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Angeli senza Paradiso.

Un po’ meno di chiacchiere e un po’ più di concretezza non ci farebbero male!
sabato 1 novembre 2014 di Michele Penza

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Gerarchie degli angeli

Dunque abbiamo una nuova categoria di angeli che va a sommarsi a quelle già catalogate dalla Teologia, da tempo immemorabile. In coda agli Angeli, Arcangeli, Cherubini, Serafini, Troni, Potenze, Principati, Dominazioni, ecc., vanno ora a collocarsi gli Angeli del Fango.

Sia chiaro, non si tratta dell’ultima bizzarria di papa Francesco che per fortuna non desiste dallo stupirci continuamente e piacevolmente a costo di seminare il panico e lo sgomento fra i pastori più parrucconi del suo gregge, da tempo attenti più alle quotazioni di Borsa che ai belati delle loro pecorelle.

No, stavolta sono stati dei laici, i mass-media italiani che hanno a modo loro, cioè con grandissima enfasi, così ribattezzato quei bravi ragazzi che hanno sentito il dovere di andare a dare una mano là dove ce n’era bisogno, questa volta a Genova come anche in altra occasione a Firenze.

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Alluvione di Firenze 1966

Angeli addirittura? E che c’è di soprannaturale nel tirarsi su le maniche, afferrare una pala e scavare del fango che seppellisce una casa e dei beni che non appartengono a te o alla tua famiglia ma ad altre persone? Apparentemente nulla.

Se questo disastro fosse accaduto a un comune dell’Italia medioevale le campane avrebbero squillato a stormo e tutti, non solo i ragazzi, avrebbero posato il cucchiaio nel piatto o il bicchiere sulla tavola per correre a dare una mano perché ognuno di loro si sarebbe sentito personalmente colpito quale membro della comunità cittadina.

E se qualche incauto avesse esternato un pensiero del tipo di quelli nostri: ‘o le tasse le pago, è mio diritto non fornire ma ricevere i servizi poiché la tutela del territorio spetta al Sindaco e all’assessore e non a

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Il libro di Erasmo D’Angelis

me, tanto più che non si tratta nemmeno del mio quartiere ma di un’altra circoscrizione, pertanto me ne frego, pensateci voi!’ ve lo immaginate l’effetto? Forse una palata gliela avrebbero data a lui, sulla schiena.

Ma non sono più quei tempi e la gente nostra non ha ancora raggiunto la consapevolezza di costituire una comunità non dico nazionale ma neppure urbana e questo spiega perché purtroppo nella fattispecie hanno ragione i media, e quella espressione che sostanzialmente è una strombazzata retorica mi appare purtroppo realistica. E’ vero, è innegabile, quei ragazzi che fanno bravamente il loro dovere consapevoli che coincide col loro interesse sono straordinari, differiscono in modo così stratosferico dalla generalità dei loro concittadini quanto la natura angelica da quella umana.

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Wunzburg oggi - Panorama

Nel lontano1951 capitai a Wurzburg con un gruppo di studenti romani su invito della Neue Deutschland, una organizzazione di universitari cattolici che vi teneva il suo primo congresso nazionale. Ero curioso di visitare la Germania che incominciava a riprendersi sebbene ancora malconcia per gli esiti della guerra. Quella città in particolare era stata devastata da un tremendo bombardamento che l’aveva messa in ginocchio e tuttavia si stava leccando le ferite cercando come poteva di rimettere insieme i cocci. Praticamente la vita vi si svolgeva in baracche di legno.

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Wurzburg nach den Krieg

A sei anni dalla fine delle ostilità ancora si levavano dappertutto enormi cumuli di macerie. Attorno a queste ruotava un formicolio, un continuo movimento di persone che scavavano e riempivano le carriole con le pale e poi faticosamente le trasportavano via per sgombrare il terreno. Un lavorio continuo che durava da sei anni, incessantemente, instancabilmente, e veniva compiuto da donne.

Solo donne. Di uomini validi in quella città ce n’erano rimasti pochissimi e quei pochi facevano per lo più i muratori. Loro costruivano su quelle aree che le donne andavano man mano ripulendo. Non ricordo che qualcuno si sognasse di chiamarle Madonne dei Cantieri o Angeli del Calcinaccio, e credo dipendesse da un paio di buone ragioni.

La prima è che come è noto il senso dell’umorismo da quelle parti difetta totalmente, sono maledettamente seri anche lì a Wurzburg, a dispetto della tradizione consolidata che vuole i cattolici Bavaresi essere caratterialmente oltre che geograficamente i meridionali della Germania, propensi più alla birra che all’austerità luterana. La seconda è che questa attività ivi perdurava da sei anni e non da venti giorni, per cui tutti ormai ci si erano abituati e nessuno ci faceva più caso.

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Genova - Ottobre 2014 - Angeli del fango

Potrei aggiungerne una terza ed è che maneggiando una pala per anni e anni la femminilità va a farsi benedire. Una donna, coperta di cenci neri e sporchi di calce, che puzza di sudore e impreca perché non ti scansi per farla passare non ha nulla di celestiale e tuttavia, davanti a lei, senti che ti devi inchinare e, se ce l’hai, toglierti il cappello.

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Genova - Ottobre 2014 - Angeli del fango

Se poi non si tratta di una sola donna ma delle donne di una intera città allora devi riflettere, e ciò ti aiuta a comprendere tante cose. Cos’è che fa di una persona un cittadino, la cellula vivente di una comunità? Questo un tempo lo sapevamo bene ma l’abbiamo dimenticato.

E cos’è che fa di tante comunità un popolo? Cos’è che consente a un popolo unito di costruire una nazione, grande o piccola che sia? Questo non lo abbiamo ancora imparato! Guardiamoci intorno, qualche esempio da imitare ce l’abbiamo, più di uno!

 

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