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Santi Quattro Coronati. Gli affreschi dell’Aula Gotica

Finalmente aperti al pubblico su prenotazione, mentre il chiostro è stato restaurato
domenica 1 giugno 2014 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Architettura, Archeologia


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Il complesso conventuale dei Santi Quattro Coronati, nell’omonima via del rione Celio, rappresenta a Roma un unicum per la straordinaria conservazione di ambienti medievali. Visto dall’esterno, ha tutta l’aria di una fortezza: le alte mura, le finestre murate, l’unica porta di accesso sotto la torre campanaria di epoca carolingia evocano ricordi di un Medioevo religioso e guerriero al tempo stesso. Protetto com’è dai rumori della città, con la sua pace tanto gelosamente conservata dalle monache agostiniane che vi risiedono, permette al visitatore di immergersi in una dimensione spirituale molto particolare.

Questo luogo, denso di memorie storiche e agiografiche, ha svelato un ciclo pittorico duecentesco di assoluta bellezza, nella cosiddetta Aula Gotica, che il 20 maggio è stata inaugurata dopo lunghe trattative, tenuto conto della sua collocazione in un convento di clausura (e infatti è stato studiato un percorso che la isola dagli altri ambienti). Il grande ambiente affrescato, che si trova sopra la cappella di San Silvestro (che conserva un altro celebre ciclo di affreschi coevi) e l’adiacente sala del Calendario, sarà finalmente aperto al pubblico, in giorni determinati, su prenotazione (offerta libera).

L’Aula era stata aperta un solo giorno, nel 2006, al termine di una campagna di restauri, durata quasi dieci anni, curata dalla storica dell’arte Andreina Draghi, autrice della relativa pubblicazione realizzata da Dexia. La sorprendente scoperta di questo ciclo di affreschi (nel 1996) ha aperto nuove strade interpretative e nuovi punti di vista sulla cultura artistica operante a Roma nel corso del ‘200. Gli affreschi erano nascosti da una pittura raffigurante un cielo azzurro e solo l’intuizione della studiosa ha permesso di capire che lì sotto si celava ben altro.

Dopo aver descialbato circa 850 mq di superficie, sono riaffiorati oltre 300 mq di pitture vivacissime riproducenti un meraviglioso repertorio di motivi e decori parietali, in gran parte ottimamente conservato, che è stato definito “la Cappella Sistina del Medioevo”. Le suggestive immagini affrescate raffigurano le personificazioni dei Mesi e delle Stagioni, le Arti liberali, i Vizi e le Virtù, i Venti, lo Zodiaco e le Costellazioni, in un simbolico percorso dell’uomo verso la conoscenza di Dio, percorso che deve essere guidato dalla Chiesa.

Anche se apparentemente laiche, o meglio enciclopediche, le pitture hanno in effetti un carattere allegorico di esaltazione della Chiesa e della giustizia (grande risalto ha la figura di Salomone) e una bellezza formale che allude a una bellezza spirituale superiore. Veramente singolari sono le raffigurazioni di Gennaio, visto come Giano trifronte e non bifronte, perché guarda al passato, al presente e al futuro, o Marzo che si ispira al motivo iconografico dello Spinario, la cui spina viene estratta da una donna.

Altrettanto particolari ci appaiono le Virtù che recano sulle spalle i personaggi che si sono distinti nel loro esercizio e calpestano figure antitetiche (ad esempio la Carità sostiene San Pietro e calpesta Nerone). Tra le raffigurazioni allegoriche sono presenti il Sole e la Luna, da intendersi come Cristo e la Chiesa, e perfino Mitra tauroctono, probabilmente perché l’uccisione del toro era vista come momento di rigenerazione del creato.

L’autore è stato identificato col III Maestro della cripta del duomo di Anagni, un pittore straordinario per il colore e la forza espressiva. La datazione dei dipinti dovrebbe essere tra il 1240 e il 1250, al tempo di Stefano Conti, cardinale vicario di Roma e nipote di Innocenzo III. L’Aula all’epoca faceva parte del palazzo cardinalizio e questi affreschi, come quelli della sottostante cappella di San Silvestro, dovevano lanciare un messaggio politico importante, ovvero la legittimazione del potere del papato in un periodo in cui era messo in discussione dall’imperatore Federico II. Prima di questo ritrovamento si riteneva che la grande pittura del Duecento fosse soprattutto toscana, ma ora viene restituito a Roma un ruolo centrale. Cimabue deve aver visto questi dipinti e tratto da essi degli spunti per gli affreschi della basilica di San Francesco ad Assisi.

In concomitanza con l’apertura dell’Aula Gotica, è stato presentato il restauro del chiostro cosmatesco annesso alla chiesa, che è dedicata a quattro scalpellini della Pannonia, fatti uccidere da Diocleziano nel 306 per essersi rifiutati di modellare una statua del dio Esculapio. Sepolti da San Sebastiano al III miglio della via Labicana, fu solo nel IX secolo che vennero conosciuti i veri nomi, Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino, secondo quanto riferisce Jacopo da Varazze nella sua Legenda Aurea, ma nel frattempo il loro culto si era già diffuso come quello dei Quattro Santi Coronati.

Lo schema del chiostro (XIII secolo) è quello dei soliti chiostri romanici, con i quattro lati porticati con archetti sorretti da colonnine binate, con originali capitelli a foglia di loto. Splendida è la decorazione della cornice che corre al di sopra dei porticati, dove per la prima volta a Roma vengono utilizzate tarsie colorate di porfido e serpentino. I sottarchi sono pure colorati, dipinti a triangoli bianchi e neri o a gocce verdi e rosse. Particolare è la fontana, pure romanica, originariamente posta davanti alla chiesa e costituita da una doppia vasca poggiante su un tronco di colonna, che lascia cadere l’acqua nel bacino sottostante da quattro bocche a testa di leone.

Il restauro dei materiali lapidei e la deumidificazione del chiostro, oltre agli interventi necessari per rendere visibile l’Aula Gotica sono stati finanziati da Arcus, società strumentale del Ministero dei Beni culturali, per un importo di 150.000 euro.

P.S.

Complesso dei Santi Quattro Coronati, Via dei Santi Quattro, Roma
Visita dell’Aula Gotica: 17 e 18 giugno, 15 e 16 luglio
Prenotazione al n. 335 49 52 48
archeocontesti@gmail.com

Le prossime aperture, che da settembre saranno regolari, verranno pubblicate sul sito.