possibilità di sviluppo delle minoranze umane di diversa origine, Marcella Delle Donne inserisce il lettore nella comprensione delle specificità delle esperienze proprie dei rom, osservati ed analizzati nel turbine di vite complesse e variegate. E così partecipiamo alle emotività e complessità di comportamenti svariati di persone sottoposte a una serie di eventi incresciosi, nei contrasti propri di individui alle prese quotidiane con fatti disastrosi che impediscono un autonomo formarsi di coscienze a causa del preponderante peso di imperanti volontà, che colpiscono e annullano le capacità proprie naturali dei singoli per articolarsi nella piena libertà delle proprie determinazioni. Intere comunità piegate allora dalla negatività per ogni prospettiva di scelte liberamente formatesi perché avvilenti imposizioni estranee escludono ogni libera determinazione. Così vediamo, pagina dopo pagina, il dispiegarsi di una originale e persistente forza di vivere le rispettive realtà, a cominciare dai bimbi rom.

L’esclusione degli zingari, perseguitati nell’ambito da differenti contaminazioni, costringendoli a vivere come “appestati”, rivela la prepotenza di pretese “razziali superiori”, mentre la sensibilità di questa, come di altre minoranze, è ricca di fermenti creativi, come si può constatare proprio leggendo con attenzione questo Cuore di zingara (Ediesse editore), rappresentazione esemplare e vivace di condizioni, stati d’animo, desideri che esprimono realtà amare sottoposte alle dure imposizioni provenienti da quella parte di umanità che rifiuta di comprendere l’autenticità delle esperienze avverse, consistenti in trasmigrazioni caratterizzate da mille e mille negatività, testimonianza che dimostra l’autenticità della “volontà di esistere” per poter esprimere le radici profonde della propria sensibilità. Proprio questa sensibilità è la caratteristica essenziale posta in evidenza da questo pur non breve racconto, che si riconduce appunto alla autenticità dei sentimenti che costituiscono l’essenza fondamentale di Marcella Delle Donne, nella sua straordinaria capacità di intrattenere e di esprimere – come in questo caso – la sostanza dell’avvilente corsa di vite sottoposte alle peggiori inquietudini nel continuo sforzo a vivere autonomamente la propria vitalità.

Ecco così il succedersi dei racconti struggenti che la sociologa riesce ad offrirci in un affresco umano di rara potenza espressiva, grazie all’autenticità delle esperienze che il lettore riesce a far proprie grazie alla straordinaria forza rappresentativa di un racconto ininterrotto di molteplici realtà che crediamo di conoscere ma che invece, nella massima parte di noi, resta estranea al nostro quotidiano. Così Marcella ci libera da pericolose tentazioni ad accettare la realtà per piegarci al trionfo della violenza quale determinante forza imperante nella vita reale. Ebbene, seguendo pagina dopo pagina, le vicende tristi ed amare di questi zingari, noi avvertiamo la distanza enorme che separa la nostra azione quotidiana dalla pretesa di essere persone informate di quel che succede nel mondo mentre la diversità dei ruoli impedisce ad intere popolazioni di vivere pienamente e liberamente la propria esistenza perché troppe violenze persistono nel preteso mondo civilizzato moderno. Molti di noi credono di vivere secondo principi di umana sopportazione e di civile convivenza mentre attorno a noi in realtà dominano le continue e infamanti imposizioni che calpestano i diritti umani e sottraggono a un rilevante numero di esseri umani la semplice possibilità di vivere le proprie naturali inclinazioni, secondo antiche radici. Merito di Marcella è ancora una volta quello di saper interpretare e spiegare tristissime realtà che attraverso lo scorrere delle generazioni rincorrono il male con il risultato evidente, anche se taciuto troppo spesso, di impedire ed intralciare la realizzazione di quella autenticità umana che la scrittrice sa così bene interpretare e spiegare, al di là di singoli fatti, evocati, anche in questo caso, con realismo e straordinaria sensibilità.

Sono quindi sapienti poesie creative ed istruttive, anche per chi non intende cedere ai facili sentimenti.

Testi da leggere, apprezzare e meditare.

Vedi anche altra recensione del 15 dicembre 2014

 

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