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Manifesto della mostra

ARTISTI EMERGENTI E ARTISTI AFFERMATI IN UN PROGETTO ESPOSITIVO DI GRANDE VALORE SOCIALE

Donna e multiculturalità nell’Europa di oggi

Dall’ 11 Novembre al Complesso Monumentale di Sant’Andrea al Quirinale-Teatro dei Dioscuri, via Piacenza, 1 (Roma)
lunedì 1 dicembre 2014 di Pietro di Loreto

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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L’esposizione collettiva che ha come tema Donna e Multiculturalità nell’Europa di oggi, promossa dall’associazione “L’altrosguardo-Artisti Associati” (fig 1), da un’idea di Roberta Filippi, unisce -insieme a giovani di sicuro avvenire- un gruppo di artisti già molto noti dotati ed affermati, capaci di fornire progettualità e qualità, e che sanno perfettamente come far interagire insieme materialità e spiritualità, pur affrontando il tema secondo un’interpretazione del tutto soggettiva ed originale.

Si tratta di donne e uomini da tempo attivi nel panorama artistico, che con le loro esperienze frutto di visioni d’arte vissute quotidianamente, a motivo del loro stesso impegno, sanno bene come riuscire a unire in una condivisione comune lo scatto della loro forza creativa, rivelando al tempo stesso inediti tragitti interiori.

Pittura, scultura, fotografia, incisione, istallazione: tutte le forme in cui si esprime l’urgenza espressiva dei protagonisti, nei differenti linguaggi dettati dalla loro personale capacità immaginativa e creativa, sono presenti e vengono proposte al pubblico, assumendo di fatto il valore di un’ ulteriore ma non scontata testimonianza –tra le più ampie- del ’fare’ artistico contemporaneo, di come cioè esso si compone. E se è vero che compito del critico è cercare in qualche modo di inquadrarne gli esiti, tuttavia va riconosciuto che una sistemazione analitica delle suggestioni di volta in volta incamerate e poi, come in questa occasione, riprodotte da uno o –come nel nostro caso- più artisti nel procedere della loro carriera risulta disagevole se si prescinde da un ordinamento complessivo della loro arte, a meno di non delineare l’analisi dentro la curvatura, pur ristretta ma certo persuadente, del concetto di modernità, collegata però nel nostro caso ad istanze di verità che sottendono passioni e sentimenti di respiro universale.

Si sa che la critica si basa sul soggetto, sul racconto, su quanto cioè le immagini tradotte in pittura o scultura o in altre soluzioni suggeriscono nel loro risvolto discorsivo, il che comporta l’idea che l’interpretazione debba subordinarsi di volta in volta a quanto ogni singolo lavoro esprime; ma non è detto che sia sempre così, se si riesce ad organizzare un modello di lettura capace di cogliere l’unità d’assieme anche nel passaggio da un soggetto ad un altro, e se accettiamo che la produzione e la lettura dell’opera d’arte sono complementari, due facce della stessa medaglia, due mondi che si integrano l’uno nell’altro.

Crediamo perciò che sia in questa direzione che vada colto il filo conduttore di questa collettiva, vale a dire in quella simbiosi tra gesto creativo e pensiero che non determina fratture o ostacoli, ma dove, al contrario, i vari moduli espressivi degli artisti che prendono spunto dal tema quanto mai attuale Donna e Multiculturalità nell’Europa di oggi, sembrano magicamente raccordarsi, in ragione di una dimensione esplorativa che ha radici nel profondo, pur a fronte di risultati e soluzioni individuali tra loro differenti.

Possiamo infatti osservare procedimenti creativi quasi di tipo calligrafico-adornativo accanto a lavori di più nuda quasi spoglia espressività, possiamo trovarci di fronte ad esiti pittorici di magica iridescenza e, di converso, ad altri di quasi monocromatica austerità, possiamo ammirare opere che sembrano creazioni di miniaturisti collegate con altre –le più numerose- di grandi forme e dimensioni, possiamo apprezzare la geometrica astrattezza dei segni ed insieme le concise tortuosità di certe forme scalene; insomma una serie completa di lavori per di più realizzati valendosi di tecniche, procedure e supporti i più vari con risultati sempre in grado di generare notevole attrazione ed interesse.

Come ad esempio riesce a fare Roberta Filippi amalgamando, secondo la prassi delle tele Kakemono, pigmenti minerali, acrilico e foglia oro (fig 2) o come Luigi Campanelli con la sua tempera all’uovo su tela di Scozia (fig 3), o ancora come Bruno Ceccobelli che ha utilizzato la tempera su supporto costituito da broccato pregiato (fig 4); ma non meno evocative appaiono la cartapesta di Minou Amirsoleimani ( fig 5) o la carta giapponese, collage, inchiostro di china, e gouache di Elizabeth Frolet ( fig 6), o il seducente Libro d’artista con poesia di Mirella Bentivoglio ( fig 7); non sfigurano poi certamente in questo contesto gli oli su tela di Paolo D’Orazio ( fig 8) e Lina Passalacqua (fig 9) o le creazioni in digitale realizzate con vera maestria da Pat Dottori ( fig 10), Bianca Menna ( fig 11) e Umberto Salmeri ( fig 12).

Sono opere che tradiscono e comunicano emozioni ed ideali sentiti e vissuti nel profondo, e che ci appaiono riassumere alla perfezione il sincero bisogno di corrispondere ai valori di autenticità e adesione che il tema proposto nella esposizione addita.

Allo stesso modo vanno lette le opere degli altri artisti che partecipano alla iniziativa e che peraltro evidenziano la preoccupazione e contemporaneamente l’ansia di raffigurare insieme fisicità e spiritualità, il corporeo e l’astratto.

Lo mostrano con ogni evidenza tanto la perfezione allusiva della Psiche di Claudio Abbate ( fig 13), o le potenti ali graffiate di Raffaele Della Rovere (14) , quanto le notevoli incisioni di Patrizia Molinari (fig 15) e Massimo Gatti (fig 16) per non dire delle ceramiche lavorate a smalto da Roberto Dottorini ( fig 17) e Walter Gatti (fig 18) tra i più efficaci interpreti di questa tecnica tanto impegnativa quanto raffinata, laddove però la circostanza che accomuna tutti risiede nella constatazione che l’attenzione al dato materiale non toglie respiro alla poetica individuale e all’immaginazione, dando modo alla felicità creativa di esprimersi sempre con illuminante sobrietà e vera padronanza del ’mestiere’.

Né deve sorprendere che anche tra i partecipanti più giovani questo sentimento si sia già fatto strada, come si vede nei lavori di Violetta Carpino, Igor Spadoni, Greta Colli, Fabio Vernile, N. Pallante, M.c. Nuccetelli (fig 19,20, 21, 22, 23, 24)

Una sorta di ostentazione allusiva che accomuna gli emergenti ai più esperti, insomma, figlia di un modus operandi certo molto variegato che tuttavia tiene insieme tutte queste esperienze perché fanno parte in effetti a pieno titolo della comunicazione contemporanea, e che possono perfino testimoniare il senso di una sorta di ‘riconversione’ della sensibilità dell’artista, il quale, occorre riconoscere, non disdegna di penetrare in ambiti ulteriori, se si può dire, rispetto al mero esito creativo : ambiti più impegnativi, seppure approcciati in maniera sottile, quasi come se la mano che crea fosse una sorta di cervello pensante, bene attenta a disciplinare il ductus realizzativo indirizzandolo verso la verità della propria maniera espressiva.

Prevalgono in questa collettiva i vari indirizzi del figurativo, che però sembrano prescindere da come il reale ci apparirebbe de visu, muovendo in qualche misura verso l’astrazione e il concetto; un figurativo in sostanza che sembra voler dare identità ai drammi quotidiani dell’esistenza, dello stare nel mondo, ma che allo stesso tempo, e quasi misteriosamente, pare evocare nella mente dell’osservatore quasi una sorta di ambiguità, dove anche la sensualità e l’edonismo che trasudano da molte opere appaiono meri elementi di un universo fascinoso ed iperbolico, tradotto nei contorni di ben definite realizzazioni.

E’ come se proprio nella cornice – o, forse, al riparo- della esposizione collettiva gli artisti trovassero l’occasione per far confluire la eterogenea pluralità dei loro stimoli in linguaggi di singolare identità, magari rielaborando in modo profondamente individuale gli spunti reciproci, misurandosi tra loro con intelligenza, compresi come sono nel loro ruolo di protagonisti a tutto tondo.

Si può dire in generale che le varie forme espressive spesso non si piegano alla totale comprensione dei fruitori, a volte il loro impatto può apparire sfumato, sfuggente; e tuttavia pur variando col mutare dei tempi e del gusto esse conservano inalterato agli occhi di chi le osserva il loro inesplicabile fascino: è una considerazione che la collettiva Donna e Multiculturalità nell’Europa di oggi ci sembra poter confermare.

 



  • Donna e multiculturalità nell’Europa di oggi
    8 dicembre 2014, di Serena

    Non ci credo ... Finalmente sei proprio tu ? Sono Serena Dell’Omo la ragazza che si è trasferita a Bolzano mi piacerebbe ritrovarti se vuoi puoi scrivermi ne sarei orgogliosa ☺️