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La riapertura della Domus Aurea

Visite guidate al cantiere di restauro della villa di Nerone
sabato 1 novembre 2014 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Architettura, Archeologia


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La Domus Aurea, la celeberrima villa di Nerone chiusa dal dicembre del 2005 per pericoli di crolli e cedimenti strutturali, riapre le porte ai visitatori. Mancano ancora quattro anni per poter finire i lavori di un complesso progetto di restauro e messa in sicurezza, ma nel frattempo, a partire dal 26 ottobre 2014, sarà possibile visitare il cantiere, a numero chiuso e su prenotazione, ogni sabato e domenica.

“Quando c’è una storia positiva, - ha dichiarato il Ministro per i Beni culturali Dario Franceschini - c’è bisogno di raccontarla al Paese. È una storia tenace e silenziosa di persone che oggi compiono il primo straordinario passo per restituire al mondo e ai romani un patrimonio unico e straordinario al centro di Roma’. Si tratta, in effetti, di un luogo che, secondo il ministro, “farà rimanere tutti a bocca aperta”, proprio come succedeva ai visitatori del passato.

La villa, voluta da Nerone dopo l’incendio del 64, occupava un’area vastissima tra il Celio, il Palatino e l’Esquilino. Tacito attribuisce la costruzione del lussuoso complesso a due architetti romani, Severo e Celere. Ci informa inoltre che “qua esistevano laghi e pascoli, là boschi vasti e isolati, il tutto adattato con artificio in mezzo a edifici di soggiorno e di ricevimento, ninfei, terme, colonnati”.

Di tutte queste meraviglie resta ora solo un settore limitato sul Colle Oppio (lungo m 250, largo m 30/60), che si è casualmente salvato perché inserito nelle fondamenta delle Terme di Traiano. È costituito da numerosissimi ambienti dai soffitti altissimi che si affacciano sui giardini digradanti del colle Oppio: privi di porte, di servizi e di riscaldamento, dovevano avere presumibilmente una funzione di rappresentanza più che di dimora vera e propria.

Alla morte di Nerone, avvenuta nel 68, la dinastia Flavia decise di utilizzare l’area della Domus Aurea in modo più utile e di restituire al popolo romano i terreni che gli erano stati confiscati per realizzare l’enorme dimora. Vespasiano incominciò coraggiosamente la distruzione della villa, e avviò la costruzione dell’Anfiteatro Flavio (il Colosseo), un edificio pubblico del quale potessero usufruire tutti.

Più tardi, nel 104 d.C., l’architetto Apollodoro di Damasco ebbe l’idea di colmare di terra l’edificio neroniano, già spogliato dei marmi e delle opere d’arte, sfruttandolo come base per le Terme di Traiano. Sulle rovine delle terme, cadute in abbandono dopo il taglio degli acquedotti da parte di Vitige, re degli Ostrogoti, nel 539 d.C., si impiantarono nel Medioevo orti e vigne, a caratterizzare il nuovo paesaggio del colle Oppio.

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Percorso di visita

Ma, alla fine del ‘400, nel clima rinascimentale di recupero della cultura classica, le rovine che affioravano cominciarono ad essere esplorate, mediante pozzi e gallerie scavate dall’alto. Numerosi artisti e studiosi di antichità si calarono all’interno delle misteriose “grotte esquiline” e poterono così ammirare i motivi decorativi delle volte. Raffaello, Pinturicchio, Ghirlandaio, e tanti altri, le cui firme tracciate a nerofumo sulle pareti testimoniano ancora oggi il ricordo della loro visita, trassero ispirazione dalle pitture e dagli stucchi neroniani per decorare le logge di cardinal e aristocratici romani. Vennero copiati gli eleganti candelabri, le ghirlande, i viticci, insieme a grifi, chimere, mostri marini e maschere. Nacque così il motivo decorativo delle “grottesche”, sinonimo ben presto di un’ornamentazione bizzarra e capricciosa.

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SALA VOLTA GIALLA firma del Pinturicchio

La grandiosità, lo sfarzo e l’originalità degli ambienti neroniani sono ora visibili in un percorso guidato, diviso in 15 tappe, che mostra il consolidamento strutturale delle architetture e i restauri filologici già eseguiti dalla Soprintendenza e quelli in corso, ma è solo con l’immaginazione che possiamo raffigurarci l’aurea dimora dell’imperatore che amava identificarsi con il Sole.

La Sala ottagona si impone all’attenzione per la sua pianta particolare, circondata da cinque stanze a raggiera, di cui quella centrale era un grande ninfeo con una cascata d’acqua sul fondo. Ad essa si accede dopo un lungo percorso in ambienti che ora ci appaiono tetri e non di rado falsati dai muri di sostruzione delle terme traianee. E pensare che un tempo quegli ambienti erano abbagliati dalla luce del sole, captata simbolicamente da lamine d’oro.

Gli affreschi e gli stucchi sono molto rovinati e, in qualche caso, è solo grazie ai disegni eseguiti dai pittori del Rinascimento che possiamo farci un’idea di come fossero, ma, quando saranno terminati i restauri strutturali, si provvederà anche alla pulitura delle enormi superfici affrescate. Per ora le pareti restituiscono a fatica la visione di dipinti del IV stile pompeiano, caratterizzato da riquadri e motivi impressionistici di animali fantastici.

Fabullo, uno dei pochi pittori latini dei quali c’è pervenuto il nome, dedicò tutta la sua vita alla decorazione del complesso neroniano, tant’è che la domus fu il “carcere” della sua arte, come scrive Plinio. Suoi sono gli affreschi della Sala della Volta Dorata, la cui superficie è scandita geometricamente da cornici di stucco a rilievo. Tra le sale affrescate più note vi è quella di Achille a Sciro, nella cui volta si ha la scena che le dà il nome. Il dipinto raffigura Achille mentre si toglie le vesti femminili (che la madre gli aveva fatto indossare per evitare che prendesse parte alla guerra di Troia) e prende le armi che Ulisse, travestito da mercante, gli porge per smascherarlo.

I soggetti ispirati ai poemi omerici dovevano essere frequenti, visto che un altro celebre ambiente è il Ninfeo di Polifemo, decorato con finte stalattiti e con un mosaico che copriva la volta e le pareti. Conservato solo nel tondo centrale, rappresenta Ulisse, in piedi, mentre porge a Polifemo, semisdraiato, la coppa con il vino.

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SALA VOLTA ROSSA

È una novità assoluta l’apertura dell’ala occidentale, dove è maggiormente evidente il cantiere della Domus Aurea. In questo settore si incontrano la Sala della Volta Rossa, quella della Volta Gialla e quella della Volta delle Civette.

P.S.

PROGETTO DOMUS AUREA - Visite guidate del cantiere

Roma, Via della Domus Aurea, 1

Tutti i sabati e domeniche dalle 9,15 alle15,45

Biglietto €10 + 2 (per prevendita e visita guidata)

Prenotazioni e info tel. 06 39967700

www.coopculture.it